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Non c'è stato giorno in questi ultimi due mesi di lockdown in cui non sia stato chiaro che la categoria più provata dai nuovi ritmi di vita e dai cambiamenti sia stata quelle delle donne.

Ciò non ha nulla a che fare con il fatto che le donne non sappiamo adattarsi ai cambiamenti, anzi sappiamo che questo è un talento di genere, ma i già molteplici ruoli esercitati quotidianamente dalle donne, mamme, moglie, lavoratrici dipendenti o libere professioniste ora sono diventati un carico ancora più ingombrante. Questa situazione ha evidenziato inesorabilmente come la nostra società releghi ancora e in modo anacronistico quasi esclusivamente solo la donna alla gestione della vita familiare e questo aspetto è rafforzato dal fatto che il mondo del lavoro è ancora basato su rigide regole che non consentono il giusto coinvolgimento di entrambi i genitori nella gestione di tutte le attività.

Un studio pubblicato su Lavoce.info da Alessandra Casarico, professoressa di Scienza delle finanze all'Università Bocconi, e Salvatore Lattanzio che sta svolgendo un dottorato di ricerca in Economia all'Università di Cambridge ha dimostrato che a rientrare al lavoro sono per il 72,4% uomini, questo significa donne a casa!

Il rischio è che a pagare questa crisi non solo sanitaria, ma anche sociale siano in modo particolare le donne, costrette a rinunciare al rientro al lavoro perché semplicemente sole e impossibilitate a trovare soluzioni per la gestione dei bambini.

Adele Di Meo, Coordinatrice Pari Opportunità UIL Alessandria: "Venendo a mancare causa forza maggiore i luoghi e le figure di riferimento a sostegno dell'educazione e nell'istruzione dei figli come la scuola, l'asilo, le attività sportive e ricreative, le donne hanno dovuto continuare a fare andare bene le cose, in piena pandemia, svolgendo tutti i loro ruoli dentro casa, destreggiandosi tra lo smartworking, quando concesso, l'homeschooling, l'intrattenimento dei bambini confinati spesso nello spazio di un appartamento e senza possibilità di delega a nonni, baby sitter o altro".

In questi ultimi due mesi sono state introdotte dal Governo nuove misure a sostegno delle famiglie che hanno come scopo quello di agevolare la vita pratica ed economica, ma molto spesso ci siamo trovati a districarci tra la burocrazia e scelta del provvedimento che potesse penalizzare di meno chi, in questo momento delicato, avrebbe bisogno di un aiuto concreto. Pensiamo, ad esempio, che il congedo parentale prevede una decurtazione dello stipendio del 50% e spesso questa scelta richiede grossi sacrifici.

Serena Piscitello, Coordinatrice UIL Diritti Alessandria: "Se nelle scorse settimane per un attimo avevamo letto, e forse anche sperato, che la ripresa sarebbe potuta passare proprio dalle donne, risultate anche clinicamente più resistenti al virus, questa speranza sembra ormai svanita. L'accudimento degli altri, figli e genitori anziani, mette in crisi libertà, autonomia, reddito e mette in dubbio il rientro seppur graduale al lavoro. Chiediamo, dopo aver raccolto moltissime testimonianze di donne, che vengano attuate soluzioni ai problemi sempre nel rispetto della sicurezza e, a pochi giorni dalla festa della mamma, si focalizzi l'attenzione sulla scarsità di misure e progetti che possano alleggerire il carico delle donne".

Le donne escono da quasi due mesi di lockdown totalmente esauste e preoccupate per il presente e i mesi a venire, per la gestione delle attività quotidiane, con la paura di dover rinunciare al loro lavoro fuori casa e quindi all'autonomia, anche finanziaria.

Una riflessione va fatta anche su questo, visto che il lockdown non ha visto la diminuzione di casi di violenza domestica e anzi ha visto peggiorare ulteriormente la situazione facendo scattare aggressioni più frequenti o violente, arrivando fino all'omicidio

Questa la fotografia dello stato psicologico delle donne e madri, che tanto ci preoccupa.

 

Coordinamento Pari Opportunità e Uil Diritti Alessandria

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La UIL di Alessandria con orgoglio ha dato vita alla costituzione del Coordinamento Pari Opportunità e Diritti.

Proprio nel cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall a New York, che hanno segnato la nascita del movimento gay statunitense, e a coronamento di una serie di iniziative che hanno visto la UIL di Alessandria organizzatrice e promotrice di incontri ed eventi sul tema dei diritti e delle pari opportunità la confederazione ha visto nascere il Coordinamento territoriale al quale hanno preso parte delegati o delegati per ogni categoria.

Sono tanti i segnali di allarme, raccontati ogni giorno dalla cronaca, che generano comportamenti discriminanti e spesso violenti contro tutte le diversità, non solo in fatto di orientamento sessuale, ma anche razziale, religioso per non parlare della piaga della violenza sulle donne.

Compongono il Coordinamento per le Pari Opportunità e le Politiche di Genere Adele Di Meo con il ruolo di coordinatrice UIL P.O. Alessandria e componente Pari Opportunità UIL Torino e Piemonte (Uil Fpl), Serena Piscitello Coordinatrice Uil Diritti Alessandria, Maura Settimo (Uiltucs), Paolo Bisio e Gotta Ornella (Uilp), Silvia Bellio (Uilm), Barbara Carrara (Uiltec), Franca Ferraro (Uilca), Simona Tomaselli (Feneal Uil), Antonella Rogo (Uilpa), Rossella Soriente (Uil Scuola), Gabriella Mannoni (Uil Poste), Lorenza Gilardi (Uilcom), Daniela Corvarola (Uila).

Aldo Gregori, Segretario UIL Alessandria: "Sono molto contento e orgoglioso di poter assistere all'ufficializzazione di un movimento prevalentemente femminile che in questi ultimi anni, in maniera autonoma e di concerto con la Segreteria ha sentitamente promosso una serie di iniziative di sensibilizzazione sul fronte del contrasto alle discriminazioni di ogni genere, specie sui luoghi di lavoro. Bisogna cambiare la mentalità di molti che erronemanete pensano che solo le donne debbano occuparsi dei problemi e dei diritti femminili. Anche attraverso la creazione del Coordinamento territoriale UIL Pari Opportunità e Diritti un'organizzazione laica e al passo con i tempi può crescere e migliorarsi".


Adele Di Meo e Serena Piscitello, come Coordinatrici, hanno spiegato alle colleghe che è necessario affinare competenze e sensibilità per interecettare sui luoghi di lavori, tramite delegati, RLS e RSU, anomalie e discriminazioni che hanno un aspetto psicologico devastante per le vittime. La priorità è non farle sentire sole, fornendo sostegno e strumenti per un aiuto concreto. In anni difficili nel mondo del lavoro abbiamo assistito a crescenti problemi come ricatti, molestie, mobbing e vogliamo dire basta.
Motivanti anche i commenti dei segretari di categoria che si sono attivati per scegliere le figure più adatte e interessate ad intraprendere un percorso certamente nuovo per tutti.

Secondo Claudio Bonzani, Segretario UIL FPL avere un coordinamento territoriale Pari Opportunità e Diritti ci rende punto di riferimento anche su questi temi per i lavoratori, uomini e donne, che si trovano a vivere con malessere situazioni difficili e ingiuste sul posto di lavoro.

Alberto Pastorello, Segretario UILM Alessandria sottolinea come in tempi difficili contraddistinti da crisi, esuberi e chiusure di fabbriche non bisogna abbassare l'attenzione su queste tematiche con il rischio che i lavoratori, pur di mantenere il proprio posto, subiscano ricatti o situazioni discriminatorie, specie nel nostro settore dove la presenza femminile è minoritaria.

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#WebGirls – Nuove professioni: interviste a donne protagoniste della nascita e della trasformazione della loro passione in attività lavorativa

Può una passione, vissuta inizialmente magari solo come hobby, trasformarsi dopo studio e formazione in professione a tutti gli effetti? Molte donne sono convinte di sì e ci parleranno della loro scommessa vinta, puntando proprio su ciò che amavano realmente fare, in occasione dell'incontro che come Uil di Alessandria abbiamo deciso di organizzare e proporre alla cittadinanza che vorrà partecipare.

Mercoledì 13 marzo 2019 alle 17.30 nel Salone della UIL di Alessandria intervisteremo le nostre ospiti: tante donne che in questi anni hanno scelto di abbandonare la precedente professione e convertirla, anche grazie alla potenzialità del web, facendola diventare lavoro.

Sono storie di coraggio, creatività, studio, buona volontà, capacità e sana ostinazione che riteniamo possano servire come stimolo per altre donne che magari coltivano un sogno e vorrebbero tramutarlo in realtà ed impresa.

Ogni donna ritiene il lavoro importante per la propria autonomia e l'affermazione personale. Se poi si riesce a svolgere il lavoro dei propri sogni, i risultati non tarderanno ad arrivare grazie alla forte motivazione e al sincero interesse che muove azioni, voglia di imparare e coinvolgere anche altri soggetti. La fatica e l'impegno vengono ripagate dalla soddisfazione, dal feedback e dagli incontri reali o virtuali che avvengono proprio sul web tra donne lavoratrici, aziende, ecc...

Ci interessano le professioni emergenti e attuali come quelle già esistenti che hanno preso nuova vita grazie ad internet e ai social network, arrivando a un numero di persone sempre maggiore, un bacino interessante per farsi conoscere, trovare clienti e diffondere il proprio sapere.

I settori d'azione di queste donne lavoratrici e autrici della propria carriera sono vari e spaziano dal fitness alla fotografia, passando per il settore assistenziale e l'editoria, una startup innovativa di elaborazione big data e la professione influencer.

Le interviste saranno intervallate da filmati e video.

Anche quest'anno come già nelle edizioni precedenti, come UIL Alessandria abbiamo deciso di partecipare a Marzo Donna con il nostro incontro #WebGirls, iniziativa è promossa d'intesa con l'Assessorato del Comune di Alessandria alle Pari Opportunità.

Segnatevi questa data: mercoledì 13 marzo alle 17.30 nel Salone della UIL di Alessandria si parlerà di passioni, professioni e donne. Tutte e tutti sono invitati a partecipare e prendere ispirazione.

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Si è svolto presso la Sede del Cnel il Seminario "L'uguaglianza non ha genere" con l'obiettivo di contribuire a porre in essere azioni concrete di contrasto alle molteplici forme di disparità tra i generi.

La strada per una effettiva e sostanziale uguaglianza tra uomini e donne, infatti, ancora non si è conclusa: si sono create condizioni di pari opportunità, purtroppo e in larga parte, solo sulla carta. E questo anche nel mondo del lavoro. Da qui la proposta del Cnel di un Forum sulla Parità di Genere, istituito su istanza di operatori del settore, rappresentanti delle Parti sociali e della società civile organizzata. L'attenzione è rivolta in particolar modo ai problemi dell'occupazione femminile e del divario retributivo dal punto di vista sia salariale che sociale, in stretta connessione con il tema della difficile conciliazione dei tempi di vita-lavoro e dell'inadeguatezza del sistema di servizi a sostegno della famiglia, a partire dalla scuola per l'infanzia, e allo sviluppo dei necessari supporti alla genitorialità e ai compiti di cura che devono essere condivisi.

"É giunto il momento di cambiare alla radice l'approccio sociale e culturale che è alla base delle discriminazioni di genere, a partire dalla società, e, dunque, anche nella stessa organizzazione del lavoro che deve divenire maggiormente inclusiva a tutti i livelli, favorendo un sistema di valutazione professionale e di formazione che premi equamente le persone: solo così si potrà davvero far ripartire il nostro Paese, perché un sistema industriale che si vuole qualificare come moderno e innovativo non può rimanere ancorato a vecchi stereotipi non solo ingiusti ma che ne inficiano lo sviluppo produttivo". Lo hanno affermato le Segretarie Confederali Uil Tiziana Bocchi e Ivana Veronese nel corso del dibattito al quale hanno partecipato.

Se si vogliono davvero superare le differenze di genere e costruire un Paese più giusto ed equo è fondamentale, inoltre, che tutti, donne e uomini, si assumano l'impegno di fare insieme una grande battaglia di civiltà che dalle famiglie, attraversi la scuola, il mondo del lavoro, l'intera società, la politica, e non da ultimo, il sindacato, ponendosi l'obiettivo di educare al rispetto dell'altro diverso da sé.

Sebbene la società sia profondamente cambiata in questi anni siamo ancora lontani dal considerare il lavoro delle donne come un investimento. Disoccupazione, difficoltà di accesso al lavoro e alla formazione, così come alle forme di salario accessorio, minori possibilità di carriera, riduzione involontaria di orario, discontinuità lavorativa e tipologia di attività svolta continuano a marcare differenze di genere in una organizzazione del lavoro che si muove, ancora oggi, entro i confini di un modello coniugato al maschile.

"La contrattazione collettiva – hanno concluso Bocchi e Veronese - rappresenta, e lo sarà anche in futuro, uno strumento fondamentale per supportare le lavoratrici attraverso un'organizzazione del lavoro maggiormente flessibile e per il rafforzamento di misure per la condivisione delle responsabilità genitoriali e di cura".

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ACCORDO TERRITORIALE SULLE MOLESTIE E LA VIOLENZA NEI LUOGHI I LAVORO tra CONFAPI e CGIL, CISL e UIL di Alessandria CONFAPI ALESSANDRIA         rappresentata da Antonino Giustiniani E CGIL Alessandria rappresentata da Franco Armosino, CISL Alessandria rappresentata da Marco Ciani e UIL Alessandria rappresentata da Aldo Gregori.

Preso atto dell'accordo delle parti sociali europee del 26 aprile 2007 dal titolo "Accordo quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro", in qualità di organizzazioni italiane affiliate a Businesseurope e CES, così come definito nell'Allegato A del presente accordo, preso atto dell'intesa firmata il 20/12/2018 tra CONFAPI E CGIL, CISL, UIL sulle molestie o violenza sui luoghi di lavoro i firmatari del presente accordo condividono che:

secondo quanto definito dall'Accordo quadro "le molestie si verificano quando uno o più individui subiscono ripetutamente e deliberatamente abusi, minacce e/o umiliazioni in contesto di lavoro. La violenza si verifica quando uno o più individui vengono aggrediti in contesto di lavoro. Le molestie e la violenza possono essere esercitate da uno o più superiori, o da uno o più lavoratori o lavoratrici, con lo scopo o l'effetto di violare la dignità della persona, di nuocere alla salute e/o di creare un ambiente di lavoro ostile"•

convengono che:

ogni atto o comportamento che si configuri come molestie o violenza nei luoghi di lavoro, secondo le definizioni dell'Accordo, è inaccettabile;

È, pertanto, riconosciuto il principio che la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori non può essere violata da atti o comportamenti che configurano molestie o violenza;

I comportamenti molesti o la violenza subiti nel luogo di lavoro vanno denunciati;

Le lavoratrici, i lavoratori e le imprese hanno il dovere di collaborare al mantenimento di un ambiente di lavoro in cui sia rispettata la dignità di ognuno e siano favorite le relazioni interpersonali, basate su principi di eguaglianza e di reciproca correttezza.

Al fine del raggiungimento degli obiettivi suesposti, Confapi e CGIL-CISL-UIL di Alessandria si impegnano a:

- dare un'ampia diffusione del presente accordo sul territorio ed in particolare presso le lavoratrici, i lavoratori e le imprese, promuovendo il recepimento dello stesso, non escludendo la possibilità di sottoscrivere specifici accordi tra azienda e RSU;

- promuovere l'adozione della dichiarazione all'interno delle unità produttive del sistema PMI Confapi Industria Alessandria, anche al fine di diffondere, all'interno dei contesti organizzativi il principio di inaccettabilità di ogni atto o comportamento che si configuri come violenza o molestia nei luoghi di lavoro;

-promuovere attività finalizzate alla sensibilizzazione e prevenzione dei fenomeni, quali ad esempio iniziative di formazione/informazione nei luoghi di lavoro atte a prevenire l'uso della violenza e le sue conseguenze sulle persone.

Al fine di una migliore gestione di eventuali episodi di violenza, le parti concordano nel favorire iniziative di contrasto ai sensi del punto 4 dell'Accordo Quadro Nazionale, di individuare le seguenti strutture territoriali, indicative e non esaustive, al fine di assicurare un'assistenza e una consulenza a coloro che siano stati vittime di molestie o violenza nei luoghi di lavoro:

Inoltre, le parti avvieranno, ai diversi livelli anche aziendali, un'azione di monitoraggio dell'attuazione del presente accordo e valuteranno eventuali interventi sulle istituzioni per contrastare più efficacemente il fenomeno oggetto del presente accordo.

Resta salva, in ogni caso, la facoltà per ogni singola azienda di adottare autonome procedure e dichiarazioni interne, nel rispetto dei contenuti dell'Accordo territoriale, regionale e nazionale.

Alessandria, 13/02/2019

CONFAPI ALESSANDRIA

CONFAPI

Alessaiviria

CGIL ALESSANDRIA CISL ALESSANDRIA UIL ALESSANDRIA

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Lavoro, famiglia, società: testimonianze e prospettive di conciliazione.

Questo il titolo dell'appuntamento che si terrà il 31 marzo 2016 alle 20.45 (ore 20.30 per la registrazione) nel salone della UIL di Alessandria, in Via Fiume 10, in occasione del calendario di eventi Marzo Donna, promosso dal Comune di Alessandria e dalla Consulta delle Pari Opportunità.

Relatrici della serata saranno Lorena Forlini, Maura Settimo, Tiziana Del Bello e moderatrice Paola Bisio, tutte esponenti femminili della Uil provinciale impegnate ogni giorno nella tutela dei diritti dei cittadini e dei lavoratori in diversi settori economici.

La serata sarà l'occasione per raccontare, grazie alle testimonianze delle donne presenti, diverse realtà al femminile su temi di attualità che raccontano storie di discriminazione, scelte difficili legate anche ai cambiamenti della società e del mondo del lavoro.

Le relatrici introdurranno il tema della conciliazione dei tempi di vita dal punto di vista della difficoltà che spesso le donne si trovano ad affrontare.

Interverranno: Dott.ssa Oria Trifoglio "Volere o non volere un figlio", Avv. Erika Peruzzo "La famiglia di oggi", Stefania Cartasegna Presidente Ass. Tessere Le Identità "Oltre il pregiudizio, dialogo sull'ideantità di genere", Elena Rossi addetta stampa Centro Antiviolenza me.dea "Noi vittime di violenza", Angela Haruni "Come crescere un bambino con disabilità, racconto di una mamma".

Appuntamento il 31 marzo 2016, registrazione 20.30 e inizio Convegno alle 20.45 nel Salone della UIL, Via Fiume 10, Alessandria.

Al termine verrà rilasciato un attestato di partecipazione all'iniziativa.

 

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Giovedì, 03 Marzo 2016 11:41

Differenze retributive tra uomini e donne

LE LAVORATRICI, IN ITALIA, GUADAGNANO IL 10,9% IN MENO DEGLI UOMINI
Secondo una recente indagine realizzata da Job Pricing, la retribuzione media annua degli uomini, nel 2015, è stata di 29.985 euro lordi, rispetto ai 26.725 euro delle lavoratrici. Ciò significa che queste hanno guadagnato il 10,9% in meno degli uomini, equivalenti a 3.260 euro.

La differenza retributiva facendo un confronto con il 2014 è cresciuta: le retribuzioni degli uomini sono, infatti, aumentate dello 0,6%, mentre quelle delle donne si sono ridotte dello 0,7%. Il divario aumenta ancora tra i laureati, considerando che, nel 2015, il salario medio degli uomini è stato di 45.270 euro lordi, a fronte dei 33.222 euro percepiti dalle donne (-36,3%).

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La necessità di colmare il divario di genere nel nostro Paese non è più rinviabile e richiede una figura istituzionale di riferimento con un'ampia delega, in grado di esercitare una concreta azione di Governo per superare le disuguaglianze e le discriminazioni che sempre di più colpiscono le donne.

L'Italia rimane agli ultimi posti in Europa, e non solo, per tasso di occupazione femminile, ma anche per la crescente disparità salariale, e di conseguenza pensionistica. In Italia  una lavoratrice su quattro lascia il lavoro quando aspetta un figlio, dopo la maternità continuano a lavorare solo 43 donne su 100.

Aumentano la precarietà, la discontinuità lavorativa, a causa della difficile conciliazione tra lavoro e famiglia, e per la mancanza di servizi anche a causa dell'erosione del welfare.

Tutto questo produce una crescente disuguaglianza tra uomini e donne, in barba agli articoli della Costituzione e alle tante norme varate e disapplicate, come denuncia anche l'Onu che ha espresso una forte preoccupazione sulla violenza sulle donne in tutte le sue forme nel nostro Paese. Anche se ci siamo dotati di leggi in linea con gli standard europei siamo carenti nella loro applicazione e nelle azioni di prevenzione di questo odioso fenomeno.

Non servono nuove leggi, vanno applicate quelle che ci sono, a partire dalla Convenzione di Istanbul, che vieta ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne,  garantendo l'effettiva applicazione del principio della parità tra i sessi e che chiarisce come il cambiamento culturale e l'affermazione di una reale parità tra uomini e donne sia la chiave per contrastare efficacemente la violenza.

Dallo scorso maggio è pronto il Piano d'azione straordinario contro la violenza, ma poco si sa sull'operatività e sulle risorse stanziate.

Per garantire il rispetto delle pari opportunità tra uomini e donne, e per contrastare effettivamente la violenza sulle donne, occorre un indirizzo politico ed istituzionale dedicato, in grado di  prevenire e contrastare la violenza, e  le discriminazioni di genere nel corso dell'intera vita lavorativa delle donne: dall'ingresso nel mercato del lavoro fino alla pensione. Non servono modesti provvedimenti a spot ma un impegno concreto a partire dalla designazione della delega politica non più rinviabile.

Loredana Taddei Responsabile Politiche di Genere Cgil Nazionale

Liliana Ocmin Responsabile Dipartimento Politiche Migratorie Donne Giovani  e Coordinamento Nazionale Donne Cisl Nazionale

Maria Pia Mannino   Responsabile Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di Genere  UIL Nazionale

Roma, 22 dicembre 2015

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Si trasmette la circolare sul "Decreto 80/ 2015 ", misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in attuazione dell'articolo 1, commi 8 e 9, della legge 10 dicembre 2014, n. 183 pubblicato sulla GU n.144 del 24-6-2015 - Supplemento Ordinario n. 34)" e una scheda comparativa con le novità apportate dal decreto.

Nella nota vengono messe a confronto le nuove misure in tema di conciliazione con il decreto 151 del 2001, testo Unico sulla maternità.

Le novità apportate dal decreto 80 sono significative e migliorano le condizioni di fruizione dei congedi di maternità e paternità affrontando il tema della conciliazione vita, lavoro e  della cura dei propri figli declinando, per la prima volta dall'emissione del decreto legislativo 151/2001, il concetto di genitorialità in termini di condivisione e, dunque, di parità dei compiti tra genitori.

Ovviamente si poteva osare di più e, soprattutto, dare maggiore stabilità alla misura inserendola all'interno del Testo Unico sulla maternità, comunque vale la pena sottolineare i punti rilevanti  contenuti del decreto 80 e che riassumiamo sinteticamente:

sviluppo della genitorialità e della condivisione della cura dei figli (non solo, quindi, equilibrio tra vita e lavoro di cura).  A questo proposito è opportuno evidenziare le norme volte a tutelare la genitorialità anche in caso di adozioni e affidamenti prevedendo estensioni di tutele già previste per i genitori naturali.

Il provvedimento disciplina innanzitutto il congedo obbligatorio di maternità, al fine di rendere più flessibile la possibilità di fruirne in casi particolari come quelli di parto prematuro (con un superamento dei cinque mesi previsti), o di ricovero del neonato;

innalzamento del periodo di congedo che arriva fino al dodicesimo anno di età del minore (il decreto 151 arrivava fino all'ottavo anno di età) coprendo un periodo, quello preadolescenziale, particolarmente problematico per il passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza, in cui la presenza dei genitori diviene essenziale;

allargamento della misura a tutte le categorie di lavoratrici e di lavoratori (non iscritti ad alte forme obbligatorie, gestione separata, imprenditrici e imprenditori agricoli, ecc.), esso prevede un'estensione massima dell'arco temporale di fruibilità del congedo parentale dagli attuali 8 anni di vita del bambino a 12.

innalzamento del congedo parzialmente retribuito (30%) che viene portato dai 3 anni di età a 6 anni; e per le famiglie meno abbienti tale beneficio può arrivare sino ad 8 anni.

Fruizione del congedo parentale  a ore.

fruizione di un congedo fino a tre mesi (anche su base oraria e/o giornaliera)  per donne vittime della violenza di genere; provvedimento che premia la lotta delle donne del sindacato contro la violenza domestica.

Un appunto, comunque, è doveroso e riguarda l'art. 25 "Destinazione di risorse alle misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata" che prevede che il 10% delle  risorse del Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello, venga  destinata alla promozione della conciliazione tra vita professionale e vita privata. In questo caso, poiché la contrattazione di secondo livello viene attuata solo dal 30% delle aziende italiane si profila una palese disparità di trattamento che dovrà essere colmata.

Ora attendiamo la circolare applicativa dell'INPS e sarà nostra cura dare ampia diffusione.

 

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Presentata alle parti sociali,  dalla Consigliera Nazionale di Parità, Franca Cipriani,  la relazione annuale sulle convalide delle dimissioni delle lavoratrici madri e lavoratori padri.Nel giorno  suo insediamento ufficiale, le donne della UIL rivolgono un caloroso augurio di buon lavoro  alla Consigliera Nazionale di Parità, Franca Cipriani, che ha dato inizio alla sua attività istituzionale presentando l'annuale rapporto sulla convalida delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri, ovvero le "dimissioni in bianco".

La guerra alle dimissioni in bianco, da sempre, ha visto le donne della UIL  in prima linea nel far approvare disposizioni che eliminassero dal mercato del lavoro una piaga che ogni anno vede migliaia di lavoratrici e di lavoratori abbandonare la propria attività per la difficoltà incontrate nel riequilibrare lavoro e impegni di cura e di assistenza ai propri figli.

I dati (relativi al 2014) illustrati nella relazione annuale, predisposta dalla Direzione generale per l'attività ispettiva del Ministero del lavoro rimarcano, rispetto alle rilevazioni del 2013, un incremento delle dimissioni "volontarie" di lavoratrici dopo la nascita del primo figlio e un aumento delle risoluzioni consensuali. Se tra le cause delle dimissioni possiamo annoverare la crisi economica, dall'altro possiamo senza alcun dubbio affermare il Fattore Maternità" è ancora tra le principali cause di esclusione delle donne dal mercato del lavoro.

In materia di conciliazione siamo in posizioni residuali rispetto agli Stati membri della Unione. E questo va cambiato.

La  UIL da tempo afferma che le dimissioni forzate sono una tra le più gravi discriminazioni di genere e da anni le donne della UIL sono in prima linea per contrastare una piaga, retaggio di un ritardo culturale che, continuando a limitare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, influisce negativamente sulla crescita e sullo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Siamo dunque moderatamente soddisfatte che tale problematica sia rientrata nel decreto legislativo di attuazione della legge 183/2014 che rende finalmente più difficile la pratica delle dimissioni in bianco e, da parte nostra, come abbiamo promesso alla Consigliera Nazionale di Parità, non verrà meno il sostegno dell'Organizzazione a  tutte le pratiche messe in atto per contrastare ogni forma di discriminazione nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Roma, 25 giugno 2015

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