Venerdì 25 novembre, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, verrà inaugurata ad Alessandria la prima panchina rossa presente in città per sensibilizzare la cittadinanza sul tema della violenza di genere.
CGIL, CISL e UIL Alessandria, promotori dell’iniziativa, hanno voluto che in uno spazio pubblico della città venisse collocata una panchina rossa, simbolo riconosciuto per ricordare il fenomeno del femminicidio.
La realizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Alessandria che ha accettato la nostra richiesta e si è messo a disposizione per la realizzazione pratica.
Potete trovare la panchina rossa all’interno dell’Area giochi di Via Pietro Campi, lato Scuola primaria Morbelli (quartiere Cristo). L’inaugurazione è fissata alle ore 10 del 25 novembre proprio davanti alla panchina alla presenza di Marica Barrera, Vicesindaco di Alessandria.
Sulla panchina verrà posta una targa che riporta la frase “La violenza sulle donne è una sconfitta per la società”. Inoltre accanto ai loghi di CGIL CISL UIL e Comune di Alessandria ci sarà il logo #panchinerosse degli Stati Generali delle Donne che ha ideato il progetto e posizionato la prima Panchina Rossa a Lomello nel 2016.
Dichiarazione unitaria di CGIL, CISL e UIL: “Siamo contente che la nostra città abbia un simbolo contro la violenza sulle donne e i femminicidi che, come ci riportano i fatti di cronaca, sono sempre presenti. Con la sua posa commemoriamo simbolicamente tutte le donne vittime di violenza per mano maschile che non sono più tra noi. La panchina rammenta che violenza e discriminazione non devono mai più esistere”.
“La posa della panchina rossa nella città di Alessandria - dichiara il Vicesindaco di Alessandria Marica Barrera - testimonia l’impegno dell’Amministrazione nel favorire il buon lavoro delle donne e degli uomini impegnate nelle istituzioni cittadine che hanno come scopo lo sviluppo della nostra città, anche sotto il punto di vista delle tutele e dei diritti. La panchina rossa è un arredo urbano che si trasforma in simbolo con un duplice fine: la sensibilizzazione riguardo la piaga sociale della violenza di genere, domestica e psicologica, sullo stalking e sul femminicidio; il ricordo delle donne vittime di questi reati proprio in virtù del loro genere.
Ringraziamo le tre sigle sindacali coinvolte che hanno promosso unitariamente questa importante iniziativa, anche a testimonianza di un lavoro quotidiano che CGIL, CISL e UIL compiono nella tutela dei diritti acquisiti e sull’avanzamento di quelli ancora negati; si tratta di un contribuito prezioso perché la capillarità della loro presenza sul territorio è un punto di forza utilissimo anche in questo ambito nel quale l’aiuto attivo è fondamentale”.
Ritorniamo a vederci dal vivo!
Non c'è stato giorno in questi ultimi due mesi di lockdown in cui non sia stato chiaro che la categoria più provata dai nuovi ritmi di vita e dai cambiamenti sia stata quelle delle donne.
Ciò non ha nulla a che fare con il fatto che le donne non sappiamo adattarsi ai cambiamenti, anzi sappiamo che questo è un talento di genere, ma i già molteplici ruoli esercitati quotidianamente dalle donne, mamme, moglie, lavoratrici dipendenti o libere professioniste ora sono diventati un carico ancora più ingombrante. Questa situazione ha evidenziato inesorabilmente come la nostra società releghi ancora e in modo anacronistico quasi esclusivamente solo la donna alla gestione della vita familiare e questo aspetto è rafforzato dal fatto che il mondo del lavoro è ancora basato su rigide regole che non consentono il giusto coinvolgimento di entrambi i genitori nella gestione di tutte le attività.
Un studio pubblicato su Lavoce.info da Alessandra Casarico, professoressa di Scienza delle finanze all'Università Bocconi, e Salvatore Lattanzio che sta svolgendo un dottorato di ricerca in Economia all'Università di Cambridge ha dimostrato che a rientrare al lavoro sono per il 72,4% uomini, questo significa donne a casa!
Il rischio è che a pagare questa crisi non solo sanitaria, ma anche sociale siano in modo particolare le donne, costrette a rinunciare al rientro al lavoro perché semplicemente sole e impossibilitate a trovare soluzioni per la gestione dei bambini.
Adele Di Meo, Coordinatrice Pari Opportunità UIL Alessandria: "Venendo a mancare causa forza maggiore i luoghi e le figure di riferimento a sostegno dell'educazione e nell'istruzione dei figli come la scuola, l'asilo, le attività sportive e ricreative, le donne hanno dovuto continuare a fare andare bene le cose, in piena pandemia, svolgendo tutti i loro ruoli dentro casa, destreggiandosi tra lo smartworking, quando concesso, l'homeschooling, l'intrattenimento dei bambini confinati spesso nello spazio di un appartamento e senza possibilità di delega a nonni, baby sitter o altro".
In questi ultimi due mesi sono state introdotte dal Governo nuove misure a sostegno delle famiglie che hanno come scopo quello di agevolare la vita pratica ed economica, ma molto spesso ci siamo trovati a districarci tra la burocrazia e scelta del provvedimento che potesse penalizzare di meno chi, in questo momento delicato, avrebbe bisogno di un aiuto concreto. Pensiamo, ad esempio, che il congedo parentale prevede una decurtazione dello stipendio del 50% e spesso questa scelta richiede grossi sacrifici.
Serena Piscitello, Coordinatrice UIL Diritti Alessandria: "Se nelle scorse settimane per un attimo avevamo letto, e forse anche sperato, che la ripresa sarebbe potuta passare proprio dalle donne, risultate anche clinicamente più resistenti al virus, questa speranza sembra ormai svanita. L'accudimento degli altri, figli e genitori anziani, mette in crisi libertà, autonomia, reddito e mette in dubbio il rientro seppur graduale al lavoro. Chiediamo, dopo aver raccolto moltissime testimonianze di donne, che vengano attuate soluzioni ai problemi sempre nel rispetto della sicurezza e, a pochi giorni dalla festa della mamma, si focalizzi l'attenzione sulla scarsità di misure e progetti che possano alleggerire il carico delle donne".
Le donne escono da quasi due mesi di lockdown totalmente esauste e preoccupate per il presente e i mesi a venire, per la gestione delle attività quotidiane, con la paura di dover rinunciare al loro lavoro fuori casa e quindi all'autonomia, anche finanziaria.
Una riflessione va fatta anche su questo, visto che il lockdown non ha visto la diminuzione di casi di violenza domestica e anzi ha visto peggiorare ulteriormente la situazione facendo scattare aggressioni più frequenti o violente, arrivando fino all'omicidio
Questa la fotografia dello stato psicologico delle donne e madri, che tanto ci preoccupa.
Coordinamento Pari Opportunità e Uil Diritti Alessandria
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