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DICHIARAZIONE dei Segretari Confederali di CGIL CISL UIL

Vera Lamonica, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti

Le rilevanti ingiustizie ed iniquità presenti nel sistema previdenziale non trovano risposta nella Legge di Stabilità.

È un grave errore non introdurre la flessibilità di accesso alla pensione. Così si continuano a penalizzare sia i lavoratori che i giovani i quali vedono ancora bloccato il turn over nel mercato del lavoro.

La proroga del blocco della perequazione fino al 2018 delle pensioni è sconcertante e non ripristina il diritto alla rivalutazione già previsto dalla recente sentenza della Corte Costituzionale.

L'estensione, pur parziale, della no tax area per i pensionati è positiva ma va attuata nel 2016 e non nel 2017 come prevede la legge.

La settima salvaguardia degli esodati, così come è definita, non è risolutiva in quanto non copre tutta la platea stimata dall'INPS e l'attuazione dell'opzione donna è limitata al 31 dicembre 2015.

È grave sottrarre risorse al Fondo dei lavori usuranti che, invece, andrebbero utilizzati per dare una risposta ai lavoratori che svolgono mansioni particolarmente faticose.

Non si dà una soluzione alle migliaia di dipendenti della scuola, Quota 96, che continuano ad essere penalizzati dal più grossolano errore della legge Fornero, né al tema delle ricongiunzioni onerose.

CGIl, CISL e UIL svilupperanno, a partire dai prossimi giorni, un'ampia mobilitazione unitaria in tutto il Paese, con iniziative nei luoghi di lavoro e sui territori e attraverso incontri con tutti i Gruppi parlamentari al fine di ottenere, nel corso dell'iter legislativo, soluzioni positive a questi problemi.

Roma, 27 ottobre 2015

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"Il sistema previdenziale è in equilibrio, se ci si riferisce alle pensioni pagate a fronte di contributi versati negli anni precedenti. È quello più in equilibrio in Europa: lavoriamo più di tutti, le pensioni sono le più basse e paghiamo più contributi. A conferma di ciò, né la Bce né l'Ocse, né il FMI sostengono che bisogna modificarlo.Si vuole tagliare, modificare o ridurre il nostro sistema previdenziale semplicemente come surrogato delle tasse.

Lo Stato spreca molti soldi e quando si tratta, poi, di far tornare i conti la cosa più semplice è quella di mettere mano alle pensioni: è un imbroglio. Noi siamo l'unico Paese in Europa in cui il bilancio della previdenza non è separato da quello dell'assistenza.

Le pensioni sociali, quelle di invalidità o i sussidi alla disoccupazione sono forme di assistenza che nulla hanno a che vedere con la previdenza. In Italia, inoltre, si prendono i contributi dei lavoratori privati per finanziare i contributi che lo Stato non versa per i propri dipendenti.

Il giorno in cui si facesse come si fa negli altri Paesi e, cioè, si separasse il bilancio della previdenza da quello dell'assistenza ci si accorgerebbe, finalmente, che il nostro sistema previdenziale è in equilibrio.

Non lo è quello assistenziale che, però, come in tutti gli altri Paesi, deve essere finanziato dal fisco. In Italia abbiamo un'altissima evasione fiscale e poi le spese sono da Paese normale: non si possono prendere questi soldi che mancano dalle tasche dei pensionati o dei lavoratori".

Ufficio stampa Uil

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