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Convegno Nazionale Amianto: l'Intervento di Luigi Ferrando

Alcune date indicate nella relazione di Tiziana Bocchi devono essere completate dalle iniziative  prese sul territorio piemontese, segnatamente a Casale Monferrato.

La legge 257/92 che ha bandito la lavorazione dell'amianto, è stata precedute nella nostra realtà dalla delibera comunale analoga voluta dal sindaco casalese Riccardo Coppo nel 1987.

Da anni si era capito che l'amianto che veniva estratto dalla cava di Balangero e lavorato nello stabilimento Eternit di Casale, era nocivo e procurava morte certa a chi ne respirasse la fibra.

Lo si era capito dal numero di morti registrati nello stabilimento, ma anche da analisi certe che erano scaturite dal convegno di Neuss in svizzera.

A quel convegno, le cui conclusioni sancirono la letalità del prodotto, aveva partecipato il futuro amministratore delegato Stephan Smidheiny, il quale di ritorno dal dibattito anziché dare inizio ad una diversificazione del prodotto, ammoniva i propri quadri affinchè minimizzassero il pericolo e rassicurassero gli operai con l'uso di mascherine protettive.

Per il sindacato casalese iniziò un periodo di lotte difficili, ostacolate anche dalla spaccatura che si registrò nella cittadinanza.

In sostanza si manifestò l'alternativa del diavolo: o perdi il lavoro o perdi la salute.

Ci vollero anni per arrivare ad un consenso di maggioranza nella città per imporre la messa al bando della lavorazione.

Quel tardivo momento non ha sconfitto la morte per Mesotelioma Pleurico, anzi la ormai troppa diffusione del manufatto continuò a mietere vittime anche fra i cittadini che pur non essendo mai entrati in fabbrica respiravano la perniciosa fibra in città.

Anzi delle tremila morti che ancora scontiamo ogni anno una cinquantina sono il tributo che paga Casale.

Il picco previsto negli anni 2021-2025 costituirà anche per Casale, che associa quella pandemia alla attuale pandemia da covid-19, l'esigenza di fronteggiare due fenomeni pandemici contemporanei.

Ottenuta la legge 257/92

Al sindacato si prospettò da subito un'azione risarcitoria basata su tre elementi: Giustizia, Bonifica, Sanità, che rappresentano lo slogan di tutta la nostra azione.

Sul piano della giustizia offrimmo la piena collaborazione al Procuratore Raffaele Guariniello ed al suo giovane aiutante Gianfranco Colace, per allestire il capo di accusa che sfociò nel processo contro Smidheiny apertosi nel 2009.

Il processo trasformò gli indizi in responsabilità certe e 4 anni dopo si arrivò alla prima sentenza di condanna del magnate svizzero a 16 anni di detenzione ed al risarcimento delle famiglie danneggiate.

Nel frattempo l'imputato tentava di assottigliare gli accusatori offrendo 30000 euro a quanti avrebbero transato rinunciando ad essere parte civile, offrì somme consistenti anche ai comuni perché rinunciassero a costituirsi parte civile, senza risultati tangibili per la sorveglianza da noi e dal popolo casalese effettuata su ogni mossa delle giunte interessate.

Offrì anche circa 4 milioni di euro per la ricerca e per la sanità.

In appello nel duemila sedici gli fu rincarata la dose con 18 anni di condanna.

Il tutto fu purtroppo cancellato con la prescrizione sancita dalla corte d'appello nel 2018.

Sul versante della bonifica, definita la zona sito di interesse nazionale abbiamo ottenuto dal governo Renzi 64 milioni per la bonifica, ottenendo che il comune stabilisse ristori a coloro che bonificavano, Casale è oggi una delle città più deamiantizzate anche se continua pagare il tributo di 50 morti all'anno per mesotelioma pleurico, noi lo chiamiamo mal d'amianto.

Sul piano della sanita si è costituita l'UFIM ( unità funzionale interprovinciale per il mesotelioma), in collaborazione fra le strutture ospedaliere di Casale, Alessandria e l'Università di Torino, finalizzata alla ricerca ed alla cura delle malattie asbesto correlate.

Con le consigliature regionali e comunali precedenti avevamo costituito un comitato strategico comprendente anche il sindacato regionale, gli assessorati competenti regionali e comunali, per monitorare i processi di bonifica nell'intera regione con l'intento di trasferire la sensibilità del casalese a tutto il territorio piemontese, purtroppo con le nuove giunte non siamo ancora riusciti a riattivizzare il comitato.

La conferenza Nazionale Governativa tenutasi in Casale nel 2017, preceduta dall'analoga iniziativa che si tenne a Venezia nel 2012, con la partecipazione di tutte le regioni e le autonomie locali, ha dato indicazioni operative in parte ancora disattese.

Conveniamo sull'esigenza che la messa un comune dei dati afferenti le malattie asbesto correlate debba essere a carico dell'INAIL, così come conveniamo che lo stesso istituto debba sovraintendere con maggiore impegno all'attività del COR, alla sorveglianza sanitaria coordinata a livello delle regioni, al coinvolgimento nella ricerca clinica per la cura del Mesotelioma.

Ci trova d'accordo anche la richiesta dell'apertura di un tavolo di confronto con il Ministero interessato per la valutazione di tutta la materia previdenziale ivi compresa la riapertura dei termini per la presentazione delle domande per il riconoscimento dell'esposizione all'amianto ai fini previdenziali.

Non riteniamo neanche secondaria la battaglia per rendere duraturo e consistente il Fondo Vittime Amianto, grazie alle battaglie sindacali tale fondo è stato migliorato ma non reso stabile per le prossime leggi finanziarie.

Tutta questa materia fa parte della nostra piattaforma regionale che vogliamo confrontare con le altre realtà territoriali contagiate dal pernicioso prodotto.

Termino condividendo gli obbiettivi che la relazioni attribuisce a questa riunione: proseguire nella campagna di informazione per diffondere la sensibilizzazione intorno al tema che non può essere soltanto patrimonio di chi ne ha subito le conseguenze.

Soprattutto condivido la preparazione della giornata del 28 Aprile ( giornata mondiale delle vittime amianto), noi come piemontesi, in particolare casalesi ci stiamo già organizzando ma vorremmo celebrare la giornata in un contesto di regia nazionale alla quale aderiremmo con grande spirito partecipativo.

Pubblicato in Notizie: UILP

Nella disputa per la suddivisione degli investimenti derivanti dal Recovery Found, si colloca anche la richiesta del sindacato pensionati tesa ad ottenere il miglioramento delle R.S.A. nell'integrazione con la cura, il territorio, la domiciliarità.

La curva demografica si presenta inesorabile, tra qualche anno le persone con più di 65 anni saranno un terzo della popolazione italiana.

Dal punto di vista sanitario, gli anziani denunciano prevalentemente malattie croniche, degenerative, neoplastiche, cardiocircolatorie e metaboliche.

Occorre sempre più costruire un'adeguata rete di cura e assistenza sul territorio, quindi il potenziamento delle cure di prossimità con maggiori stanziamenti per i L.E.A.P. ( livelli essenziali di assistenza e prestazioni ).

L'anziano non autosufficiente ha diritto di invecchiare a casa propria perché è comunque portatore di un progetto di vita.

Ciò non vuol dire accantonare le R.S.A. perché ci sono e ci saranno sempre persone che per la gravità delle patologie o per difficoltà familiari non possono essere assistite a domicilio, ma gli anziani non affetti da gravità, ancorchè non autosufficienti, possono essere presi in carico dal sistema sociosanitario a casa loro, con un progetto personalizzato.

Per fare tutto ciò occorrono investimenti adeguati tesi a potenziare la rete territoriale di medici e infermieri dedicati, fisioterapisti di prossimità, personale che possa offrire anche a domicilio assistenza quale ad esempio: bagno assistito, pasto, fisioterapia, esercizi di palestra ecc.

Le R.S.A. nel contempo manterrebbero una adeguata componente sanitaria, tenendo conto   che accolgono sempre più soggetti con gravi patologie facili al riacutizzarsi.

Per fare un esempio che riguarda il nostro territorio, si calcola che in Piemonte ci siano almeno cinquantamila anziani che necessitano di assistenza e che non ricevono adeguato supporto sociosanitario, con costi enormi a carico delle loro famiglie.

Si tratta anche di percorrere una inversione della cultura nordeuropea dell'anziano che deve terminare la propria esistenza in un collegio-ricovero anche quando, con qualche aiuto, ne potrebbe fare a meno.

Un simile progetto sgraverebbe le R.S.A., rendendole più " attente " alle pandemie come quella che ci sta invadendo in questi momenti drammatici della vita sociale, certo richiede maggiori investimenti nella sanità, per questo il sindacato chiede anche il ricorso al MES, scioccamente ritenuto inutile da alcune forze politiche.

Nel tempo, però, ne siamo convinti, ancorchè riumanizzare l'esistenza dei nostri anziani, si tradurrebbe in sicuri risparmi perché curare la salute significa prevenzione quindi, nel lungo termine, risparmio.

Pubblicato in Notizie: UILP
Mercoledì, 09 Luglio 2014 10:59

L'amministrazione comunale incontra i sindacati

In allegato l'articolo de La Stampa di oggi sull'incontro avvenuto a Casale tra l'amministrazione comunale e i rappresentanti delle sigle sindacali e delle associazioni.

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