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A Cura del Servizio Politiche Territoriali della UilMANOVRA ECONOMICA: SE TUTTE LE REGIONI ALLE PRESE CON L'EXTRADEFICIT SANITARIO AUMENTASSERO L'IRPEF REGIONALE POSSIBILI AUMENTI MEDI DEL 47,4% (221 EURO MEDI) PER OLTRE 13 MILIONI DI CONTRIBUENTI

TRA IL 2013 E IL 2015 L'IRPEF REGIONALE E' AUMENTATA DEL 7,5%

(267 EURO  MEDI PRO CAPITE)

NEL 2014 I TICKET SANITARI PESAVANO MEDIAMENTE 24 EURO A CITTADINO

Se tutte le 9 Regioni (Piemonte, Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Calabria, Puglia e Sicilia) alle prese con l'extra deficit sanitario aumentassero al massimo consentito le aliquote dell'IRPEF regionale, si rischiano possibili aumenti medi del 47,4% (221 euro medi pro capite) per oltre 13 milioni di contribuenti.

È quanto calcola il Servizio Politiche Territoriali della UIL che ha simulato, sulla scorta delle aliquote deliberate per il 2015, i possibili aumenti dell'IRPEF Regionale, le cui aliquote potrebbero salire fino al 3,3%.

Documento completo in allegato.

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ADDIZIONALI REGIONALI IRPEF: NEL 2015 BUSTE PAGA PIU' LEGGERE 5,1 MILIONI DI CONTRIBUENTI

UN AUMENTO MEDIO DEL 7,5% TRA IL 2013 ED IL 2015 (3,2% NELL'ULTIMO ANNO), CON PUNTE DEL 48,1% NEL LAZIO, DEL 30,8% IN PIEMONTE DEL 16,7% IN LIGURIA

2 REGIONI (LAZIO E PIEMONTE), PER I REDDITI PIU' ALTI APPLICANO L'ALIQUOTA MASSIMA DEL 3,33%

IL GETTITO MEDIO PRO CAPITE PASSA DAI 362 EURO DEL 2013 AI 377 EURO DEL 2015 CON PUNTE DI 548 EURO MEDI NEL LAZIO, 442 EURO IN PIEMONTE E CAMPANIA

INVECE L'IRPEF COMUNALE AUMENTA IN 33 COMUNI SU 168 COMUNI, DI CUI 3 CITTA' CAPOLUOGO (BOLOGNA, FORLI', LIVORNO)

Mentre ancora ci sono da "ammortizzare" i tagli di trasferimenti apportati alle Regioni dalla Legge di Stabilità 2015, già si affacciano all'orizzonte con il Documento Economico e Finanziario (DEF), ulteriori tagli per il 2016.

Decisioni, queste, che hanno conseguenze dirette ed indirette sulle tasche dei cittadini, in primis coloro che vivono con redditi da lavoro dipendente  pensione, in quanto il rischio di nuove ondate di inasprimenti delle imposte locali è dietro l'angolo.

Infatti, anche per il 2015 per oltre 5,1 milioni di contribuenti ci sarà un aumento del prelievo dell'IRPEF sotto forma di addizionali Regionali IRPEF, che si aggiungono agli aumenti apportati lo scorso anno.

Infatti, da una nostra analisi, commenta Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL – al momento alcune Regioni hanno rimodulato in aumento le aliquote dell'IRPEF Regionale.

Si tratta del Piemonte, del Lazio, dell'Abruzzo, della Liguria che hanno rimodulato in alto le aliquote per alcuni scaglioni di reddito; l'Emilia Romagna le ha rimodulate in apparenza al rialzo, ma inserendo l'aliquota marginale porterà piccoli risparmi per i redditi fino a 40 mila euro, ma per i redditi al di sopra di tale scaglione iniziano gli aumenti; la Lombardia ha penalizzato dello 0,1% i redditi sopra i 75 mila euro; le altre Regioni al momento hanno confermato le aliquote degli anni precedenti..

Nello specifico, spiega Loy, in Piemonte, per i redditi sopra ai 28 mila euro si applicherà un'aliquota del 2,75% a fronte del 2,13% dello scorso anno; per i redditi sopra i 55 mila euro il 3,32% (lo scorso anno il 2,325%); sopra i 75 mila euro si pagherà il 3,3% (lo scorso anno il 2,33%).

Nel Lazio, al momento, gli aumenti delle aliquote al 3,33% (lo scorso anno il 2,33%), riguardano tutti i redditi sopra i 28 mila euro, a meno che la Giunta non presenti una proposta per esentare i redditi fino a 35 mila euro entro il 30 aprile.

In Liguria, per i redditi fino a 15 mila euro, si pagherà l'1,23% (come lo scorso anno); per i redditi fino a 28 mila euro si pagherà invece l'1,81% (lo scorso anno l'1,23%); per i redditi fino a 55 mila euro si pagherà il 2,31% (1,73% l'aliquota dello scorso anno); per i redditi fino a 75 mila euro si pagherà il 2,32% (1,73% lo scorso anno); oltre i 75 mila euro si pagherà il 2,33% (1,73% lo scorso anno).

In Abruzzo, anche per i redditi fino a 28 mila euro, si pagherà l'1,73%.

In "soldini", significa passare, commenta Loy, da un gettito medio delle Addizionali di 362 euro medi pro capite nel 2013, ai 389 euro del 2015 con un aumento del 7,5% (17 euro medi).

Ovviamente, spiega il Segretario della UIL, questa è la media, ma nelle Regioni dove aumentano le aliquote gli aumenti salgono nel Lazio al 48,1% in 2 anni (25,4% nell'ultimo anno); in Piemonte del 30,8% in 2 anni (15,2% nell'ultimo anno); in Liguria del 16,7% tra il 0213 ed il 2015 (11,4% nell'ultimo anno); in Abruzzo del 8,4% tra il 2013 ed il 2015; in Emilia Romagna dell'1%; in Lombardia dello 0,8%.

IL GETTITO MEDIO PRO CAPITE DEL 2015

Mediamente nel Lazio nel 2015, se non si apportano correttivi, l'IRPEF Regionale peserà per 687 euro medi a contribuente; in Piemonte 509 euro medi; in Campania 442 euro medi; in Molise 421 euro medi.

Sono tutte Regioni queste alle prese con l'extradeficit sanitario.

Di converso  nella Provincia Autonoma di Bolzano si pagheranno in media 180 euro; in Sardegna 262 euro; in Basilicata 269 euro; in Friuli Venezia Giulia 270 euro; in Veneto 289 euro.

CONCLUSIONI

Questi aumenti, purtroppo, commenta il Segretario della UIL, fanno il paio con quanto sta succedendo nei Comuni con l'IRPEF Comunale.

Infatti, secondo una prima rilevazione della UIL Servizio Politiche Territoriali, su 168 Comuni che hanno già deliberato l'IRPEF comunale, 33 di essi (il 20%), hanno aumentato l'aliquota, tra cui 3 Città capoluogo (Bologna, Forlì, Livorno).

In particolare Bologna passa dallo 0,7% allo 0,8%; Livorno da aliquote progressive che andavano seconda degli scaglioni di reddito dallo 0,4% allo 0,7%, da quest'anno tutti passano allo 0,8%; a Forlì dallo 0,49% si passa allo 0,6% per i redditi fino a 15 mila euro e allo 0,8% per i redditi superiori.

Aumenti, questi, che sono insopportabili conclude Loy,  per le buste paga di lavoratori dipendenti e pensionati.

E' pur vero che nella spesa pubblica degli enti territoriali ci sono margini di razionalizzazione, ma il Governo  centrale non può continuare nei tagli lineari, in quanto in questo modo si entra nella "pelle viva" dei cittadini. E lo stesso Governo non può certo girare la testa dall'altra parte quando la pressione fiscale a livello locale aumenta per effetto di minori trasferimenti.

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Martedì, 30 Settembre 2014 11:40

Addizionali regionali Irpef

ADDIZIONALIREGIONALI IRPEF

a cura del Servizio Politiche Territoriali della UIL (Documento completo e tabelle nel file in allegato)

ADDIZIONALI REGIONALI IRPEF: NEL 2014 BUSTE PAGA PIÚ LEGGERE DI 58 EURO MEDI PER 7,2 MILIONI DI CONTRIBUENTI UN AUMENTO MEDIO DEL 4,1% CON PUNTE DEL 18% NEL LAZIO, DEL 15% IN UMBRIA E DEL 14% IN PIEMONTE

L'ALIQUOTA MEDIA PASSA DALL'1,52% DEL 2013 ALL'1,58% DEL 2014 CON PUNTE DEL 2,05% IN MOLISE, DEL 2,04% NEL LAZIO E 203% IN CAMPANIA E CALABRIA

IL GETTITO MEDIO PRO CAPITE PASSA DAI 362 EURO DEL 2013 AI 377 EURO DEL 2014 CON PUNTE DI 548 EURO MEDI NEL LAZIO, 442 EURO IN PIEMONTE E CAMPANIA

NEL 2014 LE REGIONI INCASSERANNO 11,5 MILIARDI DI EURO (+418 MILIONI), A FRONTE DEGLI 11 MILIARDI INCASSATI NEL 2013

NEL 2015 LE REGIONI POSSONO AUMENTARE L'ALIQUOTA MASSIMA DAL 2,33% AL 3,33%

RISCHIO STANGATA DI OLTRE 95 EURO MEDI PRO CAPITE SE VENISSERO CONFERMATI I TAGLI ALLA SANITÁ

Per 7,2 milioni di contribuenti, nel 2014, ci sarà un aumento dell'IRPEF di 58 euro medi annui, dovuto all'aumento delle Addizionali Regionali.

Infatti, spiega Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL, nel 2014 sono state 6 le Regioni (Piemonte, Liguria, Umbria, Lazio, Molise e Basilicata) che hanno aumentato o rimodulato in alto le aliquote delle Addizionali Regionali IRPEF; a fronte di 2 sole Regioni che le hanno diminuite
(Provincia Autonoma di Bolzano e l'Abruzzo), mentre le restanti hanno confermato le aliquote. L'effetto di tali manovre, commenta Loy, si traduce in un aumento medio del gettito pro capite del 4,1%, con punte del 18,1% nel Lazio; del 14,8% in Umbria; del 13,6% in Piemonte; dell'8,9% in Basilicata; del 4,7% in Liguria e dell'1% in Molise. Il gettito diminuisce del 13,9% nella Provincia Autonoma di Bolzano e del 3% in Abruzzo.

In "soldoni", si tratta di un aumento medio, spalmato su tutti i 30 milioni di contribuenti, di 15 euro l'anno, passando da un gettito di 362 euro
medi nel 2013 ai 377 euro medi nel 2014.

Ovviamente, spiega il Segretario della UIL, questa è la media nazionale, ma nelle Regioni dove aumentano le aliquote tali importi
salgono a 84 euro medi pro capite nel Lazio; 53 euro medi in Piemonte; 46 euro medi in Umbria; 22 euro medi in Basilicata e 17 euro medi in Liguria.

Il gettito complessivo di questa imposta passa dagli 11 miliardi di euro del 2013 agli 11,5 miliardi di euro di quest'anno.

IL GETTITO MEDIO PRO CAPITE DEL 2014

Nel Lazio, nel 2014, l'IRPEF Regionale peserà per 548 euro medi a contribuente; in Piemonte e Campania 442 euro medi; in Molise 421 euro medi e in Calabria 405 euro medi.

Sono tutte Regioni queste alle prese con l'extradeficit sanitario.

Mentre, nella Provincia Autonoma di Bolzano si pagheranno in media 180 euro; in Sardegna 262 euro; in Basilicata 269 euro; in Friuli Venezia Giulia 270 euro e in Veneto 289 euro.

IL GETTITO IN VALORI ASSOLUTI

In valori assoluti è in Lombardia che si registra il gettito maggiore con 2,1 miliardi di euro; seguita dal Lazio con 1,6 miliardi di euro; il Piemonte con 1,1 miliardi di euro; l'Emilia Romagna con 1 miliardo di euro; la Campania con 895 milioni di euro.

Mentre in Val d'Aosta il gettito in valori assoluti è di 23,6 milioni di euro; nella Provincia Autonoma di Bolzano di 56,3 milioni di euro; in Molise 58,5 milioni di euro; in Basilicata 65,7 milioni di euro; nella Provincia Autonoma di Trento 92,6 milioni di euro.

LE ALIQUOTE E COME SI PAGA

Sono 13 le Regioni che hanno scelto un'aliquota progressiva legata al reddito; mentre le restanti hanno scelto un'aliquota fissa a prescindere dal reddito.

Con un'aliquota media del 2,05%, il Molise sicolloca al primo posto (si parte da un'aliquota dell'1,73% per i redditi fino a 15 mila euro e si arriva al 2,33% per i redditi oltre i 75 mila euro); appena sotto il Lazio con un'aliquota media al 2,04% (1,73% per i redditi fino a 28 mila euro e 2,33% per i redditi superiori); a seguire Campania e Calabria con un'aliquota al 2,03% per tutti i redditi.

Nella Provincia Autonoma di Bolzano, invece, l'aliquota media applicata è stata ridotta allo 0,7% (si applica, infatti, un'aliquota dell'1,23%, ma è stata introdotta una NO TAX AREA di 20 mila euro); in Friuli Venezia Giulia all'1,15% (0,7% per i redditi fino ai 15 mila euro e l'1,23% per i redditi superiori a tale importo). La Provincia autonoma di Trento, la Val d'Aosta, il Veneto e la Sardegna applicano l'aliquota fissa dell'1,23%.

E NEL 2015?

Il prossimo sarà l'anno dell'entrata a regime del cosiddetto "federalismo fiscale", dunque, l'aliquota massima dell'IRPEF regionale potrà passare dal 2,33% di
quest'anno al 3,33%.

E se nella Legge di Stabilità venissero confermati i tagli alla sanità, molto probabilmente le aliquote delle addizionali regionali IRPEF potrebbero "schizzare" in alto.

A rischio soprattutto quelle Regioni, "richiamate" con cartellino "giallo" e con cartellino "rosso", alle prese con i rientri del deficit sanitario (Piemonte, Puglia, Abruzzo, Lazio, Sicilia, Campania, Molise e Calabria), ma che alla fine non risparmierebbero neanche le realtà regionali in "fair play sanitario".

Se il taglio sarà applicato in maniera semi lineare, su 107 miliardi di euro destinati alla sanità, se ne dovrebbero risparmiare 3,2 miliardi di euro, di cui 527 milioni in Lombardia; 304 milioni nel Lazio e Campania.

E ciò potrebbe comportare un aumento medio dell'aliquota dello 0,4%, che in soldoni significa un aumento medio di 95 euro medi a contribuente.

CONCLUSIONI

Aumenti, questi, che sarebbero insopportabili conclude Loy, per le buste paga di lavoratori dipendenti e pensionati.

A tal proposito, c'è la necessità di rivedere tutte le imposte locali introdotte dal federalismo fiscale proprio perché su questi contribuenti virtuosi si concentra una pioggia di rincari fiscali.

Sono questitemi prioritari da cui partire se si vuole rimettere in moto lo sviluppo e la crescita e, di conseguenza, l'aumento dell'occupazione, e non politiche che mirano a togliere tutele. Il tutto insieme all'introduzione dei costi standard e al taglio della spesa improduttiva che ancora rappresenta una parte rilevante nei
bilanci pubblici.

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A seguire verranno illustrati gli effetti su una busta paga dovuti agli aumenti della fiscalità locale per il 2014 sul "bonus IRPEF", promesso dal Governo per i lavoratori e lavoratrici dipendenti. In allegato l'articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica sull'argomento.

Più del 40% del bonus fiscale del nuovo Governo sarà eroso dall'aumento dell'IRPEF federale e dagli aumenti delle aliquote della TASI, quindi gli 80 euro al mese
si ridurranno a 47 euro. Gli effetti sono stati calcolati da una simulazione della UIL Servizio Politiche
Territoriali su una busta paga di 18 mila euro lordi l'anno (1.200 euro netti al mese), con una casa di proprietà (rendita catastale 620 euro).

Infatti il bonus di 80 euro ammonta per il 2014 ammonta per questa tipologia di reddito da Maggio a Dicembre (8 mesi)  a 640.

Purtroppo, però, tra TASI (230 euro), aumento dell'Addizionale Regionale IRPEF (36 euro medi) e del''IRPEF Comunale (12 euro), arriviamo appunto a 278 euro, con una differenza.

La differenza pertanto è di un bonus netto di 362 euro. Pertanto a partire dal mese di maggio il bonus di 80 euro si ridurrà a 47 euro, in quanto 33 euro serviranno per far fronte agli aumenti della fiscalità locale.

Infatti stante la simulazione della UIL, quest'anno IRPEF Regionale aumenterà in 4 Regioni, (Piemonte, Liguria, Lazio e Umbria) hanno aumentato l'aliquota,
arrivando all'aliquota massima del 2,33%, e il costo medio passerà, per questo reddito (18 mila euro lordi),  dai 284 euro del 2013 ai 320 euro del 2014 (+ 12,7%), con picchi di 419 euro nel Lazio (+ 34,3%).

Mentre l'IRPEF Comunale passerà dai 108 euro medi pagati nel 2013 ai 120 euro medi di quest'anno (+ 111,1%), stante già gli aumenti già decisi (su 181 Comuni che hanno deliberato le aliquote per il 2014 in 61 municipi è stata alzata l'imposta, più di 1/3). E se tanto ci da tanto.

"Amare sorprese" per la TASI: su 2 Città dove si sono deliberate le aliquote, ad eccezione di Aosta dove l'aliquota è stata fissata all'1 per mille, in tutti
gli altri municipi si sono decisi gli aumenti.

Secondo una prima proiezione della UIL Servizio Politiche Territoriali, sono 12 le Città che hanno già deliberato le aliquote della TASI per il 2014.

Se il buongiorno si vede dal mattino la nuova imposta porterà delle "amare sorprese" per gli italiani.

Infatti, ad eccezion fatta per Aosta, dove per le case non di lusso l'aliquota è stata fissata al livello base dell'1 per mille, in tutte le altre Città ha subito
delle variazioni al rialzo.

Milano ha scelto il 2,5 per mille, Cagliari il 2,1 per mille, Bologna si sta orientando al 3,3 per mille, così come Piacenza.

Renzi con la stessa tenacia con cui ha ridotto l'IRPEF nazionale, commenta Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL, dovrebbe fare altrettanto per evitare che gli effetti degli aumenti della fiscalità locale erodano il bonus fiscale nazionale.

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In allegato l'analisi UIL degli acconti delle Addizionali Regionali e Comunali IRPEF sulle buste paga e sui cedolini delle pensioni.

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