Ieri, alla Camera di Commercio di Alessandria, si è tenuto un seminario sui nuovi accordi territoriali firmati dalle principali sigle di inquilini e proprietari fino ad ora con il Comune di Alessandria e con il Comune di Tortona. Sono stati anche sottoscritti accordi che interessano 181 comuni minori, al di sotto dei 10000 abitanti. A breve verranno firmati accordi anche con altri comuni centrozona della provincia.
Le sigle presenti erano la nostra UNIAT, nella persona di Arturo Toson, APPC, CONFAPPI, SICET, CONFABITARE, CONFEDILIZIA, SUNIA e UPPI.
Glia accordi riguardano contratti agevolati 3+2, contratti transitori e contratti per studenti. Prevedono agevolazioni fiscali sia per i proprietari grazie alla cedolare secca al 10% e all' IMU agevolata, che per gli inquilini che possono contare su canoni calmierati e concordati in tutta sicurezza (in base alal posizione dell'abitazione, alla zona, alla data di costruzione, ecc...).
Per maggiori informazioni invitiamo tutti gli interessati a rivolgersi all'ufficio UNIAT nella sede UIL di Alessandria.
Con questa intesa, siglata il 9 marzo 2018, Cgil, Cisl e Uilhanno voluto definire contenuti e linee di indirizzo per rilanciare le relazioni industriali, la contrattazione collettiva, estendendone l'efficacia,e in questo modo, il ruolo delle Parti Sociali, ponendosi l'obiettivo di contribuire allo sviluppo del Paese in generale e del settore manifatturiero in particolare.
Per il Sindacato Confederale italiano, infatti, è fondamentale in questa fase dare risposte serie e credibili ai problemi della crescita economica, della occupazione, della salute e sicurezza, della competitività delle imprese e dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori, intervenendo a tal fine anche per qualificare la rappresentatività delle Parti Sociali e contrastare, così, il dumpingcontrattuale.
Serve, al contempo, realizzare diritti universali di welfare in materia di sanità, istruzione, formazione, politiche attive, previdenza, e non autosufficienza: solo così si potrà traguardare uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile.
Questi diritti vanno traguardatiper tutto il Paese a partire dal Mezzogiorno d'Italia.
In quest'ottica, la contrattazione nazionale e aziendale/territoriale dovrà sempre più tendere ad individuare tutte le misure utili a raggiungere tali obiettivi. Per questo l'accordo sottoscritto, nello stabilire compiti e funzioni dei due livelli di contrattazione, ha lasciato, seppur in una cornice di regole bene definite, la possibilità per i singoli Ccnl di ricercare le soluzioni più adatte a favorire lo sviluppo sociale, economico, occupazionale e reddituale dei singoli settori.
Questo lavoro, che impegnerà il Sindacato Confederale unitario per i prossimi anni a tutti i livelli si configura come un contributo innovativo al sistema di relazioni industriali e alla sua modernizzazione e al rafforzamento della democrazia nel nostro Paese e in Europa.
1. Le ragioni
Con questo accordo, Confindustria e Cgil, Cisl, Uil hanno voluto ribadire l'autonomia delle Parti sociali e, allo stesso tempo, riaffermare che le relazioni sindacali costituiscono un valore aggiunto indispensabile per contribuire fattivamente alla crescita del Paese, alla diminuzione delle disuguaglianze nella distribuzione del reddito, al miglioramento della competitività delle imprese e all'aumento dell'occupazione.In quest'ottica, si è provveduto a stilare linee di indirizzo utili ad ammodernare il sistema di relazioni industriali e della contrattazione collettiva attraverso una "governance equilibrata" in grado di tener conto alle specificità contrattuali e produttive dei singoli settori.
2. Il contesto
Per concretizzare e consolidare la fase di ripresa e di crescita economica che sta caratterizzando il nostro Paese, le Parti ritengono indispensabile costruire una nuova politica industriale, basata su missioni strategiche, che faccia perno su l'incremento degli investimenti pubblici e privati orientati all'innovazione, al potenziamento delle infrastrutture e alla competitività. Inoltre, è assunto condiviso la necessità di aumentare la competitività delle imprese, far crescere i salari delle lavoratrici e dei lavoratori e realizzare forme efficaci di partecipazione.A ciò si devono affiancare, inoltre, politiche indirizzate ai giovani, migliorando il rapporto tra scuola e lavoro, e che sappiano cogliere a pieno le possibilità di Impresa 4.0 attraverso investimenti in ricerca e sviluppo.
3. Tre obiettivi centrali
-condividere una strategia di sviluppo, coordinata e coerente con le trasformazioni in atto e basata su formazione, ricerca e innovazione, in grado di assicurare all'Italia una crescita sostenibile ed inclusiva,atta a superare i dualismi produttivi e territoriali, in particolare per quanto attiene al Mezzogiorno, presenti nel Paese;
-realizzare un mercato del lavoro più dinamico ed equilibrato che favorisca l'inserimento, in particolare, dei giovani e delle donne.E che trovi il giusto equilibrio tra politiche attive e passive, in modo da tutelare le transizioni occupazionali e facilitare, al contempo, l'incontro tra domanda e offerta;
-rafforzare un modello di relazioni sindacali autonomo –innovativo –partecipativo, in grado di sostenere il collegamento virtuoso tra innovazione –produttività –retribuzioni.
4. Democrazia e misura della rappresentanza
Confindustria e Cgil, Cisl e Uil ritengono indispensabile consolidare quanto previsto, in termini di certificazione e misurazione della rappresentanza e rappresentatività delle organizzazioni sindacali, nel T.U. del 10 gennaio 2104. In quest'ottica, e al fine di rendere "universale" la raccolta dei dati, chiedono la piena collaborazione delle Istituzioni per superare le problematiche ancora esistenti in merito alla acquisizione dei verbali RSU e alla volontarietà del conferimento dei dati sulle deleghe da parte delle aziende. Le Parti, poi sottolineano che è necessario misurare anche la rappresentanza di parte datoriale, definendo impegni per un modello di certificazione, anche condiviso con le altre Associazioni datoriali. Inoltre, in questo modo si potrà porre un argine al proliferare dei Ccnl e relativo "dumping contrattuale", certificato dal CNEL, al quale abbiamo assistito negli ultimi anni.
Proprio per porre un argine alla contrattazione in dumping e al proliferare dei Ccnl, Confindustria e Cgil, Cisl, Uil chiedono al CNEL di effettuare una ricognizione:
dei perimetri della contrattazione collettiva nazionale di categoria al fine di delinearne un quadro preciso;
dei soggetti firmatari dei Ccnl al fine di verificarne l'effettiva rappresentatività.
Confindustria e Cgil, Cisl, Uil, in seguito a quanto effettuato dal CNEL, si riservano poi di proporre misure che assicurino il rispetto dei perimetri della contrattazione collettiva e che impediscano, al contempo, di violare o forzare arbitrariamente gli ambiti di applicazione dei Ccnl, nonché di garantire una più stretta correlazione tra Ccnl applicato e reale attività di impresa.
Confindustria e CGIL CISL UIL ritengono che l'efficacia generalizzata dei contratti collettivi di lavoro costituisca un elemento qualificante del sistema di relazioni industriali e che le intese in materia possanorappresentare,attraverso il loro recepimento, il presupposto per l'eventuale definizione di un quadro normativo in materia.
Infine, le Parti ribadiscono la necessità che i singoli Ccnl diano attuazione al T.U. anche per quanto concerne, per ambo le parti contraenti, la previsione di clausole e procedure di raffreddamento e l'individuazione di misure volte a sanzionare l'inadempimento contrattuale.4
5. Principi per regolare assetti e contenuti della contrattazione collettiva
Confindustria e Cgil, Cisl, Uil ribadiscono che i processi di trasformazione dei settori produttivi e del mondo del lavoro richiedono una "governance adattabile " della contrattazione collettiva. E' "convinzione comune" delle Parti, infatti, "che la competitività delle imprese e la valorizzazione del lavoro si possa meglio conseguire affidando ai diversi livelli di contrattazione collettiva compiti e funzioni distinte entro un quadro regolatorio flessibile".
A tal fine vengono enunciate le seguenti linee di indirizzo:
viene ribadita l'articolazione contrattuale basata su due livelli: contratto nazionale e contrattazione decentrata;
la contrattazione collettiva dovrà contribuire a determinare le condizioni per migliorare la produttività e i salari reali, favorendoi risultati delle imprese e valorizzando i contenuti e le competenze espresse dal lavoro;
il contratto collettivo nazionale di categoria dovrà assolvere la sua principale funzione di fonte di regolazione dei rapporti di lavoro e di garante dei trattamenti economici e normativi comuni a tutti i lavoratori del settore;
il contratto collettivo nazionale di categoria conserverà la sua funzione di regolatore delle relazioni sindacali del settore, disciplinando anche le principali iniziative di bilateralità;
il Ccnl dovrà individuare il TEC(trattamento economico complessivo) e il TEM (trattamento economico minimo) che corrisponde ai minimi tabellari.
il TEC comprende il TEM e tutti i trattamenti economici qualificati come comuni per tutti i lavoratori occupati nel settore, ivi compreso solo a questo fine le forme di Welfare (previdenza complementare, assistenza sanitaria), le eventuali quote di produttività erogate a livello nazionale ecc... secondo la disciplina determinata dallo stesso Ccnl;
il Ccnl dovrà incentivare lo sviluppo virtuoso, sia quantitativo che qualitativo, della contrattazione di secondo livelloanche territorialmente sia laddove presente secondo la prassi in essere sia attraverso lo sviluppo e il monitoraggio dell'accordo del 14 luglio 2016;
gli aumenti del TEM (minimi tabellari), per tutto il periodo di vigenza contrattuale come individuato dal relativo Ccnl, dovranno essere effettuati in funzione delle variazioni dell'IPCA attraverso modalità, relative alle formulazioni della base di calcolo
(valore punto) e alla sua corresponsione temporale (ex post –ex ante), che sono lasciate alla determinazione dei singoli Ccnl, secondo le regole condivise per norme oprassi.
6. Relazioni Industriali
Confindustria e Cgil, Cisl, Uil si impegnano a produrre specifiche intese riguardanti:
a) Welfare;
b) Formazione e competenze;
c) Sicurezza sul lavoro;
d) Mercato del lavoro;
e) Partecipazione.
Le parti ritengono essenziale salvaguardare il carattere universale del welfare pubblico del quale il welfare contrattuale deve essere integrativo e non sostitutivo.Confindustria e Cgil, Cisl e Uil considerano inoltre necessario costruire un sistema di governance di questa materia, anche attraverso forme di bilateralità, capace di ottimizzarne e qualificarne i contenuti.Questo, in particolare, per quanto riguarda campi considerati di "interesse generale" come: la previdenza complementare, l'assistenza sanitaria, la tutela della non autosufficienza e le prestazioni di welfare sociale.Per conseguire questo obiettivo le parti ritengono necessario fissare con accordi di livello interconfederale alcune linee di indirizzo per la contrattazione per consentire anche nei settori privi di specifiche iniziative una maggiore universalità nelle tuteleIn particolare, per quanto riguarda il secondo pilastro previdenziale che costituisce sempre più un elemento qualificante del nostro sistema di protezione sociale, le Parti, viste anche le ultime riforme pensionistiche, ritengono opportuno avviare un confronto con le Istituzioni voltoa migliorare la fiscalità di vantaggio su queste prestazioni, ridurre la tassazione sui rendimenti e facilitare gli investimenti dei fondi previdenziali in economia reale.
b) Formazione e competenze
Confindustria e Cgil, Cisl, Uil ritengono che la competitività del nostro sistema produttivo si fonda sempre di più sul patrimonio di competenze delle lavoratrici e dei lavoratori.Per questo motivo devono essere intensificati gli investimenti che vanno in questa direzione e, al contempo, è necessario potenziare gli strumenti che certificano le competenze acquisite.6
In quest'ottica, le Parti considerano essenziale operare sul nostro sistema educativo migliorando l'efficienza dell'offerta scolastica, a tutti i livelli, e valorizzando i percorsi virtuosi in alternanza scuola-lavoro, questo soprattutto per rispondere alle nuove esigenze dettate da "Impresa 4.0".
Allo stesso modo, Confindustria e Cgil, Cisl, Uil ritengono essenziale avviare un confronto con il Governo, proprio per rispondere alle trasformazioni tecnologiche e digitali in atto, al fine di attivare un grande piano formativo, attraverso i fondi per la formazione continua (Fondimpresa) e godendo di una fiscalità di vantaggio, per accrescere le competenze di chi è attualmente al lavoro e ridurre gli effetti che l'introduzione di tecnologie innovative potrebbero avere sull'occupazione.
c) Sicurezza sul lavoro
Garantire la salute e la sicurezza sui posti di lavoro resta per Confindustria e Cgil, Cisl, Uil un obiettivo prioritario ed un ambito privilegiatoper sviluppare un sistema di relazioni industriali responsabile e partecipato. A tal fine, le Parti ritengono necessario riprendere il confronto per addivenire a una intesa per la piena attuazione del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro e favorire il radicamento di un'autentica cultura della sicurezza che metta al centro la persona, anche attraverso forme di partecipazione organizzativa che favoriscano il diffondersi di una consapevole e matura cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.
d) Mercato del lavoro
Contrattazione collettiva, investimenti e formazione sono le tre priorità per affrontare il tema della riduzione dei tassi di disoccupazione e favorire in misura maggiore e in termini più qualitativi, l'inclusione dei giovani nel mercato del lavoro. Confindustria e Cgil, Cisl, Uil ritengono importante sostenere e accompagnare l'attuazione delle iniziative dirette ad affrontare sia le fasi di transizione del mercato del lavoro –supportando le politiche attive per l'occupazione –sia la gestione delle situazioni di crisi, attraverso un utilizzo flessibile degli ammortizzatori sociali per la salvaguardia dei livelli occupazionali.In quest'ottica, l'introduzione della possibilità di utilizzare l'Assegno di Ricollocazione (ADR), su base volontaria, già durante la fruizione della Cassa Integrazione, andrà accompagnato da un maturo e responsabile confronto tra le parti in azienda volto a rafforzare la possibilità di riqualificazione e di ricollocazione nelle crisi che prevedono possibili esuberi.
e) Partecipazione
Confindustria e Cgil, Cisl, Uil condividono la necessità di sostenere, anche attraverso il decentramento della contrattazione collettiva, le forme e gli strumenti della partecipazione organizzativa nelle imprese.La maggiore autonomia che questa intesa assegna alle parti stipulanti il contratto collettivo nazionale di categoria, potrà altresì consentire di valorizzare, nei diversi ambiti settoriali, i percorsi più adatti per la partecipazione organizzativa, contribuendo, anche per questa via, alla competitività delle imprese e alla valorizzazione del lavoro.7
Confindustria e Cgil, Cisl, Uil considerano, infine, un'opportunità la valorizzazione di forme di partecipazione nei processi di definizione degli indirizzi strategici dell'impresa.
Cordiali saluti,
Le segreterie confederali
CGIL CISL UIL
Franco Martini Gigi Petteni Tiziana Bocchi
"Apprezziamo la disponibilità del Governo a chiudere in tempi brevi la partita dei rinnovi contrattuali assicurando l'aumento medio di 85 euro e la salvaguardia del bonus degli 80 euro onde evitare penalizzazioni ai lavoratori che attualmente lo percepiscono". Lo afferma in una nota il Segretario generale della Uilpa Nicola Turco, puntualizzando tuttavia che "tale impegno non esaurisce il rispetto dell'accordo stipulato lo scorso 30 novembre tra Governo e Sindacati confederali con il quale è stato previsto uno specifico intervento finalizzato al riequilibrio tra le fonti – legge e contratto – accordando anzi una posizione di maggior favore alla contrattazione".
"Ricordiamo – prosegue Turco – che il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego non riguarda soltanto la parte economica ma anche quella normativa, nella quale va ridisegnato il nuovo sistema delle relazioni sindacali e vanno ridefiniti i contenuti della contrattazione che deve riappropriarsi delle materie sottratte, ad iniziare dall'organizzazione del lavoro e dai molteplici aspetti che caratterizzano il rapporto di lavoro pubblico".
Conclude Turco: "Per la Uilpa non c'è contratto senza il ripristino, anche nel settore pubblico, della contrattazione".
Servizio Politiche Attive e Passive del Lavoro POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO: GLI INCENTIVI NAZIONALI ALL'OCCUPAZIONE - II RAPPORTO UIL
Aggiornato a settembre 2017
Introduzione
Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL
Questo elaborato vuole essere un aggiornamento del precedente Studio UIL sugli "incentivi nazionali all'occupazione" (diffuso a maggio scorso), con gli ultimi monitoraggi sui risultati dei più recenti incentivi quali "l'incentivo occupazione giovani" e "l'incentivo occupazione sud" e, a corredo, una fotografia dello stato della nostra occupazione osservabile attraverso i dati di flusso delle Comunicazioni obbligatorie, e i dati di stock forniti dall'Istat.
La necessità di favorire assunzioni a tempo indeterminato e l'inclusione del maggior numero di giovani nel mercato del lavoro sono ormai da anni tra le priorità delle politiche nazionali. Alcuni incentivi, almeno dal punto di vista quantitativo, hanno funzionato più di altri (come ad esempio l'esonero contributivo 2015 e 2016 e l'incentivo occupazione Sud che potrà essere utilizzato ancora per tutto il 2017 e sul quale, visti i risultati, si sta pensando a un rifinanziamento). È chiaro che queste misure non possono avere una valenza strutturale nel tempo, pena l'ingente carico sulla fiscalità generale, sebbene abbiano contribuito a stimolare occupazione di "qualità".
I numeri parlano di circa 2,2 milioni di attivazioni/trasformazioni a tempo indeterminato con gli esoneri contributivi del biennio 2015 e 2016. Nel 2015 le attivazioni con contratto a tempo indeterminato sono cresciute del 44,5%, a fronte di una diminuzione delle altre forme contrattuali (anche dell'apprendistato per effetto di un esonero più concorrenziale in termini di costo contributivo). Si assiste anche ad una, inevitabile, riduzione del tempo determinato e delle collaborazioni (le quali scontano anche l'entrata in vigore di una normativa rivisitata più stringente).
La diversa modulazione delle caratteristiche dell'esonero del 2016 (non più totale, bensì ridotto al 40%), ci racconta un'ulteriore storia: il contratto di apprendistato diventa un concorrente più forte del tempo indeterminato in termini di contribuzione a carico del datore di lavoro e ciò, conseguentemente, si ripercuote su una flessione dei tempi indeterminati a vantaggio di una crescita dell'apprendistato. Ciò sarà maggiormente visibile dalle tabelle presenti alla fine di questo elaborato. Nei due anni l'incentivo è stato maggiormente utilizzato nel Nord e per assunzioni nella fascia 30-39 anni...
LEGGI LO STUDIO COMPLETO SCARICANDO L'ALLEGATO
Il giorno 8 settembre 2017 a Roma si è tenuto l'incontro con le associazioni cooperative per il rinnovo del CCNL della distribuzione cooperativa.
Dal confronto è emersa l'impossibilità di far evolvere positivamente il negoziato verso il rinnovo del CCNL, soprattutto a causa della irragionevole posizione di parte datoriale di avere, prima di raggiungere un'intesa complessiva, una proposta unitaria delle OO.SS. relativa alla rivisitazione del trattamento economico dei giorni di assenza per malattia ricompresi nel periodo di carenza.
Nonostante Filcams, Fisascat e Uiltucs abbiano invitato le controparti a proseguire il confronto sulla totalità dei temi, nella piena autonomia contrattuale, ricercando una mediazione equilibrata comprensiva dell'aumento salariale, le associazioni cooperative hanno negato la possibilità di procedere in tale direzione riservandosi di riferire alle imprese l'esito del confronto.
Filcams, Fisacat e Uiltucs ritengono inaccettabile che a quasi quattro anni dalla scadenza del CCNL le Associazione Cooperative si rifiutino di negoziare il rinnovo del CCNL assumendo una posizione precostituita su un tema come quello della malattia, certamente non solo simbolico, e che si somma alle gravose richieste di intervenire su divisore orario, maggiorazioni, orario di lavoro, derogabilità e classificazione.
L'indisponibilità a mantenere aperto il negoziato da parte delle cooperative è un atto grave che danneggia pesantemente dal punto di vista retributivo le lavoratrici e i lavoratori delle Cooperative di consumo che da anni non ricevono alcun aumento contrattuale.
Filcams, Fisascat e Uiltucs ritengono fondamentale il rinnovo del CCNL, anche in ragione del necessario governo condiviso delle difficili vertenze aziendali aperte. Il venire meno di un tavolo di trattativa inerente il CCNL, apre la strada ad un inasprimento delle relazioni sindacali a tutti i livelli e all'avvio di una necessaria riflessione sul valore e il ruolo della contrattazione aziendale; pertanto ritengono imprescindibile che si riprenda un vero confronto a breve, evitando rigidità e posizioni volte a mortificare il lavoro.
p.la FILCAMS/CGIL p.la FISASCAT/CISL p.la UILTuCS
A. Di Labio A. Dell'Orefice P. Andreani
Roma, 11 settembre 2017
DICHIARAZIONE DEI SEGRETARI CONFEDERALI DI CGIL, CISL E UILFRANCO MARTINI, GIGI PETTENI E TIZIANA BOCCHI
Sono stati firmati tra Confesercenti e Cgil, Cisl e Uil, due importanti accordi interconfederali riguardanti, uno, il modello contrattuale e le relazioni sindacali, l´altro, la misurazione e certificazione della rappresentanza e rappresentatività delle organizzazioni sindacali.
Dopo gli accordi sottoscritti con Confcommercio, Confapi e le Associazioni Artigiane prosegue, dunque, il percorso intrapreso dal sindacato italiano, a partire dall'accordo unitario del 14 gennaio 2016, volto a costruire un moderno sistema di relazioni sindacali in grado di favorire lo sviluppo sociale, economico ed occupazionale del Paese.
Allo stesso modo l´intesa raggiunta sulla rappresentanza conferma la piena volontà di Cgil, Cisl e Uil di addivenire a un insieme di regole chiare e condivise per certificare la rappresentatività delle OO.SS in tutti i settori economici. Resta però evidente la necessità di censire anche le parti datoriali per stabilire quali soggetti sono titolati, o meno, a sottoscrivere contratti collettivi nazionali e porre, così, un freno al proliferare incontrollato di questi ultimi.
Gli accordi sottoscritti dimostrano ancora una volta la vitalità delle relazioni sindacali così come il ruolo che le Parti Sociali possono e devono svolgere per costruire soluzioni utili e condivise atte a tutelare e qualificare il lavoro e rendere, allo stesso tempo, maggiormente competitive le imprese.
«Lavoro e riforma previdenziale: i due pilastri del cambiamento». È il titolo del convegno organizzato dalla Uil di Brindisi e dalla Uil pensionati al quale ha partecipato, oggi, il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. «Il vero cambiamento per lo sviluppo del Paese - ha detto Barbagallo nel suo intervento conclusivo - si deve fondare sulla valorizzazione del lavoro, sulla tutela delle pensioni e sugli investimenti. Il 75% delle nostre imprese produce beni e servizi per il mercato interno e se non aumenta il potere d'acquisto dei lavoratori e dei pensionati e se non si dà lavoro ai giovani facendo investimenti pubblici e privati, la domanda interna non aumenta, le imprese rischiano di chiudere, l'occupazione non cresce e l´economia stenta a decollare».
La riunione odierna è stata anche l'occasione per tornare sulle recenti intese sottoscritte da Cgil, Cisl, Uil. «Grazie all'impegno unitario del Sindacato - ha proseguito il leader della Uil - siamo riusciti a sottoscrivere, pochi mesi fa, un accordo sulla previdenza, e nei giorni scorsi, gli accordi per i rinnovi dei contratti dei metalmeccanici e dei dipendenti pubblici. Qualcuno aveva pensato che si sarebbe potuto fare a meno delle parti sociali e, invece, siamo riusciti a far recuperare centralità alla contrattazione e a ottenere, così, risultati impensabili solo un anno fa. Con i recenti accordi, infatti, abbiamo convinto il Governo a spostare 7 miliardi sul sistema della previdenza e 5 miliardi verso il pubblico impiego: un risultato eccezionale.
Ora dobbiamo proseguire su questa strada, a cominciare dall'avvio dei tavoli di trattativa delle singole categorie dei dipendenti pubblici per la concreta definizione dei rinnovi dei contratti. Nei prossimi giorni, poi - ha ricordato Barbagallo - incontreremo Confindustria per avviare un confronto sulla riforma delle relazioni industriali e del modello contrattuale. Noi siamo pronti ad accettare la sfida della produttività che, però - ha concluso Barbagallo - deve essere fondata sul benessere dei lavoratori e sugli investimenti in processi e prodotti». Brindisi, 2 dicembre 2016
Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, è intervenuto al Consiglio confederale della Uil Lombardia. Alla riunione hanno partecipato anche i segretari generali dei pensionati, Romano Bellissima, degli edili, Vito Panzarella, e altri segretari nazionali di categoria. All'ordine del giorno, il recente accordo sulle pensioni e la partita dei rinnovi contrattuali.
«Sulla previdenza siamo riusciti a ottenere un risultato soddisfacente - ha detto Barbagallo ai dirigenti e attivisti lombardi della sua Organizzazione - avevamo chiesto 2,5 miliardi l'anno, ne abbiamo ottenuti 2,333 miliardi. Dal punto di vista sindacale, possiamo dire di aver portato a casa il 90% della nostra piattaforma. Anche i nostri detrattori devono farsene una ragione: i sindacati, con le loro idee e le loro proposte, hanno svolto e svolgono un ruolo importante. Certo, ora bisogna proseguire lungo questa strada per completare il percorso sulla previdenza».
Resta ancora aperta, invece, la partita dei contratti pubblici e privati. "D'accordo con Confindustria - ha proseguito Barbagallo - è stata lanciata l'idea di un Patto per la crescita del Paese. Abbiamo anche ricordato, però, che sono stati rinnovati 20 contratti e ne mancano all'appello altri 25, oltre a quello per il pubblico impiego. Complessivamente, sono oltre 11 milioni i lavoratori che, da meno o più tempo, attendono il rinnovo del proprio contratto: bisogna procedere rapidamente. Se non ci fossero risposte adeguate - ha sottolineato il leader della Uil - non ci resterebbe che la lotta per ridimensionare le impostazioni delle nostre controparti. Il Paese, però, non ha bisogno di ciò, ecco perché chiediamo che ci si metta intorno ai tavoli e si trovino le soluzioni per questi contratti scaduti o in scadenza. Peraltro, se in questo Paese non c'è la ripresa del potere d'acquisto di lavoratori e pensionati, il 75% delle imprese che lavora per il mercato interno rischia di chiudere: è anche loro interesse rilanciare il potere d'acquisto dei lavoratori e dei pensionati e rimettere in moto il Paese per dare lavoro ai giovani". Barbagallo ha concluso il suo intervento con un richiamo al Governo e all'Europa in merito alle legge di bilancio: "Ci vuole più coraggio - ha detto - per realizzare investimenti pubblici: ecco perché quando il nostro Premier dice che vuole fare come Obama, io applaudo. Bisogna contrastare la politica di austerità imposta da questa Europa che sta generando più muri che crescita e, così facendo, rischia di distruggersi".
Al termine del Consiglio confederale, il leader della Uil si è recato alla Bindi per un'assemblea unitaria con tutti i lavoratori di questa azienda del settore agroalimentare. Anche nel confronto diretto con operai e impiegati sono stati affrontati gli stessi argomenti della mattinata, oltre a quelli più specifici sul futuro dell'industria italiana.
Roma, 24 ottobre 2016 (dal sito www.uil.it)
Non può non allarmare la costante discesa delle assunzioni a tempo indeterminato, ma ancor più preoccupante è che il lavoro a termine non riesce a recuperare neanche parzialmente il "deficit" di assunzioni rispetto al 2015. Certamente, molte aziende hanno anticipato al 2015 le assunzioni previste quest'anno, ma il dato, in generale, sembra segnalare soprattutto molta cautela e prudenza del nostro sistema produttivo.Il continuo crescere dei voucher, inarrestabile e omogeneo in tutto il Paese, deve portare il legislatore a porre paletti più rigidi rispetto al solo obbligo di comunicazione, così come prevede il Governo.
Indubbiamente, la prossima Legge di Stabilità dovrà comunque prevedere un intervento strutturale di riduzione delle tasse sul lavoro sia per dare respiro ai consumi sia per incentivare selettivamente (sud, giovani e occupazione aggiuntiva), le imprese che coraggiosamente, comunque, assumono.
"Noi siamo disponibili a entrare nel vivo del confronto con il Governo sul pubblico impiego e a discutere di tutto. Bisogna vedere quante risorse saranno postate nella legge di stabilità, quelle attuali non sono sufficienti". È quanto ha detto il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo partecipando questa mattina alla trasmissione "Agorà"."Ho già dichiarato di essere d'accordo con quanto annunciato dal Presidente del Consiglio - ha sottolineato Barbagallo - ora bisogna avviare seriamente la trattativa.
Siamo pronti ad affrontare anche il tema della riforma della Pubblica Amministrazione. Bisogna avere consapevolezza però che, in questi sette anni, in questo settore, i posti di lavoro sono diminuiti di 300 mila unità. Nonostante tanti stipendi in meno e nonostante il mancato rinnovo dei contratti, la spesa pubblica è aumentata: dove sta il trucco? Per quel che riguarda, in particolare, i contratti - ha proseguito il leader della Uil - ribadiamo la necessità sia di un livello nazionale sia di un secondo livello al quale può essere demandata la questione del merito.
E deve essere chiaro, a proposito della continua polemica sui cosiddetti "furbetti", che la stragrande maggioranza dei lavoratori del pubblico impiego lavora bene e fa funzionare il nostro Paese. Poi ci sono i disonesti i quali, più che "furbetti", sono "cretinetti" che denigrano un'intera classe di lavoratori : questi bisogna colpirli, sapendo che ci sono anche le responsabilità di chi dirige".
© 2021. Tutti i diritti riservati.
Privacy Policy | Cookie Policy
Web by ModusOperandi