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Cgil e UIL proclamano uno sciopero generale nazionale per giovedì 16 dicembre 2021 con le seguenti motivazioni: Sostegno alle proposte sindacali su precarietà, pensioni, fisco, lavoro e per la modifica della Legge di Bilancio. L’astensione avrà durata pari all’intera giornata lavorativa per tutti i lavoratori pubblici e privati.
L’organizzazione dello sciopero avrà carattere regionale.
Le federazioni di categoria e le organizzazioni sindacali territoriali della CGIL e della UIL comunicheranno le modalità di adesione allo sciopero generale, nei termini previsti dalla legge n.
146/90 e sue successive modifiche.
Le scriventi OO. SS. Esonerano con la presente il settore della sanità pubblica e privata, comprese le RSA, dalla indizione del presente sciopero ai fini di salvaguardare il diritto prioritario alla salute dei
cittadini in questa fase di emergenza pandemica.
Saranno garantite le prestazioni indispensabili, in osservanza delle regolamentazioni di settore.
 
i Segretari Generali
CGIL e UIL
Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri
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Le Organizzazioni Sindacali CGIL e UIL di Alessandria, a seguito della notizia della ricomparsa all'ordine del giorno del Consiglio Comunale di Alessandria di oggi, 17 febbraio 2021, della discussione sulla pillola abortiva RU486, esprimono la propria totale contrarietà per la circolare della Regione Piemonte che obbliga al ricovero ospedaliero le donne che vorranno sottoporsi ad aborto farmacologico tramite la pillola Ru846 e che tale ordine del giorno sostiene pienamente.

Questa circolare è in pieno contrasto con la disposizione del Consiglio Superiore di Sanità che lo scorso 4 agosto aveva espresso parere favorevole al ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico fino a 63 giorni, ovvero 9 settimane compiute di età gestazionale. Questo deve avvenire nelle strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, collegate all'ospedale ed autorizzate dalla Regione, nei consultori oppure in regime di day hospital.

CGIL e UIL di Alessandria ribadiscono la totale validità della legge 194 del 1978 e ne richiedono l'applicazione nel rispetto dell'inalienabile diritto all'autodeterminazione e alla libera scelta delle donne.

In un periodo come quello attuale, caratterizzato dall'emergenza economica e dalla crisi pandemica, è inaccettabile che il Consiglio Comunale di Alessandria si immagini una discussione su come limitare l'accesso delle donne ad un diritto previsto dalla legge. Oggi più che mai è invece necessario rafforzare tale diritto ed estendere la facoltà di esercitarlo in un numero sempre maggiore di strutture, destinando le risorse in questa direzione.

Qualora tale discussione dovesse proseguire in Consiglio Comunale, CGIL e UIL di Alessandria adotteranno tutti gli strumenti per la tutela dei diritti delle donne e contro questo ennesimo attacco alla libertà.

Per CGIL Maria Iennaco   per UIL Adele Di Meo

Alessandria, 17/02/2021

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Sabato 30 marzo, a Verona, presso il cinema K2 in via Rosmini 1, a partire dalle ore 10, si terrà un incontro pubblico dal titolo "Libere di scegliere" che terminerà con un flash mob "LIBER.E"per le vie di San Zeno fino al ponte di Castelvecchio. Si potrà, inoltre, liberamente prendere parte al corteo, a partire dalle ore 14 presso la Stazione Fs P.le XXV Aprile.
I temi che saranno al centro della giornata ruotano attorno ai diritti civili ed individuali, allalibertà di scelta delle donne ed alla possibilità di conciliare vita privata e vita pubblica,
genitorialità e lavoro.
La scelta della data si inserisce opportunamente nell'ambito dei giorni del discusso Congresso mondiale delle Famiglie, per affermare con energia valori come l'autodeterminazione, il
rispetto ed il pluralismo e per un'idea laica di famiglie.
L'iniziativa è promossa da: Uil, Cgil, Cisl di Verona, il movimento civico Traguardi, il gruppo Donne Democratiche e le associazioni Telefono Rosa di Verona, Isolina e..., Il Melograno, Il Filo di Arianna e Aied.
Interverrà la Segretaria Confederale UIL Ivana Veronese.
Parteciperanno anche Laura Boldrini, Monica Cirinnà, Susanna Camusso, Franca Porto, Livia Turco, Cristina Simonelli, Lucia Annibali e Martina Dell'Ombra.
Unico dettaglio necessario per la partecipazione al flash mob: rispettare un dress code bianco e indossare guanti da cucina.

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Mercoledì, 20 Settembre 2017 09:57

Cgil, Cisl, Uil: un lavoro stabile nell'impresa 4.0

Contrattazione.  Vincenzo Colla e Maurizio Landini, segretari confederali della Cgil, Angelo Colombini, segretario confederale della Cisl, e Tiziana Bocchi, segretaria confederale della Uil, al termine dell'iniziativa di presentazione dei risultati del Piano nazionale Industria 4.0, in una nota unitaria, rilasciano la seguente dichiarazione.

I dati illustrati oggi nel corso della cabina di regia del "Piano nazionale Impresa 4.0", indicano che c'è una ripresa degli investimenti produttivi, che occorre proseguire in questa direzione, però resta ancora molto da fare.

Dal punto di vista del metodo, Cgil, Cisl e Uil sono convinte che la complessità e trasversalità dei temi trattati richiedano un maggior coinvolgimento delle parti e dei ministeri interessati. Perché solo se si sapranno mettere a fattor comune i contributi di tutti e di ciascuno potremo raggiungere l'obiettivo: contribuire alla crescita e allo sviluppo produttivo, economico ed occupazionale del Paese.

Nel merito, gli investimenti per l'ammodernamento di macchinari e impianti e quelli indirizzati alla ricerca e sviluppo, hanno un segno positivo utile a far ripartire la nostra economia e con essa la produzione e la produttività. Emerge però una concentrazione territoriale degli investimenti che non favorisce quel rilancio nel Mezzogiorno di cui abbiamo bisogno, e non fa decollare la necessaria crescita dimensionale delle imprese italiane, con la costruzione di un nuovo sistema di rete/filiere di impresa. Così come è necessario che il "Piano nazionale Impresa 4.0" favorisca la formazione e la stabilità e qualità dell'occupazione.

Ed è proprio su questi ultimi temi che Cgil, Cisl e Uil ritengono si debbano concentrare le prossime iniziative per fare in modo che davvero la quarta rivoluzione industriale si trasformi in un'opportunità concreta per il nostro Paese. Non si possono, infatti, affrontare i mutamenti che stanno attraversando il sistema produttivo senza mettere in campo un adeguato piano formativo che punti alla crescita delle competenze tramite la sua certificazione.

In quest'ottica, Cgil, Cisl e Uil ritengono che, sulla scorta di quanto già presente in alcuni esempi di contrattazione collettiva, la formazione debba divenire un diritto soggettivo permanente delle lavoratrici e dei lavoratori, e che gli incentivi ipotizzati debbano valere per tutte le imprese. Le persone che lavorano devono poter disporre di tutti gli strumenti cognitivi utili non solo a consentire loro di svolgere al meglio le proprie mansioni, ma anche di indirizzarle verso percorsi di stabilizzazione occupazionale e, in ogni caso, di agevolare processi di mobilità da posto a posto di lavoro. Da questo punto di vista siamo convinti che sia necessario svolgere la formazione durante l'orario di lavoro, anche in collaborazione con i Fondi di Formazione continua, dando piena responsabilità e ruolo su questa materia alla contrattazione collettiva.

Altro punto dolente riguarda l'occupazione, e la necessità di intraprendere percorsi volti a riqualificare e creare nuova e buona occupazione attraverso adeguati investimenti pubblici e privati. Perciò, per Cgil, Cisl e Uil "Impresa 4.0", riguardando l'intera società italiana, coinvolgendo tutti gli aspetti dell'economia dalla produzione ai consumi, ai trasporti, alle comunicazioni, e ponendo un nuovo rapporto tra ambiente e sostenibilità delle produzioni, debba inserirsi in un più ampio piano di politiche industriali, basato su missioni strategiche precise, che sappia, attraverso lo sviluppo di una nuova concezione dei sistemi produttivi, dispiegare una programmazione efficace nel medio e lungo periodo.

Infine la governance. Per indirizzare e monitorare al meglio le misure previste e le azioni da intraprendere è fondamentale fare in modo che il "Piano Nazionale" si avvicini di più ai territori costituendo Cabine di Regia regionali in cui tutti i soggetti, a partire dalle parti sociali, possano valutare meglio e più da vicino come le decisioni nazionali andranno a incidere sulle diversità locali.

Cgil, Cisl e Uil chiedono dunque ai Ministri della Cabina di Regia un incontro per affrontare nel dettaglio questi temi, analizzarne i problemi e proporre soluzioni, convinte che il confronto e le relazioni possano costituire quel valore aggiunto di cui, ora più che mai, il Paese ha bisogno.

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Roma, 12 dicembre - "Un'adesione media allo sciopero generale Cgil e Uil superiore al 60%, con una partecipazione nelle cinquantaquattro piazze di oltre 1,5 milioni di persone".

In una nota Cgil e Uil esprimono "forte soddisfazione per la piena riuscita dello sciopero generale promosso per oggi dietro le parole 'Così Non va!' che da Nord a Sud, attraversando tutti i settori, pubblici e privati, ha registrato un'adesione altissima, con una media superiore al 60%.

Un andamento positivo ovunque, non solo quindi nei grandi complessi industriali, nei diversi settori della Pubblica amministrazione e nel segmento dei trasporti, ma anche laddove il lavoro è frammentato e precario, come nei servizi e nel commercio, dove la media si assesta anche qui al 60%".

Uno sciopero che "pur cadendo in un periodo di forte disagio sociale, e di una perdurante grave crisi economica, ha segnato nelle piazze una grandissima partecipazione, segno di una volontà di cambiamento, vera e positiva.

Nelle cinquantaquattro piazze più di un milione e mezzo tra lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e precari, hanno oggi manifestato per chiedere al Governo e al Parlamento di cambiare in meglio la legge sul lavoro nel varo dei decreti attuativi e di intervenire nella legge di stabilità, rimettendo al centro il lavoro, le politiche industriali e dei settori produttivi fortemente in crisi, la difesa e il rilancio dei settori pubblici e la creazione di nuova e buona occupazione.

Una giornata straordinaria, di protagonismo assoluto del mondo del lavoro che, riprendendosi la scena, segna un passaggio cruciale della mobilitazione contro le scelte sbagliate del governo, per un cambiamento vero".

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CONFERENZA STAMPA SCIOPERO GENERALE

SINTESI DELL'INTERVENTO DI CARMELO BARBAGALLO

Le motivazioni per cui abbiamo indetto lo sciopero generale del 12 dicembre restano tutte in vita. Noi abbiamo chiesto al Governo di rivedere le proprie posizioni e invece tutto ciò non è avvenuto. Le motivazioni partono dalla necessità di estendere gli 80 euro del bonus fiscale anche ai pensionati - che sono il vero ammortizzatore sociale del Paese - e agli incapienti, cosa che era stata promessa e non mantenuta, di aprire la trattativa per la contrattazione nel pubblico impiego, i cui lavoratori hanno perso potere d'acquisto, di modificare le misure previste dal Jobs Act che non corrispondono a ciò che il Governo aveva promesso, e cioè a tutele crescenti per i giovani. Noi ci auguriamo che queste misure, assolutamente insoddisfacenti per chi cerca lavoro, possano essere cambiate nei decreti attuativi. Un giovane che viene assunto sulla base delle norme del Jobs Act avrà per tre anni il cosiddetto contratto a tutele crescenti. In realtà, a tutti gli effetti, sarà un contratto a tutele calanti, perché mentre i datori di lavoro avranno un vantaggio fiscale e contributivo, i giovani non avranno l'articolo 18 e alla fine dei tre anni rischiano di essere licenziati e avere soltanto circa 7 mila euro di rimborso a fronte dei 16.700 che risparmierebbe il datore di lavoro, senza contare lo sgravio Irap. Come vedete, già questa è una sperequazione che, forse, se discussa con i sindacati poteva essere evitata: nel nostro Paese si facevano leggi di precarietà e continuano a essere fatte leggi che non eliminano la precarietà.

Senza una vera riforma fiscale, senza una vera lotta alla corruzione e senza una vera lotta ai costi della politica questo paese si è fermato e rischia di restare fermo. Non si ferma solo perché i lavoratori e i sindacati dichiarano sciopero generale. Tutti gli indicatori danno questo Paese in recessione e in deflazione e le agenzie di rating ci stanno accumunando alla spazzatura: dobbiamo cambiare la politica economia dell'Europa, a partire dall'Italia, dalla Francia, dalla Spagna e da tutti coloro che soffrono questa crisi.

Noi saremmo d'accordo con il governo se decidesse di non rispettare il 3% che è diventato una tagliola per alcuni Paesi. Anche la Germania comincia a vedere i primi segni di difficoltà, essendo un paese esportatore.

Il fatto di fare annunci e poi smentirli sta generando una disaffezione alla politica. Noi non siamo per fare scioperi politici, il vero sciopero politico è stato fatto dagli elettori delle regioni Emilia Romagna e Calabria che non sono andati a votare. Noi facciamo sciopero "per", per conquistare diritti e cercare di risolvere i problemi economici del Paese e dei lavoratori e non per interferire nelle sorti dei Governi, né amici né avversari.

L'evasione fiscale continua ad aumentare, la corruzione continua a essere pervasiva e la spendig review non viene attuata come si dovrebbe. Vi fornisco alcuni dati: per i costi di funzionamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2013 si sono spesi 458.561.659 euro, nel 2014 484.359.643 con un aumento di 25.797.984 euro. La spesa pubblica aumenta nonostante non si facciano i contratti del Pubblico Impiego e si perdono posti di lavoro. Ci sono ancora 30 mila stazioni appaltanti. Di quale spending review stiamo parlando?

Senza investimenti pubblici e privati - lo dice anche il Governatore della Banca d'Italia - non si crea occupazione. A fronte di un milione e centomila assunzioni che si fanno ogni anno per sostituire quelli che escono dal mondo del lavoro, il saldo occupazionale è negativo e continuerà a esserlo se il governo non capisce che la politica di austerità che l'Europa ci ha propinato non serve a risolvere i problemi del nostro Paese.

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