La cruda realtà dei dati ci dimostra che la condizione delle donne dopo 8 anni continuativi di crisi è decisamente peggiorata. Cresce la disoccupazione femminile, crescono le disparità salariali e pensionistiche tra donne e uomini. Aumentano le donne con lavori precari e poco retribuiti, soprattutto negli appalti, mentre le donne continuano a farsi carico di grossa parte del lavoro di cura e domestico.
Per discutere delle condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori operanti nei diversi appalti del Comune di Torino e della Città Metropolitana di Torino, Cgil Cisl Uil convocano un'assemblea sindacale in piazza Palazzo di Città l'8 marzo alle ore 10.
Infatti, gli appalti, organizzati attraverso la frammentazione e l'esternalizzazione del lavoro, concretizzano discontinuità e redditi bassi, che mettono anche in discussione la qualità dei servizi alla cittadinanza.
Lavorano negli appalti e subappalti prevalentemente le donne (70%): per queste ragioni abbiamo scelto la data dell'8 marzo per manifestare pubblicamente quali sono le condizioni di lavoro di tante donne nel nostro territorio.
Non avere un lavoro o avere un reddito da lavoro e/o pensione che non consente di autodeterminare la propria vita, rende ancora più difficile per le donne la possibilità concreta di sfuggire alla violenza psicologica e fisica.
Se i diritti di cittadinanza e del lavoro diventano costi da comprimere, si è più esposte anche nei luoghi di lavoro ai ricatti, ai soprusi, alle discriminazioni e alle crescenti disuguaglianze!
Sappiamo che per affrontare il tema della violenza contro le donne servono risposte culturali, educative, relazionali, ma servono anche risposte concrete e tempestive per gestire le emergenze. Per questo continuiamo a stare in campo per dare immediata protezione alle donne vittime di violenza chiedendo di rafforzare la rete dei servizi pubblici in ogni città (consultori pubblici, centri anti violenza, case segrete). Inoltre riteniamo necessario ampliare il sostegno economico nei periodi di congedo parentale, che andrebbe anche esteso a tutti i rapporti di lavoro.
Per tutte queste ragioni le donne e gli uomini di CGIL CISL UIL di Torino invitano le delegate e i delegati nei luoghi di lavoro, del sapere e del territorio a promuovere confronti ed assemblee su questi temi, a
dichiarare sciopero qualora ci siano le condizioni nei luoghi di lavoro e a partecipare a tutte le iniziative di mobilitazione promosse a livello territoriale dal coordinamento "Non una di meno" Torino.
Cgil Cisl Uil Torino parteciperanno al corteo cittadino che attraverserà il centro della città da Piazza XVIII dicembre a Piazza della Gran Madre, con concentramento alle ore 16.
LAVIOLENZA SULLE DONNE E DI GENERE NON E' MAI UN FATTO PRIVATO! MOBILITIAMOCI AFFINCHE' OGNI GIORNO SI CREINO LE CONDIZIONI COLLETTIVE DEL CAMBIAMENTO!
Torino, 22 febbraio 2017
Dichiarazione di Maria Pia Mannino – Responsabile Nazionale PO e Politiche di genere UIL
In questo 8marzo 2015, a venti anni dalla storica Conferenza di Pechino, sembra più urgente che mai ribadire il fermo rifiuto delle donne della UIL ad ogni forma di discriminazione e ineguaglianza tra uomini e donne perché la "disuguaglianza non paga".
Non paga in termini economici, perché il 15% del PIL potenziale non viene realizzato a causa delle discriminazioni nei confronti delle donne.
Non paga in termini di ricchezza pro capite, perché meno donne al lavoro vuol dire maggiore povertà delle famiglie.
Non paga in termini di democrazia perché la ancor troppo limitata rappresentanza femminile impedisce il rinnovamento della società, legandola maggiormente, se possibile, a stereotipi sessisti ritornati prepotentemente alla ribalta.
Non paga in termini di sicurezza sociale perché le discriminazioni, le molestie gli abusi di genere nel lavoro incidono in modo preoccupante sullo sviluppo potenziale della produttività nazionale, sulla possibilità di rendere maggiormente competitivo il lavoro, e gravano sulla salute dei lavoratori e delle lavoratrici con grave nocumento di una diversa e migliore organizzazione del lavoro basata su norme che riconoscono la parità tra gli individui, nessuno escluso.
Questo 8marzo deve poter dire alle donne e agli uomini del nostro Paese che qualcosa sta cambiando: non è infatti più il momento di ricorrenze da festeggiare o denigrare, secondo le diverse opportunità, ma è ora di bilanci e proposte concrete come quella di riaffermare ovunque l'uguaglianza dei diritti nel rispetto delle diversità. In ambito lavorativo va abbattuta la disparità retributiva e salariale con strumenti e progetti che favoriscano una effettiva uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici, facilitando le progressioni di carriera per le donne e, conseguentemente, un miglioramento delle loro condizioni economiche. Siamo del parere che una aumentata ricchezza delle donne non può che giovare all'economia generale del Paese.
Occorre anche ripensare un welfare che non faccia esplicito affidamento sulle donne e sulle famiglie, solitamente quelle di più modeste condizioni o più povere ma, tenendo conto dell'aumentata età delle persone e, contestualmente, dell'accresciuta fragilità fisica e sociale, promuova la nascita di servizi alle famiglie, alle donne, alle lavoratrici in quanto indispensabili per pensare un futuro dove la natalità non sia un problema ma una grande opportunità per l'umanità e, nel caso italiano, per evitare che il nostro Paese si trasformi rapidamente in una nazione di "vecchi".
59.a Conferenza ONU sullo stato delle donne nel mondo
Maria Pia Mannino, quale Vice presidente del Comitato Nazionale per la Parità tra uomini e donne nel lavoro, rappresenterà il Ministero del Lavoro nella delegazione governativa che seguirà, dall'8 al 15 marzo, le attività della 59.a Conferenza ONU sullo stato delle donne.
L'occupazione femminile rimane una delle tematiche emergenti anche nella sessione di quest'anno e in particolare per l'Italia le politiche di genere si attuano rendendo le donne emancipate sia sul piano economico che politico sociale. C'è molto da fare. Occorre, innanzitutto, favorire la scolarizzazione delle ragazze e combattere, anche in Europa, l'abbandono scolastico. È necessario ripensare ovunque un welfare che non faccia esplicito affidamento sulle donne e sulle famiglie, solitamente quelle di più modeste condizioni o più povere , favorendo il sorgere di servizi per le lavoratrici, indispensabili a programmare un futuro dove la natalità non sia un problema ma una grande opportunità per l'umanità. Occorre riaffermare ovunque l'uguaglianza dei diritti nel rispetto delle diversità; in ambito lavorativo va abbattuta la disparità retributiva e salariale con strumenti e progetti che favoriscano una effettiva uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici, facilitando le progressioni di carriera per le donne e, conseguentemente, un miglioramento delle loro condizioni economiche. Siamo del parere che una aumentata ricchezza delle donne non può che giovare all'economia generale del Paese.
Collegare il cursus studiorum alle effettive esigenze del mercato, significa portare alle donne opportunità nuove dove queste possano giocare ruoli che , grazie alla loro diversità, divengono fonte di competitività e di ricchezza del proprio Paese, sia questo uno stato del mondo più "economicamente evoluto" sia esso un paese ancora in forte difficoltà. Inoltre, in un'ottica di salvaguardia dell'ecosistema, così gravemente compromesso, sarebbe il caso di insistere sullo sviluppo della green economy come bacino privilegiato di occupazione femminile . Attraverso il lavoro si realizzano le aspettative di vita degli individui e ci è ben noto quanto la precarietà o la mancanza di un'occupazione stabile possa divenire una delle cause più rilevanti di fenomeni di violenza domestica. Anche questo è un problema che va combattuto con strumenti e progetti concreti di inclusione e di contrasto all'emarginazione, lavorando molto sul cambiamento culturale e la scuola potrebbe giocare un ruolo primario attraverso l'introduzione nei programmi scolastici dell'educazione e della pedagogia di genere.
Il lavoro regolare e regolarizzato è, e rimane, lo strumento più valido per abbattere l'occupazione non tutelata e contrastare la violenza sia sul lavoro sia domestica . Occorre trovare rimedi efficaci contro la schiavitù delle persone, la tratta di donne e bambine costrette alla mercificazione e contro il lavoro forzato e sfruttato, una piaga che colpisce indistintamente tutti i Paesi del mondo.
Ci auguriamo che la Conferenza di New York sappia dare risposte a tutto ciò.
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