L'interpretazione fornita dal Ministero del Lavoro, in merito alla 6° salvaguardia per i lavoratori esodati, tendente ad escludere dai possibili aventi diritto alla salvaguardia gli operai agricoli a tempo determinato, è sbagliata e profondamente ingiusta.
Rischia infatti di discriminare centinaia di lavoratori del settore agricolo che, nonostante abbiano maturato i requisiti al pensionamento prima dell'entrata in vigore della Legge Monti – Fornero, si vedono negare l'accesso alla pensione.
La UIL chiede al Ministero del Lavoro di riconfermare i contenuti della lettera e) della legge n. 147/2014 e della stessa Circolare ministeriale n. 27/2014 che prevede la salvaguardia per i lavoratori "con contratto di lavoro a tempo determinato cessati tra il 2007 e il 2011 ..." senza fare nessun alcun riferimento né alla disciplina dei contratti a termine per i settori non agricoli (L.368/2001) né a quella prevista per gli operai agricoli (L. 375/1993).
Considerando che la salvaguardia ha interessato un numero di lavoratori corrispondenti alla piena copertura finanziaria del provvedimento, la corretta interpretazione della norma da parte del Ministero eviterebbe lunghi contenziosi che penalizzerebbero ulteriormente i lavoratori agricoli.