La vicenda del rinnovo del CCNL dell’igiene ambientale ci consegna nell’immediato una realtà drammatica per migliaia di lavoratori con una prospettiva occupazionale a serio rischio per la salute
e la sicurezza del lavoratore con ricadute importanti anche sull’utenza. La rottura delle trattative si è consumata il 28 settembre scorso con la dichiarazione di sciopero per tutte le imprese pubbliche e private ed è il risultato delle mancate risposte al sindacato rispetto alla piattaforma presentata nel 2019.
E’evidente che tale iniziativa non avremmo mai voluto avviarla, proprio per quel senso di responsabilità verso l’utenza che abbiamo dimostrato, nonostante 27 mesi senza rinnovo e durante tutta la fase pandemica, dove anche il nostro settore ha pagato il suo tributo di vittime lavorando senza sosta nella prima fase emergenziale, raccogliendo materiale infetto nelle varie tipologie di rifiuto con mezzi di protezione non idonei, e con l’assoluta mancanza di direttive da parte degli organi preposti atti ad individuare procedure di protezione che avrebbero dovuto impedire in quei settori strategici individuati dallo stato, e quindi fondamentali per la sicurezza e salute dei cittadini tanto da non poter essere sospesi per nessuna ragione.
Le motivazioni che hanno portato allo sciopero sono le richieste della parte datoriale che erano e rimangono inaccettabili, quali:
- Flessibilità estrema sull’organizzazione del lavoro attraverso il sistema degli orari;
- Ridimensionamento del sistema delle relazioni industriali per privare i lavoratori della rappresentanza e della partecipazione all’interno dell’azienda;
- Precarizzare i rapporti di lavoro soprattutto per lavoratori part/time;
- Eliminare totalmente il limite massimo dei lavoratori part/time presenti in azienda;
- Parte economica esclusivamente legata agli indici inflattivi e alle dinamiche del corrispettivo economico del committente all’azienda;
- Mancato riconoscimento delle professionalità dei lavoratori addetti agli impianti.
Per noi invece, il rinnovo non può non tenere conto di questi punti:
- CCNL unico e di filiera attraverso l’allargamento del campo di applicazione verso gli impianti di riciclo;
- Rafforzamento delle relazioni industriali attraverso un sistema maggiormente partecipativo dei lavoratori;
- Evoluzione delle condizioni di lavoro per tutelare la salute degli operatori;
- Sviluppo delle norme sul mercato di lavoro;
- Sviluppo dei processi di formazione continua;
- Miglioramento in maniera armonica della classificazione del personale;
- Perfezionamento degli articoli contrattuali relativi ai lavoratori degli impianti;
- Esigibilità contrattuale della clausola sociale;
- Accordo economico che non tenga conto solo delle percentuali inflattive e che sviluppi maggiormente il welfare contrattuale e le varie indennità.
Alessandro Porta, Segretario UIL Trasporti Alessandria: “Noi crediamo, dunque, che il settore abbia un ampio margine di sviluppo ed innovazione nei processi produttivi, anche attraverso le risorse del PNRR, ma che deve necessariamente tener conto delle tutele contrattuali per lavoratrici e lavoratori, compresa la tutela della salute in un rinnovato contratto unico del settore, stimolando così l’avvio al ciclo integrato dei rifiuti ed alla conseguente crescita dimensionale delle aziende.
Ecco perché il sindacato non si ferma ed indice per l’intera giornata dell’ 8 novembre 2021 lo sciopero dell’Igiene Ambientale, dove comunque verranno garantiti i servizi essenziali, ospedali
scuole, mense, caserme, mercati ecc…
Cogliamo l’occasione dell’informazione per scusarci con tutti i cittadini per i disagi che si creeranno in quella giornata”.
Segreteria UIL Trasporti Alessandria