Nelle giornate del 12 e del 19 gennaio si sono tenuti due incontri a livello di Segreterie Nazionali con le Associazioni Datoriali della Vigilanza Privata. Il confronto si è svolto sulla base dei testi predisposti da queste ultime in tema di orario di lavoro, mercato del lavoro e classificazione.
Le proposte sui primi due argomenti ricalcano quanto già presentato nel 2019. Per il mercato del lavoro, è stata prospettata l'introduzione del lavoro intermittente (in prima battuta, per tutto il personale; successivamente, solo per i servizi di sicurezza, stewards e buttafuori), un aumento delle percentuali per il ricorso al contratto a termine e di somministrazione, una rivisitazione delle norme sul part time (limiti minimi di orario contrattuale). Per l'orario di lavoro, è stato prospettato un modello di distribuzione oraria flessibile, da stabilirsi a livello nazionale, che potrebbe portare al superamento dell'orario giornaliero e alla rideterminazione del numero di riposi annuali.
Pur giudicando negativamente questa impostazione, abbiamo ribadito la disponibilità a ricercare elementi di mediazione, partendo dall'esigenza di assegnare al livello decentrato il ruolo di negoziazione, quale unica istanza in grado di valutare realisticamente le necessità di ulteriori flessibilità rispetto al quadro nazionale. Le Associazioni Datoriali hanno respinto fermamente questa offerta, ritenendo che il secondo livello di contrattazione rappresenti un vincolo inaccettabile.
Nel momento in cui si è esaminata la proposta in tema di classificazione, si è assistito ad un drastico arretramento delle posizioni datoriali. Di fatto, è stata rigettata la classificazione unica, riproponendo l'assetto esistente con il mantenimento di tutte le differenze (economiche e normative) tra personale decretato e non decretato. Una posizione che invalida la premessa fondamentale, convenuta all'inizio del negoziato (cinque anni fa!), circa l'obiettivo del "contratto nazionale della filiera della sicurezza".
Difficile comprendere se questo atteggiamento sia l'ennesimo espediente dilatorio o se, peggio ancora, rappresenti la reale volontà delle aziende di peggiorare le condizioni vigenti. E' chiaro, per parte nostra, che la seconda ipotesi renderebbe impossibile la definizione di un contratto unico per il settore.
Dopo un'accesa discussione, le Associazioni Datoriali si sono riservate di formulare una proposta entro due settimane.
Nelle prossime ore si svolgerà una riunione anche a livello di Segreterie Generali per una valutazione complessiva della vertenza.
Si confermano tutte le iniziative vertenziali programmate e si invita a fornire ragguagli in merito,
Il Segretario Nazionale (Stefano Franzoni)
Il Segretario Generale (Brunetto Boco)