IN DIMINUZIONE DEL 31,8% RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE
IN DIECI ANNI I COMUNI HANNO ACCERTATO 116,8 MILIONI DI EURO DI MAGGIORI ENTRATE
SOLO 387 COMUNI (IL 5,1% DEL TOTALE) HANNO ATTIVATO
LO SCORSO ANNO L'ATTIVITÀ DI CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE
A GENOVA RECUPERATI 580 MILA EURO, A TORINO 518 MILA EURO, A MILANO 355 MILA EURO, BOLOGNA 260 MILA EURO, A ROMA 66 MILA EURO, A NAPOLI SOLO 12 MILA EURO
Elaborazione a cura della UIL Servizio Lavoro, Coesione e Territorio
Rallenta la compartecipazione dei Comuni al contrasto all'evasione fiscale: le somme spettanti quest'anno ai Comuni per la loro partecipazione all'attività di accertamento fiscale e contributivo per l'anno 2019 ammontano a 7,8 milioni di euro in diminuzione del 31,8% rispetto all'anno precedente.
Dal 2010, anno in cui fu introdotta la norma della compartecipazione dei Comuni al contrasto all'evasione fiscale, i Comuni hanno recuperato 116,8 milioni di euro frutto di segnalazioni "qualificate" all'Agenzia delle Entrate.
Se si analizza l'andamento delle somme recuperate - spiega Ivana Veronese, Segretaria Confederale UIL - si è passati dai 1,1 milioni di euro del primo anno (2010), ai quasi 3 milioni di euro del 2011, transitando per gli 11 milioni di euro del 2012 e ai 17,7 milioni di euro del 2013.
L'apice si è toccato nel 2014 con un incasso di 21,2 milioni di euro, per poi rallentare e diminuire costantemente a partire dal 2015.
Questi dati emergono dal rapporto del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL che ha elaborato i dati del provvedimento del Ministero dell'Interno del 23 settembre 2020.
Il rapporto mette in evidenza come negli ultimi cinque anni sia diminuito costantemente il totale del premio riconosciuto ai Comuni per la loro compartecipazione al contrasto all'evasione fiscale e contributiva.
I dati che emergono dall'analisi - commenta Ivana Veronese - sono alquanto deludenti, se si paragonano agli alti tassi di evasione fiscale e di irregolarità lavorativa nel nostro Paese, che secondo gli ultimi dati ammontano ad oltre 110 miliardi di euro.
Tra l'altro i condoni o la pace fiscale varati negli ultimi anni rischiano di rendere vana, anche per il futuro, l'azione dei Comuni nel contrasto all'evasione fiscale e contributiva e, conseguentemente al recupero di importanti risorse.
I Comuni devono e possono fare molto in chiave antievasione non solo perché così si potrebbero recuperare risorse per ampliare i servizi ai cittadini o per abbassare le tasse a livello locale, ma anche perché sono i primi presidi sul territorio.
Per questo riteniamo utile, aggiunge Ivana Veronese, rendere uniforme l'attività del processo di partecipazione dei Comuni su tutto il territorio nazionale.
Occorre una forte azione di digitalizzazione della pubblica amministrazione locale in grado di informatizzare e omogeneizzare l'intero patrimonio informativo a disposizione dei Comuni, unitamente ad un piano di formazione ed aggiornamento del personale degli Enti Locali.
Perché, continua Ivana Veronese, una lotta serrata all'evasione fiscale e contributiva permetterebbe di ristabilire equità e giustizia sociale, nonché di valorizzare il tessuto produttivo in grado di creare lavoro "sano" e "duraturo".
Tornando ai dati, spiega Ivana Veronese, lo scorso anno sono stati 387 i Comuni (solo il 5,1% del totale dei Comuni) che hanno partecipato con la loro attività al contrasto all'evasione a fronte dei 393 dell'anno precedente
Sono esclusi dall'analisi i Comuni esclusione di quelli ubicati in Trentino Alto Adige che hanno una loro specifica legislazione.
Tra i tutti i Comuni che hanno attivato lo scorso anno l'attività di contrasto all'evasione fiscale vi sono 65 Città capoluogo di provincia.
In provincia di Alessandria la città capoluogo di provincia e Pozzolo Formigero sono le uniche ad avere un importo netto da erogare.
A livello di singoli Comuni – continua Ivana Veronese - il Comune di San Giovanni in Persiceto (BO), lo scorso anno, ha recuperato 1,2 milioni di euro, diminuendo di 300 mila euro la performance dell'anno precedente. Segue la Città di Genova che lo scorso anno ha incassato 580 mila euro; Torino 518 mila euro; Milano 355 mila euro; Bologna 260 mila euro; Prato 250 mila euro; Brescia 205 mila euro; Bergamo 190 mila euro; Rimini 166 mila euro; Cernusco sul Naviglio (MI) 158 mila euro.
Mentre se si analizza il dato riferito alle Città metropolitane, oltre alle già citate Genova, Torino, Milano e Bologna - continua Ivana Veronese - Firenze ha incassato 152 mila euro; Roma 66 mila euro; Reggio Calabria 51 mila euro; Venezia 48 mila euro; Napoli 12 mila euro; Catania 2.500 euro; Palermo 2.000 euro; Messina 830 euro; Bari e Cagliari non hanno recuperato nulla.
A livello regionale, l'incidenza percentuale dei Comuni che hanno attivato accertamenti sul totale degli stessi, in Emilia Romagna è del 26,1%; in Toscana del 15,9%; in Liguria dell'8,5%; in Friuli Venezia Giulia del 6,5% (38 Comuni); in Lombardia del 6% (98 Comuni).
In valori assoluti, in Emilia Romagna il premio riconosciuto ai Comuni ammonta a 2,9 milioni di euro; in Lombardia a 2 milioni di euro; in Piemonte a 681 mila euro; in Liguria 656 mila euro in Toscana 617 mila euro; in Calabria 233 mila euro.
A livello provinciale, se si calcola l'incidenza percentuale dei Comuni che hanno attivato accertamenti sul totale degli stessi, in provincia di Ravenna il 44,4% del totale dei Comuni ha ricevuto il premio per la sua azione di contrasto; in provincia di Reggio Emilia e Firenze il 40,5%; in provincia di Trieste e Ragusa il 33,3%.
In 23 province nessun Comune ha attivato le procedure di accertamento, mentre nella provincia di Messina solo lo 0,9% del totale dei Comuni ha attivato i procedimenti di accertamento; nella provincia di Potenza l'1%; nella provincia di Alessandria e Frosinone l'1,1%.
In valori assoluti, i Comuni ubicati in provincia di Bologna hanno incassato complessivamente 1,6 milioni di euro; in provincia di Milano 900 mila euro; in provincia di Torino 673 mila euro; in provincia di Genova 618 mila euro; in provincia di Modena 615 mila euro.
Mentre in provincia del Sulcis Iglesiente i Comuni hanno incassato 100 euro; in provincia di Biella, Viterbo e Nuoro 150 euro; in provincia di Terni 165 euro.