"Il decreto di riordino del sistema camerale prevede solo tagli lineari ai finanziamenti, ai servizi, al personale e alle sedi periferiche". Questo il commento a caldo dei segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl dopo l'approvazione, in Consiglio dei Ministri, di un testo di legge sul quale il Governo in nessuna fase ha voluto avviare un confronto con I lavoratori.
In attesa di conoscere nel dettaglio i contenuti del provvedimento riteniamo grave e sbagliata la scelta compiuta dal Governo.
Quello approvato in Consiglio dei Ministri è "un decreto che cela, dietro la necessità di riorganizzare il Sistema, la volontà di apportare ancora una volta tagli lineari alla spesa, noncurante del fatto che così facendo non solo si privano le imprese di importanti servizi, ma si allontanano gli Enti dal territorio che dovrebbero presidiare, riducendone il numero – da 105 a 60 – e si rischia di provocare anche serie ripercussioni occupazionali".
Per le tre organizzazioni sindacali si produrrà un caos simile a quello avvenuto per il riordino delle province.
In totale assenza di un confronto sul merito del testo e di fronte al rischio di pesanti ricadute occupazionali, i sindacati di categoria di Cgil Cisl Uil confermano lo stato di agitazione del personale delle Camere di Commercio "con una forte mobilitazione che culminerà a settembre in una grande manifestazione nazionale per ribadire ancora una volta il fermo NO ad un decreto che di fatto svilisce e svuota questi enti, trasformandoli in semplici articolazioni burocratiche.
Chiediamo al Governo"- concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - "di avviare finalmente un confronto sul riordino per evitare pesanti ricadute sul Sistema delle imprese e sui livelli occupazionali.