Come da tempo questa segreteria affermava circa le assunzioni straordinarie " l'espediente del governo per agirare le condanne sulla reiterazione dei contratti annuali..."
Questa segreteria ha continuato ad agire sin dal 2007 proponendo ed attivando ricorsi a favore di DOCENTI e personale ATA per la stabilizzazione ed il riconoscimento della progressione economica.
Ricorsi che in ogni sede di tribunale abbiamo vinto sia nelle progressioni che nel riconoscimento della immissione in ruolo.
Siamo in contenzioso con il miur dal 2010 in quanto il miur soccombente per le stabilizzazioni ( immissione in ruolo) ha fatto ricorso in appello, appello che a tutto oggi dopo 15 ed oltre rinvii l'ultimo a gennaio 2016 è ancora da discutere.
Intanto i nostri ricorrenti continuano a percepire indennizzi per mancata progresione.
Ora arriva la risposta dell Consulta ad avvalorare ancor di più la nostra azione di difesa dei nostri colleghi precari.
Infatti, il Governo sapeva che la Consulta avrebbe dato ragione ai ricorrenti.
Quindi ha escogitato il piano straordinario d'assunzioni docenti e un fondo di 10 milioni di euro per i risarcimenti.
La nostra azione sindacale, continua in ogni direzione raccogliendo la decisione presa dalla Corte Costituzionale di adeguare l'Italia al parere espresso dalla Corte di Giustizia Europea un anno e mezzo fa.
La Consulta ha espresso con chiarezza che la posizione dell'Italia sul precariato è illegittima,
Ora, l'attenzione si sposta sul comma 131 della legge 107/2015 che afferma quanto segue
" A decorrere dal 1º settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili, non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi. "
Sia pur escludendo qualsiasi retroattività nel conteggio dei 36 mesi.
Per queste ragioni continuiamo la nostra azione per tutti gli altri docenti precari abilitati inseriti nelle graduatorie d'istituto e ai laureati e personale ATA a cui l'amministrazione non vuole dare alcun genere di prospettiva di legittima stabilizzazione in ruolo.