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Martedì, 17 Maggio 2016 10:08

Analisi Uil sulle tasse locali

A seguire e inn allegato in versione integrale, corredata di tabelle, l'analisi UIL sulle tasse locali. Si tratta di un'analisi di un "bilancio di fine mandato (2010-2015)", inerente le maggiori tasse comunali (IMU/TASI, IRPEF Comunale, Tassa Rifiuti), nelle Città metropolitane (Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Cagliari), che andranno al voto il prossimo 5 Giugno.

In questa campagna elettorale per le amministrative di Giugno si parla di tanti temi, dal lavoro al redito di cittadinanza, dall'ambiente allo sviluppo, ma non si parla di tasse locali.

Infatti mai come questa vota il tema della fiscalità locale rimane sullo sfondo nei programmi degli aspiranti Sindaci.

Sarà perché il Governo Renzi ha tolto le tasse sulla prima casa (TASI), oppure sarà per il blocco temporaneo limitato a quest'anno degli aumenti delle aliquote (esclusa la tariffa rifiuti), deciso sempre dal Governo Renzi.

Rimane il fatto che, le grandi assenti nel dibattito comunale sono le tasse locali.

Eppure se si considera che nonostante l'abolizione della TASI sulla prima casa, i tributi e le tariffe locali rappresentano il 78% della spesa corrente dei Comuni.

E occorre considerare che un report della UIL Servizio Politiche Territoriali, diretto da Guglielmo Loy, non più tardi di 2 mesi fa aveva messo in evidenza come il peso delle tasse ed imposte locali fosse aumentato negli ultimi 3 anni dei 7 miliardi di euro (più 16,7%).

Allora abbiamo chiesto sempre alla UIL Servizio Politiche Territoriali di tracciare un "Bilancio di fine mandato", delle Città metropolitane che vanno al voto il prossimo 5 giugno, su come si sono comportati i Sindaci uscenti durante il loro mandato in tema di tasse locali.

Ovvero come hanno normato le principali imposte (IMU/TASI, IRPEF Comunale e Tariffa Rifiuti), nel corso dello loro sindacatura.

L'elaborazione è stata fatta partendo dal 2010 (ultimo anno di consiliatura) dei Sindaci precedenti fino al 2015. Fa eccezione Roma in quanto nel periodo preso in considerazione si sono alternati 2 Sindaci (Alemanno e Marino), ed un Commissario di Governo.

Certo bisogna sottolineare ed anche in neretto che i dati delle imposte sulla casa sono fortemente condizionate dalle scelte fatte dai Governi centrali.

Infatti in 5 anni si è passati dall'ICI all'IMU alla TASI, si è modificata la base imponibile (da una rivalutazione del 105 si è passati al 168).

Si sono modificate le aliquote che con l'ICI variavano dal 3 al 7 per mille per tutti gli immobili e con l'IMU si andava per le seconde case da un aliquota base del 7,6 per mille che può essere variare di 3 punti in aumento o in diminuzione, mentre per la prima casa si andava dall'aliquota base del 4 per mille che poteva variare in aumento di 2 punti oppure poteva essere azzerata dai Comuni.

Sono cambiate le detrazioni che con l'ICI erano di 103,29 euro fisse e con l'UMU sono diventate di 200 euro più 50 euro ogni figlio minore di 26 anni e con la TASI addirittura lasciate alla facoltà dei Sindaci, tanto che la UIL nel 2015 ha contato più di 100 mila detrazioni diverse.

Ultimo ma non meno importante è il fatto che nel 2010 e nel 2011 non si pagava la tassa (ICI) sulla prima casa.

In ogni caso però i Sindaci avevano margini di manovra per applicare aliquote basi o per diminuirle o aumentarle. Cosa hanno scelto in tema di tassazione sulla casa? e hanno aumentato o diminuito l'IRPEF Comunale? E la Tassa Rifiuti)?

Dalla rilevazione della UIL Servizio Politiche Territoriali emerge come le scelta fatte dai Sindaci nel corso degli anni siano state di applicare progressivamente le aliquote più alte in materia di tassazione di immobili e di aumentare le altre imposte locali, con il risultato di aumenti a "3 cifre".

Nello specifico si si guarda le scelte compiute con l'introduzione dell'IMU sulla prima casa (2012), Torino scelse l'aliquota maggiorata del 5,75 per mille; Roma e Napoli il 5 per mille e Cagliari il 4,5 per mille. Mentre Bologna e Milano scelsero l'aliquota base del 4 per mille per poi aumentarla rispettivamente al 5 per mille ed al 6 per mille nel 2013. Poi nel 2014 con "l'avvento" della TASI Torino, Napoli e Bologna hanno scelto l'aliquota del 3,3 per mille (aliquota base 1 per mille), con l'introduzione di detrazioni che hanno fatto sì che mentre a Torino la TASI è stata più bassa dell'IMU (220 euro di TASI contro i 328 euro di IMU), a Bologna e Napoli è stata più cara dell'IMU.

Mentre Roma e Milano hanno scelto di applicare l'aliquota del 2,5 per mille mettendo lo 0,8 pe mille per introdurre le detrazioni sulle seconde case. Anche qui a Roma la TASI è meno cara dell'IMU (231 euro contro i 246 euro di IMU) mentre a Milano è risultata più cara dell'IMU (235 euro contro i 137 euro di IMU).

Mentre se si guarda alle seconde case solo Bologna Roma e Napoli avevano nel 2010 l'ICI con l'aliquota massima la 7 per mille, mentre Milano applicava il 5 per mille; Torino il 6 per mille ; Cagliari il 6,5 per mille. Nel 2015, invece, ad eccezione di Cagliari tutte le Città applicano le aliquote massime con Roma e Milano all'11,4 per mille (applicano la super aliquota dello 0,8 per mille di TASI); Bologna Torino e Napoli il 10,6 per mille; Cagliari il 9,6 per mille.

Ritocchi anche consistenti, in aumento, nel corso degli anni sono stati fatti manovrando le aliquote dell'IRPEF Comunale.

Ritocchi ancor più dolorosi questi perché la base imponibile dell'IREPF Comunale non tiene conto delle detrazioni.

In ogni caso a Milano nel corso degli anni si sono state ritoccate 3 volte le aliquote delle Addizionali IRPEF: da zero del 2010 si è arrivati allo 0,8% del 2015 con l'esenzione, però, dei redditi fino a 21 mila euro. A Roma dove si paga l'IRPEF Comunale più lata d'Italia (0,9%), si era partiti dallo 0,5% del 2010 per arrivare appunto allo 0,9% nel 2015, ma esentando i reddito fino a 10 mila euro (Giunta Marino). A Torino dallo 0,5% (esenzione 10.750 euro), del 2010 si è arrivati allo 0,8% del 2015 (esenzione 11.670 euro). Anche a Napoli si era partiti dallo 0,5%  del 2010 per arrivare allo 0,8% del 2015, con esenzione per i redditi fino a 15 mila euro. Bologna per quasi tutta la consiliatura ha mantenuto lo 0,7% (esenzione 12 mila euro) e solo nell'ultimo anno ha aumentato allo 0,8%. Cagliari ha aumentato introducendo aliquote differenziate per scaglioni di reddito.

Ultima la Tariffa sui rifiuti che accomuna tutte le Città, in quanto dal 2010 al 2015, progressivamente è aumentata la tariffa: Roma il 12,4%; Bologna il 15,7%; Torino il 26,6%; Napoli il 29,4%; Milano il 57,6%; Cagliari l'83,7%.

Risultato? Secondo la UIL Servizio Politiche Territoriali tra IMU/TASI, IRPEF Comunale e Tassa Rifiuti si parte dai 1.772 euro pagati mediamente nel 2015 a Cagliari per arrivare ai 2.011 euro di Napoli, passando per i 1.962 euro di Roma e i 1.993 euro di Milano.

Maggio 2016

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