Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha partecipato, oggi, all'assemblea dei lavoratori dello stabilimento Eni di Priolo, in provincia di Siracusa, in occasione dello sciopero nazionale di tutti i lavoratori del gruppo a difesa della chimica e del futuro industriale e occupazionale del settore. "Vogliamo essere coinvolti nella definizione del destino delle imprese del nostro Paese, a partire da quelle a capitale pubblico come l'Eni.A Gela, ad esempio - ha detto Barbagallo - l'esasperazione rischia di diventare ribellione sociale: dobbiamo governare queste problematiche dando le risposte che erano già previste nei Protocolli e negli accordi di programma. Se non si fa questo, qualcuno se ne assumerà la responsabilità. Per quel che riguarda Eni Versalis, poi, abbiamo chiesto al Governo e alle competenti Commissioni parlamentari di impedire la svendita della chimica a un fondo che non dà alcuna garanzia produttiva né occupazionale. Spero che recepiscano questo messaggio - ha sottolineato il leader della Uil - che esce rafforzato dallo sciopero di oggi di tutti i lavoratori del Gruppo ENI".
Nelle sue conclusioni, Barbagallo si è detto anche preoccupato per la condizione generale del Paese e dei lavoratori e, in assenza di risposte, ha prospettato la possibilità di una mobilitazione generale da valutare unitariamente.
"Per i rinnovi dei contratti pubblici e privati, per politiche di sviluppo del Paese e per evitare la desertificazione industriale in particolare del Mezzogiorno stiamo valutando unitariamente la possibilità di realizzare scioperi a tempo indeterminato a tutele crescenti per il lavoro e per l'occupazione. Ci potrebbe essere un mese di iniziative con articolazione regionale. Dicono che siamo in crescita ma, al di là dei numeri, questa crescita non si vede nelle attività industriali e produttive né nel lavoro. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte e a dare una mano a questo Governo contro le politiche europee di austerità, ma se non ci saranno risposte saremo costretti a reagire".
Siracusa, 20 gennaio 2016