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Giovedì, 07 Gennaio 2016 10:47

Per il mancato rinnovo del contratto, le categorie del Pubblico Impiego hanno portato il carbone a Renzi

Le categorie del pubblico impiego hanno portato i sacchi di carbone, adesso sta a Renzi e al Governo evitare che diventino carboni ardenti.

E' quanto ha dichiarato il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, in occasione del presidio organizzato questa mattina in piazza Montecitorio dalle categorie del pubblico impiego (UilFpl, UilScuola, UilPa, UilRua) per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti per circa tre milioni di dipendenti pubblici. "Il Governo e il Parlamento – ha proseguito Barbagallo - dovrebbero rispettare la sentenza della Corte Costituzionale secondo cui i contratti del pubblico impiego, scaduti da oltre sei anni, andavano rinnovati già nel 2015. I lavoratori devono essere retribuiti giustamente, come prevede la Costituzione: bisogna, dunque, rinnovare rapidamente i contratti. La riforma della Pubblica Amministrazione, poi – ha incalzato il leader della Uil – non si fa senza il coinvolgimento dei lavoratori, ma con il loro consenso, altrimenti rischia di essere una riforma inattuata.

Peraltro, non si capisce come mai, nonostante ci siano ora 300 mila lavoratori in meno, la spesa pubblica continui ad aumentare. Ci attendiamo una convocazione del Governo per avviare il tavolo della trattativa: noi siamo pronti, dipende solo da loro. Oggi, simbolicamente, abbiamo portato quattro sacchi di carbone; ribadisco: non lo facciano diventare ardente".

Barbagallo, infine, sollecitato dalle domande dei giornalisti, è tornato sulla questione dei cosiddetti fannulloni: "Questa rappresentazione dei dipendenti pubblici è una distorsione attuata per anni dalla politica che ne ha poi scaricato la responsabilità sui sindacati. Noi siamo un Sindacato moderno e riformista: se ci sono lavoratori nella Pubblica Amministrazione che si comportano male, poiché fanno un danno alla collettività, bisogna licenziarli. Bisogna, però, anche fare in modo che tutti coloro che lavorano per far funzionare la 'macchina Italia' abbiano il loro giusto riconoscimento. Non difendiamo i fannulloni – ha concluso il leader della Uil - ma vogliamo rinnovare i contratti".

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