Il bilancio del 2017 si chiude con una media annua di 172 mila posti di lavoro salvaguardati dalla cassa integrazione, con un potenziale perdita di 112 mila posti di lavoro rispetto all'anno precedente.
"La continua flessione di ore autorizzate, che si è registrata anche a dicembre scorso, fa totalizzare nel 2017 un calo del 39,3% di ore richieste rispetto al 2016 dove, sottolinea Guglielmo Loy - Segretario Confederale UIL, al netto di una cassa integrazione in deroga in estinzione, ciò che emerge maggiormente è la brusca riduzione delle ore di cassa integrazione straordinaria (- 43,2%) che nell'anno raggiungono un totale di oltre 218 milioni di ore di cui il 52,8% con causale "solidarietà".
Il riscontro proveniente dai dati, sempre più vicini ai valori del 2008, mostra però un indicatore di persistente malessere delle aziende laddove le ore di cassa integrazione straordinaria vedono, rispetto a tale anno, un aumento del 150,3% (a fronte di una riduzione del 7,2% delle ore di cigo).
"Chiaramente questi dati vanno aggregati", precisa Loy, "anche con quelli provenienti dal Fondo di Integrazione Salariale (FIS) che, ad oggi, vede oltre 13,3 milioni di ore autorizzate e un montante di richieste per 100 mila lavoratori, in continuo aumento dall'entrata in vigore dello strumento".
Altro dato di sofferenza è l'aumento, rispetto al 2016, delle domande di disoccupazione pervenute nel periodo gennaio-novembre dello scorso anno, a fronte di una diminuzione che ha caratterizzato il triennio precedente.
"Ci domandiamo, quindi, se la flessione della cassa integrazione, che potrebbe essere considerato elemento positivo, coniugata però all'aumento delle domande di disoccupazione", osserva Loy, "abbia una ragion d'essere anche nella recente e stringente riforma degli ammortizzatori sociali (minore durata, maggior costo per le imprese, riduzione delle casistiche "autorizzabili") e se, quindi si possa interpretare la riduzione della cassa integrazione solo in senso di risalita, lenta ed ancora insufficiente, del sistema economico produttivo. Ed è proprio la flessibilità di utilizzo della Cassa Integrazione, coniugata ad un forte sistema di politiche attive dedicate, la strada da perseguire nei prossimi mesi".
"Grazie alla denuncia ed alle proposte della Uil con la recente legge di bilancio", conclude Loy, " sono state apportate modifiche significative, anche se da completare, per rendere meno complesso l'utilizzo di importanti strumenti di protezione sociale come gli ammortizzatori in generale e la Cassa Straordinaria in particolare. La ripresa economica sarà, purtroppo, caratterizzata ancora dal permanere di numerose crisi aziendali che necessitano di strumenti adatti a coniugare il rilancio con la tutela delle persone che vi lavorano".
Ore autorizzate a DICEMBRE 2017
(confronto con NOVEMBRE 2017)
Dati nazionali e per gestione:
ORE AUTORIZZATE: 19,9 milioni (-30,2 % su novembre 2017)
CIGO: circa 10 milioni (+27%)
CIGS: 9,4 milioni (-52,5 %)
CIGD: 542 mila (-40%)
Stima UIL posti lavoro salvaguardati a dicembre 2017: 117 mila
Dati per macro area:
NORD: 9,4 milioni (-22,8%)
MEZZOGIORNO: circa 7 milioni (-27,7%)
CENTRO: 3,5 milioni (-47,6%)
Dati regionali:
Aumento in 6 Regioni e nella Prov. Aut. di Trento
Prime 3 Regioni per maggior aumento: Molise (+660,5%); Basilicata (+485,5%); Sicilia (+61,7%)
Ultime 3 Regioni con maggiore flessione: Calabria (-79,4%); Sardegna (-70,9%); Campania (-65,2%)
Ore autorizzate nell'ANNO 2017
(confronto con stesso periodo del 2016)
Dati nazionali e per gestione:
ORE AUTORIZZATE: 351 milioni (-39,3% su ANNO 2016)
CIGS: 218,2 milioni (-43,2%) di cui il 52,8% per "solidarietà"
CIGO: 105 milioni (-23,7%)
CIGD: 28 milioni (-51,6%)
Stima UIL posti lavoro mediamente salvaguardati nel 2017: 172 mila
Dati per macro area:
NORD: 165,4 milioni (-50,5%)
MEZZOGIORNO: 105,5 milioni (-6%)
CENTRO: 80,2 milioni (-39,6%)
Dati regionali:
Aumento in 2 Regioni: Basilicata (+53%) e Puglia (+17,6%)
Ultime 3 Regioni con maggiore flessione: Friuli Venezia Giulia (-66,6%); Valle d'Aosta (-63,6%); Sardegna (-59,4%)
Dati provinciali:
Aumento in 13 Province
Le prime 5 province di maggior crescita: Potenza (+90%); Savona (+66,3%); Crotone (+55,8%); Brindisi (+55,4%) e Benevento (+46,6%).
Ultime 5 Province con maggiore riduzione: Frosinone (-82,8%); Mantova (-72,1%); Pordenone (-71,9%); Verona (-71,3%); Genova (-69,6%)
Settori produttivi:
Settore con più alto numero di ore autorizzate è l'industria con 273,2 milioni di ore (-39,7% rispetto al 2016), seguita dal commercio con oltre 34,8 milioni (-34,1% sul 2016), dall'edilizia con circa 34,8 milioni di ore (-30,1%) e dall'artigianato con 8 milioni di ore (-65,5%).
Roma, 24 gennaio 2018
In allegato il 2° Rapporto UIL sulla cassa integrazione contenente i dati di febbraio 2016 con la consueta suddivisione per macro area, regioni, province e settori produttivi.
Nell'elaborato anche l'analisi delle ore complessivamente richieste nel 1° bimestre 2016.
A febbraio la richiesta delle imprese di questo importante ammortizzatore sociale ha raggiunto circa 60,2 milioni di ore con un aumento su gennaio del 5,7%. Sono stati salvaguardati nel mese 354 mila unità di lavoro. L'analisi per singola gestione, mostra una forte crescita della cassa integrazione ordinaria (+ 243,7%) e della cassa in deroga (+10,2%), a fronte della diminuzione della pur alta cassa straordinaria (-9,3%). Nonostante che anche in questo mese, come ammette la stessa INPS, il dato sulla cassa ordinaria risente di un significativo blocco amministrativo che ha rallentato le autorizzazioni in molte province o, addirittura, bloccato in alcune (14). Quindi il dato generale è fortemente condizionato da questo "fermo".
Nonostante ciò a livello di macro area, si registra un aumento nel Mezzogiorno (+215,3%), a fronte di una diminuzione del Centro (-31,1%) e del Nord (-5,3%).
Al netto del Molise, Lazio e Piemonte dove tra gennaio e febbraio si registra una flessione rispettivamente dell'87,8%, 75,2% e 73,5%, nei restanti territori le richieste di cassa integrazione salgono: nelle prime tre posizioni troviamo la Campania con +501,2%, seguita dalla Liguria (+443%) e dalla Puglia (+356,1%).
La Cassa integrazione in generale aumenta in 74 Province, dove ai primi 3 posti per il maggior incremento di ore autorizzate troviamo: Potenza che passa dalle "zero ore autorizzate" di Gennaio alle oltre 59 mila di febbraio, seguita da Vibo Valentia (passa dalle 52 ore di gennaio alle 138 mila di febbraio), ed Isernia (passa dalle "zero ore " di gennaio alle 415 di febbraio). Viceversa a Frosinone il maggior calo di ore (-98,1%). In valori assoluti, sono Torino, Bergamo e Milano le prime 3 Province per maggior richiesta di ore di cassa integrazione (rispettivamente 3,5 milioni di ore, 3,2 milioni e 3,1 milioni).
In valori assoluti, è l'industria il settore con la più alta richiesta di cassa integrazione (47,2 milioni di ore), seguita dal commercio (5,2 milioni di ore), dall'edilizia (4,6 milioni di ore) e dall'artigianato (3,2 milioni di ore). In termini di variazione percentuale, tra gennaio e febbraio di quest'anno, ad eccezione dell'industria che registra a febbraio una flessione dello 0,2% di ore autorizzate di cassa integrazione, in tutti gli altri settori le richieste aumentano: in edilizia del 153,5%, nel commercio del 7,6% enell'artigianato del 4,5%.
Un primo "bilancino" del 2016 si può azzardare analizzando il 1° Bimestre: rispetto allo stesso periodo del 2015, si segnala un aumento del 6,9%. Incrementi si registrano nella gestione straordinaria (+35,7%) e nella deroga (+25,7%) a fronte del calo della ordinaria (-60%). Le ore complessivamente autorizzate nei primi due mesi dell'anno è di 117,1 milioni di ore (di cui: Cigs 90,8 milioni di ore, Deroga 13,5 milioni di ore, Cigo 12, 7 milioni di ore). Si segnalano aumenti (di cui il più alto nel Lazio con +116,4%), in 10 Regioni e nella Provincia Autonoma di Bolzano, mentre la più forte flessione di ore in Valle d'Aosta (-90,6%).
Incrementi in 37 Province con il picco maggiore a Siracusa (+2.932,7%), a fronte della provincia di Isernia in cui vi è il maggior calo di ore autorizzate (-99%).
Se sovrapponiamo i dati della Cassa Integrazione con quelli, parziali, delle assunzioni (dati Inps sugli avviamenti), si comprende come stiano convergendo questi dati ( non esaltanti) con la bassa crescita del Pil che, proprio in questi mesi, segnala un rallentamento (pur flebile) della nostra economia. Quindi, la risposta ai problemi del lavoro e dell'occupazione, non può che essere politica, anzi, di una nuova e buona politica economica fatta di riduzione del peso fiscale sul lavoro, di investimenti in opere pubbliche, di rinnovo dei contratti a partire da quelli pubblici .
Dossier completo in allegato.
Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL
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