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Legambiente Libera Cgil Cisl e Uil
Roma, 31 marzo 2015 Comunicato stampa Legalità e qualità nelle opere pubbliche Legambiente, Libera, Cgil, Cisl e Uil presentano il Decalogo per liberare gli appalti da sprechi, mafie e corruzione 10 priorità e 30 proposte concrete per un futuro migliore.

Documenti completi in allegato.


Per rendere il Paese più moderno e funzionale, garantire ai cittadini una migliore qualità della mobilità, della comunicazione e della vivibilità, puntando su legalità e trasparenza Legambiente, Libera, Cgil Cisl e Uil lanciano il decalogo "Legalità e qualità nelle opere
pubbliche" indirizzato al Premier e ministro ad Interim delle Infrastrutture Matteo Renzi.

L'obiettivo è quello sollecitare il Governo affinché siano prese tutte le misure necessarie affinché i cantieri delle opere pubbliche in Italia siano liberati dalla corruzione e dalle mafie, per rendere possibile la realizzazione di infrastrutture davvero utili per tutti, fondate su innovazione, qualità, trasparenza, sviluppo, occupazione, tutela del lavoro, dell'ambiente e del territorio.

"L'Italia ha bisogno di nuovi investimenti nelle infrastrutture per rendere il Paese più moderno, con città più vivibili e sostenibili. Occorre garantire strutture di comunicazione funzionali, impianti idrici e di depurazione efficienti, solo per fare alcuni esempi, indispensabili per far ripartire davvero l'economia.

I ritardi che caratterizzano il Paese, troppo spesso frutto di corruzione e opacità, possono essere recuperati solo attraverso scelte radicali, che passano innanzitutto per l'individuazione di opere realmente utili e coerenti con questa visione" – hanno dichiarato il
presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, Luigi Ciotti, presidente di Libera, e Susanna Camusso Segretario Generale della Cgil, Annamaria Furlan, Segretario Generale della CISL e Carmelo Barbagallo, Segretario Generale della UIL - "ma per questo serve una
uova programmazione, un confronto pubblico trasparente e delle serie e indipendenti analisi di costi e benefici".

Per sradicare la corruzione che pervade il settore dei lavori pubblici su cui, dal Mose all'Expo, è intervenuta a più riprese la magistratura, occorre cambiare in modo radicale il sistema che governa appalti e lavori.


Già nel 1996 il Rapporto Cassese (http://www.diritto.it/articoli/amministrativo/rapporto.html ) aveva fatto suonare allarmi che non sono stati ascoltati: a quasi venti anni da quel documento ancora troppo poco è cambiato.

"Su 33 grandi opere oggetto di indagine nel triennio 2007-2010, il costo sostenuto dalle casse pubbliche era passato da 574 milioni di euro dell'assegnazione iniziale a 834 milioni di euro: si tratta di un onere aggiuntivo per i cittadini pari al 45% del valore iniziale di aggiudicazione."

"È necessario stabilire regole chiare e responsabilità – hanno concluso Cogliati Dezza, Ciotti e Camusso, Furlan e Barbagallo - ma è altrettanto indispensabile innovare il settore delle costruzioni in Italia, per elevare finalmente la qualità della progettazione attraverso i concorsi, riducendo gli impatti e contribuendo alla lotta ai disastri ambientali con serie valutazioni preliminari, garantendo un trasparente confronto con i territori e la più ampia informazione dei cittadini, tutelando i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici".

Ecco, di seguito, dalle regole ai controlli, le dieci priorità indicate da Legambiente, Libera, Cgil, Cisl e Uil


1.Rendere più efficace il quadro normativo: recepire le Direttive comunitarie in tema di appalti e
procedere a una rapida riscrizione del nuovo codice degli appalti; snellire il codice dei contratti
pubblici per evitare il ricorso all'urgenza o all'azione in deroga delle norme; ridurre il numero dei
centri decisionali; riformare l'istituto dell'arbitrato;


2.Assegnare appalti di lavori, servizi e concessioni pubbliche solo tramite gare standardizzate:
abolire la trattativa privata e ridurre le strutture parastatali e quelle con struttura privatistica;
standardizzare e semplificare contratti del medesimo genere, prevedendo l'indicazione in fase di
gara del contratto applicato per profilo merceologico prevalente e l'utilizzo del documento di gara
unico europeo; attivare concorsi per tutte le opere pubbliche;


3.Rafforzare i corpi tecnici dello Stato per eliminare il ricorso a professionisti esterni in
progettazione e direzione lavori: abolire l'anomalo istituto del general contractor per evitare che la
direzione lavori sia in carico alla stessa stazione appaltante; organizzare corpi stato separati e
autonomi da influenze politiche; prevedere subappalti controllati, divieto di attribuzione del sub
appalto ad imprese che hanno partecipato alla gara;


4.Affidare lavori solo sulla base di progettazioni esecutive: permettere l'affidamento per le
concessioni di lavori e di project financing solo sulla base di progettazioni definitive; condizionare
l'esecuzione della gara alla sussistenza di finanziamenti sufficienti a coprire l'intera durata della
prestazione;


5.Implementare e migliorare il sistema delle whitelist: premiare nelle gara le imprese che non
siano coinvolte in vicende di corruzione e di mafia; rendere obbligatorio, per le categorie di lavori
sensibili, l'iscrizione alle whiteslist, preferire le imprese con buoni e certificati risultati nelle loro
precedenti attività contrattuali e controllare la certificazione fiscale e contributiva;


6. Attuare il miglior controllo istituzionale: ampliare i poteri di intervento, vigilanza e sanzione
dell'Autorità nazionale anticorruzione per tutte le opere pubbliche; definire indicatori certi e
quantificabili sia di processo che di risultato, in modo da poter tempestivamente misurare
l'efficienza della prestazione dei contraenti privati;


7.Rendere efficace il controllo tecnico per ogni appalto: scegliere collaudatori indipendenti sulla
base di criteri definiti dall'Autorità nazionale anticorruzione e solo alla fine dei lavori; fornire
incentivi economici per quei funzionari che conseguono buoni risultati ed inchieste interne volte ad
accertare le cause di procedure con esiti scadenti;


8.Garantire completa trasparenza e incoraggiare il controllo civico: adottare il Freedom Of
Information Act anche in Italia, per rendere massimamente trasparente qualunque opera pubblica
nazionale e locale; introdurre il Debat Public per tutte le opere pubbliche nazionali, con garanzie su
informazioni e risposte ai cittadini, sui tempi del confronto e delle decisioni.


9.Proteggere l'ambiente: attraverso la Valutazione di impatto ambientale sul progetto preliminare,
con verifiche nelle fasi successive e introduzione di Linee guida per le mitigazioni e compensazioni
ambientali; utilizzare materiali provenienti dal recupero nei capitolati di appalto, per ridurre il
prelievo da cava, attraverso il recepimento delle Direttive europee e fissando standard minimi
obbligatori;


10.Tutelare i lavoratori, contrastando la pratica del massimo ribasso; reintrodurre il rispetto
della clausola sociale vincolante nei campi di appalto; escludere dalle procedure di appalto le
imprese che abbiano violato gli obblighi contrattuali verso i lavoratori, assicurando la corretta
applicazione dei contratti collettivi e nazionali di lavoro; rendere obbligatorio il pagamento diretto
del subappaltante da parte della stazione appaltante e , in caso di inadempienza dell'impresa
appaltatrice, il pagamento diretto dei lavoratori da parte della stazione appaltante.


L'ufficio stampa Legambiente: 06.86268376 - 53 - 99

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