Riportiamo la dichiarazione di Carmelo Barbagallo, Segretario generale UIL:
"Apprezziamo la scelta del Governo di stanziare 25 miliardi per far fronte all'emergenza Coronavirus e alle sue conseguenze sull'economia e sul lavoro: questa è la strada da seguire. Bisogna sostenere la sanità pubblica, per l'oggi e per il domani, e valorizzare il lavoro dei medici, degli infermieri e di tutti gli operatori sanitari: ora tutti hanno compreso questa necessità che da tempo avevamo rivendicato con forza. Così come bisogna sostenere, con assoluta determinazione, tutti i lavoratori e le imprese in difficoltà, le famiglie e i nostri pensionati, perché non si cada in una condizione irreversibile di povertà sociale. È bene, dunque, che il rallentamento o la sospensione delle attività siano accompagnati da provvedimenti che evitino il tracollo dell'economia. Ora, la priorità assoluta è la salute di tutti i cittadini, ma il sostegno al reddito, la tutela del lavoro e lo sviluppo del Paese devono sempre restare al centro dell'agenda del Governo. Ed è quello che noi continueremo a chiedere, come sempre, pronti a fare la nostra parte".
Barbagallo sull'incontro avvenuto con il Governo sul cuneo fiscale.
"Il Governo ha accolto le nostre richieste sull'ampliamento del bonus fiscale. Ora, bisogna ridurre le tasse anche ai pensionati"
"Siamo partiti con il piede giusto: si allarga la platea dei lavoratori interessati, si mantiene il bonus, si introduce il ragionamento sulle detrazioni". È questo il primo commento del Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi, in merito al confronto sul cuneo fiscale. Come è noto, Cgil, Cisl, Uil avevano sollecitato, ripetutamente, il Governo a varare provvedimenti che non solo dessero continuità al cosiddetto bonus, ma che estendessero il beneficio ad altri lavoratori. Ed è ciò che accadrà, secondo quanto convenuto nel corso dell'odierno appuntamento. In sostanza, coloro che fino ad ora hanno beneficiato degli 80 euro otterranno un incremento di 20 euro per complessivi 100 euro. Poi, saranno coinvolti altri 4 milioni e 300 mila lavoratori. Con un meccanismo di decalage, infatti, si arriverà a 80 euro per coloro che guadagnano 35 mila euro e, infine, saranno interessati anche i lavoratori delle fasce successive, ma con un decalage più netto che condurrà all'azzeramento del bonus ai 40 mila euro. Tutto ciò a partire dal prossimo mese di luglio. "Questo incontro - ha proseguito il leader della Uil - ha rappresentato, per noi, il primo step di una riforma fiscale complessiva. Infatti, ora, bisogna ridurre le tasse anche ai pensionati, detassare gli incrementi contrattuali e rendere il sistema fiscale coerente con il principio costituzionale della progressività. Infine - ha concluso Barbagallo - vanno attivati i tavoli sugli altri capitoli della piattaforma".
Roma, 17 gennaio 2020
Si è svolta lo scorso sabato mattina 9 febbraio la grande e partecipatissima manifestazione nazionale organizzata da Cgil, Cisl e UIL per far sentire le esigenze di cittadini, lavoratori e pensionati al Governo che sembra aver escluso moltissime persone con la manovra finanziaria. Anche la UIL di Alessandria non ha fatto mancare la sua partecipazione e si è unita alla folla di manifestanti. Le pizze e le vie romane che hanno ospitato il corteo dsi sono riempite di persone convinte di avere cose da dire al Governo, di meritare attenzione per il loro presente e futuro. Un'onda blu ha animato la città, colorata di striscioni, palloncini, pettorine, loghi delle varie categorie . Blu, rosso e verde erano i colori sbandierati con orgoglio per chiedere attenzione. I sindacati, con il motto diventato #FuturoalLavoro, devono essere ascoltati quando si decidono misure che riguardano lavoro, pensione, sussidi, futuro, denaro ed economia del Paese, specie in un momento così delicato. Ad aderire con uno striscione ben visibile anche i disabili che chiedono l'aumento delle pensioni di invalidità. Ricordiamo che tutte le eprsone interessate ad essere seguite possono rivolgersi all'Ufficio H presente anche all'interno della sede UIL di Alessandria. Servono rinnovo dei contratti, tournover, attenzione a creare nuovi posti di lavoro specie per i più giovani che hanno davanti un futuro privato e lavortivo da costruirsi.
"A Piazza San Giovanni, una folla così immensa non la si vedeva da molti anni. Il Governo ne tenga conto". Il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, non ha nascoto la sua enorme soddisfazione per la perfetta riuscita della manifestazione organizzata da Cgil, Cisl, Uil. Superate di gran lunga anche le più rosee aspettative: lavoratori, pensionati e giovani hanno riempito le strade di Roma.
"Sono così tanti - ha chiosato Barbagallo - che non siamo riusciti a contarli! C'è tanta voglia di partecipare alla rinascita del Paese. Il Governo non sia autoreferenziale, ascolti questa gente e cerchi di trovare le soluzioni insieme alle parti sociali. Non siamo contro il Governo, ma gli chiediamo di convocarci, altrimenti la mobilitazione proseguirà.
"Quota 100" va bene - ha precisato il leader della Uil - ma si deve trovare una soluzione anche per tanti altri lavoratori che avrebbero diritto di andare in pensione e non ci possono andare. Il reddito di cittadinanza è un utile strumento contro la povertà, ma vorremmo anche che si creasse lavoro per i giovani. Inoltre, servono investimenti pubblici e privati in infrastrutture materiali e immateriali per puntare allo sviluppo.
Il Paese è in recessione - ha proseguito Barbagallo - noi siamo contro l'austerità e vogliamo batterci perché si riprenda il cammino economico e produttivo".
L'Esecutivo nazionale della Uil si è riunito oggi a Roma per una valutazione complessiva sul confronto in corso con il Governo che, dopo una prima fase al Ministero del lavoro, si sta svolgendo ora alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
L'Esecutivo apprezza il lavoro condotto unitariamente dalla delegazione alla trattativa che, con la sua azione sindacale, è riuscita a ottenere dal Governo alcuni avanzamenti. Da questo punto di vista, sono da segnalare: l'estensione ad altre quattro categorie della qualifica di attività gravose; la modifica delle modalità di misurazione delle variazioni dell'aspettativa di vita; l'equiparazione tra pubblico e privato per la tassazione incentivante relativa alla previdenza complementare; l'istituzione di due commissioni tecnico-scientifiche, con la presenza delle parti sociali, per l'individuazione di ulteriori attività gravose e per la separazione della previdenza dall'assistenza; la possibilità di riutilizzare sempre a fini previdenziali le risorse risparmiate nell'ambito di questo stesso capitolo; e, infine, l'innalzamento della soglia del Fondo di Integrazione salariale.
Tuttavia, l'Esecutivo nazionale della Uil, pur apprezzando questi primi risultati, li giudica ancora insufficienti per esprimere un giudizio compiuto e chiede, quindi, che siano accolte le ulteriori rivendicazioni espresse al tavolo della trattativa. A tal fine, l'Esecutivo della Uil ritiene che sia stata opportuna la scelta, condivisa unitariamente, di prolungare il tempo del confronto e di chiedere la presentazione di un testo scritto che permetta una valutazione analitica delle proposte del Governo.
In particolare, la Uil ritiene che siano necessari: interventi per le future pensioni dei giovani soggetti a lavori discontinui e per la valorizzazione del lavoro di cura, svolto soprattutto dalle donne; la proroga dell'Ape sociale al 2019, oltre all'ampliamento delle categorie dell'Ape sociale per il 2018; l'estensione del blocco del meccanismo dell'aspettativa di vita anche ai requisiti per la pensione di anzianità; l'impegno esplicito a che gli esiti del lavoro delle due Commissioni siano tradotti in un provvedimento; ulteriori interventi a sostegno della previdenza complementare; e, infine, un meccanismo di adeguamento delle pensioni in essere che tenga anche conto di una diversa e più coerente composizione del paniere di riferimento, oltre al recupero del montante.
Alla luce di questo quadro, l'Esecutivo nazionale della Uil dà mandato alla delegazione alla trattativa di valutare se le risposte che il Governo presenterà nel prossimo incontro, già fissato per sabato 18 novembre, possano essere giudicate sufficienti a esprimere un giudizio compiuto.
In caso contrario, la Uil proseguirà nella sua iniziativa, insieme a Cgil e Cisl, sia a livello istituzionale, nel confronto con le forze parlamentari, sia a livello di iniziative di mobilitazione territoriali e nazionali, a sostegno delle rivendicazioni sindacali unitarie.
Roma, 14 novembre 2017
Separare previdenza da assistenza, bloccare adeguamento automatico età pensionabile
"Siamo parzialmente soddisfatti". Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, sintetizza così l'esito del confronto odierno svoltosi al Ministero del lavoro sul capitolo previdenza. Sul tavolo, in particolare, il tema delle future pensioni per i giovani che, a causa delle loro carriere sempre più discontinue, rischiano di andare in quiescenza in età molto tarda e con un assegno davvero esiguo. Il ministro Poletti, accogliendo anche alcune sollecitazioni dei Sindacati, ha presentato una proposta che punta a risolvere il problema.
"Abbiamo apprezzato lo sforzo del Governo - ha detto Barbagallo - e il meccanismo ipotizzato ci sembra interessante, ma saranno necessari approfondimenti tecnici per sciogliere alcuni dubbi e alcune questioni applicative. Resta da affrontare l'atavico problema della separazione tra previdenza e assistenza e quello dell'adeguamento automatico dell'età pensionabile all'aspettativa di vita che il Governo sembra dare per scontato e che, invece, secondo noi, deve essere bloccato. Io sono ottimista, però - ha chiosato il leader della Uil - perché ho fiducia nel Parlamento dove, su questo punto, c'è una larga maggioranza: peraltro, non vorrei che di aspettativa di vita ne soffrisse proprio il Governo! Entro la fine del mese di settembre - ha concluso Barbagallo - e, comunque, prima della presentazione della legge di bilancio bisogna arrivare a un risultato".
Altro tema al centro dell'incontro, infine, quello relativo alla previdenza integrativa. Di pensioni si tornerà a parlare nelle prossime riunioni già fissate per il 7 e per il 13 settembre.
Roma, 30 agosto 2017
La UIL si aspetta dal Governo risposte chiare sui temi al centro del confronto della fase II sulla Previdenza. Occorre innanzitutto congelare l'innalzamento dell'età di accesso alla pensione previsto per il 2019.
Bisogna eliminare le disparità di genere che penalizzano pesantemente le donne, definire interventi per le future pensioni dei giovani, rilanciare la previdenza complementare estendendo la fiscalità incentivante anche ai lavoratori pubblici, ripristinare la perequazione dei trattamenti pensionistici, varare la riforma della governance Inps e separare la spesa previdenziale da quella assistenziale per dimostrare alla UE che la spesa per pensioni in Italia è sotto la media europea.
La UIL ha sempre portato avanti contemporaneamente le problematiche dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati. La presunta contrapposizione che periodicamente viene avanzata strumentalmente tra giovani e i pensionati non riguarda l'azione e la proposta del Sindacato italiano.
Sull'insieme di questi temi è possibile continuare, come si è cominciato a fare con l'ultima legge di bilancio, a reintrodurre elementi di equità e flessibilità nel nostro sistema previdenziale con chiari vantaggi per i giovani che potranno beneficiare di una ripresa del turn over del mercato del lavoro.
Come è noto, l'Istat ha certificato che la crescita delle retribuzioni contrattuali è pressoché vicina allo zero. Purtroppo, non è un dato che ci sorprende sia perché i recenti rinnovi nel settore privato non hanno ancora generato compiutamente i loro effetti economici sia perché nel settore pubblico, nonostante l'intesa con il Governo dello scorso mese di novembre, oltre tre milioni di lavoratori continuano ad avere i loro stipendi fermi a più di sette anni fa.Ed è proprio questo il punto dolente. Se fossero confermate le indiscrezioni sui contenuti del Testo unico sulla PA, che dovrebbe essere varato in uno dei prossimi Cdm, non sarebbero rispettati i contenuti dell'accordo così faticosamente raggiunto tra le parti sociali e il precedente Esecutivo.
Questa intesa, infatti, deve essere correttamente recepita non solo nella direttiva necessaria alla concreta definizione dei contratti per i lavoratori del pubblico impiego ma, coerentemente, anche nello stesso Testo unico. Confidiamo nel fatto che questo Governo, che, peraltro, non manca di sottolineare la propria continuità politica con il precedente, non avallerà le ipotesi correnti poiché il rischio sarebbe quello di venire meno al principio istituzionale del rispetto dei patti sottoscritti.
Chiediamo, dunque, che si entri subito nel vivo delle trattative per i rinnovi dei contratti dei singoli comparti, avendo come riferimento l'impostazione condivisa, pochi mesi or sono, a Palazzo Vidoni, per dare finalmente il giusto riconoscimento economico a milioni di lavoratori.
Con l'accordo firmato, cosa cambia per i singoli lavoratori?
Siamo in presenza di un accordo politico che avvia la stagione contrattuale. Sblocca le risorse e prevede modifiche legislative per rimuovere gli ostacoli legislativi della " Brunetta" e della legge 107/2016 e consente di rinnovare i contratti bloccati.
Quando avremo il CCNL della scuola?
Il CCNL verrà stipulato con l'ARAN dopo l'emanazione da parte del Governo dell'atto di indirizzo che indicherà gli aspetti economici e normativi specifici per la scuola, all'interno del quadro tracciato da questo accordo.
Che periodo di validità avrà il nuovo contratto?
E' stata confermata la vigenza contrattuale triennale, riguarderà il periodo 2016/18.
Quante le risorse destinate al rinnovo dei contratti pubblici?
Partendo dallo stanziamento iniziale di soli 300 milioni di euro si è arrivati a cinque miliardi complessivi nel triennio.
A quanto ammonterà l'aumento mensile?
L'aumento nel triennio sarà in linea con quello riconosciuto mediamente ai lavoratori privati e comunque non inferiore a 85 euro mensili medi.
Riguarderà tutti?
Sì. Le parti si impegneranno a garantire che gli aumenti contrattuali valorizzino prioritariamente i livelli retributivi che sono stati colpiti di più dalla crisi economica e dal blocco della contrattazione, al fine di ridurre la forbice retributiva.
Gli attuali beneficiari del bonus degli 80 euro con questo aumento perderanno quel beneficio?
Le parti con questo accordo politico si impegnano, in sede di contrattazione con l'ARAN, a trovare le soluzioni per evitare penalizzazioni indirette prodotte dagli aumenti contrattuali.
Il contratto riguarda solo gli aspetti economici?
No. L'accordo introduce un riequilibrio del rapporto tra legge e contratto, con l'impegno delle parti a rivedere gli ambiti di competenza della legge e della contrattazione, privilegiando la fonte contrattuale per la disciplina del rapporto di lavoro, dei diritti e delle garanzie dei lavoratori, degli aspetti organizzativi a questi collegati.
Nella scuola che effetti pratici potrà avere?
Nel nostro caso si potranno eliminare i vincoli introdotti dalla legge "Brunetta" sulla contrattazione d'istituto e, per alcuni aspetti, agire sulle criticità introdotte dalla Legge 107/15, con conseguente rafforzamento del livello contrattuale d'istituto e di quello integrativo nazionale, restituendo alla contrattazione le materie che le sono state sottratte dalla legge.
Nella scuola quali sono le materie che verranno restituite alla contrattazione?
Il Governo si è impegnato a cambiare le norme e restituire al CCNL la disciplina di molte di esse come, Mobilità, formazione, valutazione e bonus, e a liberare la contrattazione dagli attuali vincoli.
Quali sono i vincoli alla contrattazione decentrata?
Sono sostanzialmente quelli introdotti dalla "Brunetta" come il divieto di contrattare l'organizzazione del lavoro; quello di potere adottare atti unilaterali da parte del dirigente; quello delle quote 50, 25, 25 per la distribuzione del salario accessorio; l'assegnazione ai plessi del personale docente e Ata.
Quali altri elementi caratterizzanti, sono compresi nell'accordo?
- specifiche misure volte a favorire il miglioramento delle condizioni di lavoro anche attraverso la modifica e la semplificazione della contrattazione di II livello, al fine di consentire l'utilizzo pieno delle risorse;
- impegno ad individuare, con cadenza periodica, criteri per misurare l'efficacia dell'amministrazione scolastica anche attraverso misure contrattuali che incentivino la presenza;
- impegno per una graduale introduzione anche nel settore pubblico di forme di welfare contrattuale, con misure che integrino e implementino le prestazioni pubbliche, di fiscalità di vantaggio, e a sostenere la previdenza complementare.
Come si traducono queste novità per la Scuola?
Gli elementi di vantaggio per i lavoratori di tutti i comparti di contrattazione saranno trattati nel nuovo contratto di lavoro sulla base delle specificità di ognuno di essi.
In particolare sarà possibile, così come già avviene per i privati, ottenere, ad esempio, la detassazione del salario accessorio.
I dati sul Pil resi noti, oggi, dall'Istat, anche alla luce di quelli diffusi l'altro ieri dall'Ocse, dimostrano che i livelli di crescita sono ancora insufficienti. Fa bene, dunque, il nostro Governo – ed era ora - a opporsi alla politica di austerità che ha caratterizzato in questi anni l'Unione europea e a guardare con più attenzione alle politiche attuate da Obama.Sono anni che la Uil sostiene questa impostazione, manifestata, peraltro, anche in occasione degli incontri che abbiamo avuto, lo scorso anno, con personaggi del mondo politico, economico e giudiziario degli USA. Con loro ho avuto occasione di condividere un principio: un freno alla ripresa è rappresentato anche dalla sovrapproduzione legislativa (nel nostro Paese abbiamo 153 mila leggi, un record europeo) che genera, paradossalmente, incertezza del diritto e non invoglia le aziende estere a investire.
Noi crediamo, inoltre, che occorra intervenire non solo sul lato dell'offerta, ma anche su quello della domanda: gli imprenditori e lo Stato, datore di lavorodel pubblico impiego, abbiano consapevolezza che senza rinnovi contrattuali la domanda interna langue, le imprese che producono beni e servizi per il mercato interno chiudono, l'occupazione non cresce, l'economia non si riprende. E, in questo senso, anche la rivalutazione delle pensioni può giocare un ruolo importante. Le ricette applicate sino ad ora, purtroppo, non hanno dato i risultati sperati: insieme possiamo migliorare la rotta e accelerare il cammino verso lo sviluppo, unica strada per restituire speranze occupazionali ai giovani.
I dati sul Pil resi noti, oggi, dall'Istat, anche alla luce di quelli diffusi l'altro ieri dall'Ocse, dimostrano che i livelli di crescita sono ancora insufficienti. Fa bene, dunque, il nostro Governo – ed era ora - a opporsi alla politica di austerità che ha caratterizzato in questi anni l'Unione europea e a guardare con più attenzione alle politiche attuate da Obama.
Sono anni che la Uil sostiene questa impostazione, manifestata, peraltro, anche in occasione degli incontri che abbiamo avuto, lo scorso anno, con personaggi del mondo politico, economico e giudiziario degli USA. Con loro ho avuto occasione di condividere un principio: un freno alla ripresa è rappresentato anche dalla sovrapproduzione legislativa (nel nostro Paese abbiamo 153 mila leggi, un record europeo) che genera, paradossalmente, incertezza del diritto e non invoglia le aziende estere a investire.
Noi crediamo, inoltre, che occorra intervenire non solo sul lato dell'offerta, ma anche su quello della domanda: gli imprenditori e lo Stato, datore di lavorodel pubblico impiego, abbiano consapevolezza che senza rinnovi contrattuali la domanda interna langue, le imprese che producono beni e servizi per il mercato interno chiudono, l'occupazione non cresce, l'economia non si riprende. E, in questo senso, anche la rivalutazione delle pensioni può giocare un ruolo importante. Le ricette applicate sino ad ora, purtroppo, non hanno dato i risultati sperati: insieme possiamo migliorare la rotta e accelerare il cammino verso lo sviluppo, unica strada per restituire speranze occupazionali ai giovani.
UIL CGIL CISL, pubblico impiego, rispondo ai 44 punti (punto per punto) della lettera inviata alle lavoratrici e ai lavoratori da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dalla ministra della Funzione Pubblica Marianna Madia, con l'aggiunta di un cadeau finale per il Presidente Renzi.
La quarantacinquesima domanda, incomprensibilmente assente, la pongono le Organizzazioni Sindacali al Governo: il contratto nazionale dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni? Sicuri di poter chiedere sforzi e uno scatto di modernità a un pubblico impiego impoverito e demotivato da cinque anni di blocco?
Senza la riapertura della contrattazione nessuna vera riforma è possibile. Non si tratta solo di sanare una situazione di ingiustizia ormai evidente. Il contratto è uno strumento di governo dei processi di riforma.
#Renzi rinnova il mio contratto
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