Il prossimo 18 Marzo 2022 si terrà uno sciopero di 4 ore ad Alessandria.
L’azienda STP, Società trasporti pubblici infatti, rifiuta di aprire un confronto con le RSA sul contratto di secondo livello, riferendo che non vi sono le condizioni per siglare un accodo.
Immediatamente dopo unilateralmente, contatta i lavoratori esercitando pressioni sugli stessi, invitandoli a firmare accordi individuali, non rispettando quanto previsto dal CCNL.
Con un atto d’imperio, vuole imporre la propria volontà.
Per dire No a questo modo obsoleto di condurre le relazioni industriali, che ci riporta agli inizi del 900.
Affinché le istituzioni vigilino su chi riceve fondi pubblici non permettendogli di fare ciò che vuole, come per esempio variare gli orari del servizio a loro piacimento.
Per dire basta a contratti pirata (individuali), che hanno come unico scopo abbassare il costo del lavoro, a discapito anche della sicurezza.
I Lavoratori dell’azienda STP Alessandria sciopereranno il 18 Marzo 2022 dalle 15:00 alle 19:00
Lo sciopero riguarda sia il personale addetto all’esercizio che quello impiegato in biglietteria
Impianti Fissi ultime 4 ore della prestazione lavorativa
In concomitanza con lo sciopero, manifesteremo il nostro dissenso con un presidio dalle 15:30 alle 17:30 davanti alla Prefettura di Alessandria
Sindacati e Cocer Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico: sarà sciopero.
Quando abbiamo scelto di servire il Paese, per garantire Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico eravamo consci di aver intrapreso una missione votata alla totale dedizione alla Patria e ai suoi cittadini con condizioni difficili per mancanza di mezzi e di risorse. Quello che certamente non credevamo è che chi è stato onorato dal popolo italiano a rappresentare le Istituzioni democratiche ai massimi livelli, non avesse nemmeno la riconoscenza per coloro che, per poco più di 1300 euro al mese, sono pronti a sacrificare la propria vita per il Paese.
Nonostante i sacrifici e i maltrattamenti sinora ricevuti, le donne e gli uomini in uniforme hanno continuato a servire i Cittadini italiani e le Istituzioni democratiche convinti che il Governo, anche in relazione ai continui impegni assunti formalmente con documenti ufficiali e con dichiarazioni sia dei Ministri che dei Capi dei singoli Corpi e Dipartimenti, avrebbe loro riconosciuto quanto negato negli ultimi quattro anni con il blocco del tetto salariale che, invece era dovuto.
È quanto affermano in una nota congiunta i Sindacati e il Cocer Interforze dopo una riunione tenutasi questa mattina per fare il punto della situazione dopo le dichiarazione del Ministro Madia.
Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, sottolineano i Sindacati e il Cocer siamo costretti, verificata la totale chiusura del Governo ad ascoltare le esigenze delle donne e degli uomini in uniforme per garantire il funzionamento del sistema a tutela della sicurezza, del soccorso pubblico e della difesa del nostro Paese, atteso le numerose richieste di incontro rivolte al Presidente del Consiglio, ad oggi inascoltate, a dichiarare lo sciopero generale di questi comparti atteso che anche i Capi dei singoli Corpi e Dipartimenti e i relativi Ministri hanno girato le spalle al proprio personale.
Per questo motivo, e nello spirito di servizio e di totale abnegazione per continuare a garantire la difesa, la sicurezza e il soccorso pubblico al nostro Paese, qualora nella legge di stabilità sia previsto il rinnovo del blocco del tetto salariale, chiederemo le dimissioni di tutti i Capi dei vari Corpi e Dipartimenti, civili e militari, e dei relativi Ministri poiché non sono stati capaci di rappresentare i sacrifici, la specificità, la professionalità e l'abnegazione del proprio personale.
La frattura che si creerebbe in tale scenario sarebbe insanabile; per questo diciamo che in tale ipotesi, o restano loro oppure tutti quelli chi si sacrificano, ogni giorno e in ogni angolo del Paese e dell'intero mondo per garantire sicurezza e difesa.
Per sostenere la difesa, il soccorso pubblico e la sicurezza del nostro Paese, concludono Sindacati e Cocer, in vista dello sciopero generale, che si terrà entro la fine di settembre, qualora dovesse essere rinnovato il blocco del tetto delle retribuzioni, attueremo, sin da subito, oltre ad una capillare informazione e sensibilizzazione della società civile sui rischi che corre, azioni di protesta su tutti i territori con la denuncia di tutte le disfunzioni, le esposizioni al rischio, sinora accettate nell'interesse supremo del servizio, nonché le scorte e i privilegi che la casta continua a preservare e che, nonostante i roboanti annunci sinora fatti dal
Governo, ad oggi non sono stati né eliminati né ridotti preferendo, per far quadrare i conti, di penalizzare gli unici soliti noti contribuenti del nostro Paese, i dipendenti pubblici e i pensionati.
Insieme alla protesta informeremo i cittadini dell'importanza vitale del nostro servizio e della specificità che contiene portandoci, quotidianamente ad esporci sino al rischio della vita.
Roma, 4 settembre 2014
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