FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e UILPA hanno indetto lo sciopero nazionale di tutto il personale della Pubblica Amministrazione dipendente dagli enti e dalle amministrazioni, delle Funzioni locali e della Sanità per l'intera giornata di mercoledì 9 Dicembre.
Il personale che aderirà all'agitazione si asterrà dal lavoro per l'intero turno, fatta salva l'applicazione dei protocolli di intesa finalizzati alla individuazione dei servizi minimi ai sensi di quanto previsto dalla legge in materia.
Ad Alessandria il prossimo mercoledì 9 dicembre ci sarà un presidio di lavoratori riuniti davanti alla Prefettura, con un numero massimo di 30 persone, tra le 10 e le 12.
Claudio Bonzani, Segretario UIL FPL Alessandria: "Le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica sono state e sono ancora in prima linea nel combattere ogni giorno, h24, la pandemia. ln un contesto senza precedenti il personale sanitario, rischiando la salute e facendo grandi sacrifici, chiede che si ponga fine alla politica dei tagli sconsiderati, pari a 36 miliardi in dieci anni, che hanno indebolito colpevolmente la capacità di risposta del sistema. Oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Altre piaghe sono il precariato e la svalutazione delle professionalità del settore. Chiediamo quindi assunzioni, sicurezza e contratti.
Lo stesso vale per il rinnovo della Pubblica Amministrazione. Chiediamo risposte chiare per 195mila precari che lavorano ogni giorno nel settore pubblico, considerati troppi anche dalla Commissione Europea che ha avviato una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. Sono poi inaccettabili i dati relativi al blocco delle assunzioni.
Quest'anno di pandemia ancora in corso ci ha messo davanti un quadro che necessita di risposte concrete per poter garantire a tutti l'assistenza dovuta. Non si può continuare a contare su personale costretto a saltare riposi o di fare doppi turni sistematici. Una PA depauperata di risorse umane significa liste di attesa più lunghe, uffici pubblici meno efficienti, code interminabili e una burocrazia sempre meno allineata ai bisogni reali del Paese".
Per questo il settore pubblico riguarda non soltanto il personale coinvolto, ma tutti i cittadini che meritano assistenza sanitaria pubblica e servizi utili efficienti. Queste le motivazioni che hanno portato allo sciopero dopo mesi di richieste inascoltate da parte del Governo".
Ricordiamo che il nostro Paese già oggi è molto al di sotto della media Ocse con il 13,43% di lavoratori pubblici in rapporto alla forza lavoro del Paese. In termini assoluti sul totale della popolazione siamo all'ultimo posto in Europa con il 5,7% di lavoratori pubblici. Ad oggi, l'età media nella PA è di 51 anni con punte di 56-57 anni negli enti centralizzati dello Stato. In deroga alla normativa vigente, chiediamo la fine della stagione dei tagli lineari (confermati purtroppo nelle prime bozze di legge di bilancio 2021) e un piano straordinario di assunzioni che copra almeno le fuoriuscite per pensionamento.
"Basta attacchi pretestuosi: siamo responsabili. Il Governo piuttosto apra al confronto con noi". Così i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco, in merito alle reazioni suscitate dalla proclamazione dello sciopero della Pa per il prossimo 9 dicembre.
"Siamo sottoposti alla legge che regola lo sciopero nei servizi essenziali - affermano i quattro dirigenti sindacali -. Forse non tutti sanno, e tra questi la Ministra viste le sue dichiarazioni, che la legge tutela la necessaria continuità assistenziale, quindi non tutti possono scioperare quando si proclama uno sciopero nel settore pubblico. Ai cosiddetti contingenti minimi esclusi dalla legge, cioè il personale che viene precettato per garantire la continuità dei servizi ai cittadini, si sommeranno anche quelli che sono impegnati nell'emergenza Covid e che non faremo astenere dal lavoro, per cui la percentuale degli abilitati ad esercitare il diritto di sciopero si riduce. Il nostro obiettivo non è bloccare i servizi ma esprimere il nostro dissenso".
La Ministra Fabiana Dadone, proseguono i segretari delle categorie di Cgil, Cisl e Uil, "ha parlato di blocco del Paese esasperando i toni, per coprire la responsabilità della tensione sociale determinata dall'assenza di confronto con le categorie nonostante le nostre reiterate richieste. Quale datore di lavoro rinnova un contratto senza neanche un confronto con il sindacato? È una forzatura di retaggio populista semplificare la vertenza generale sul lavoro pubblico che abbiamo intrapreso da mesi, e che riguarda il piano straordinario di assunzioni, la sicurezza nei luoghi di lavoro e il rinnovo del contratto per tutti i settori pubblici, ovvero funzioni locali, sanità e funzione centrali, alla mera richiesta di più salario per gli 'statali', quasi a volerne dare un'accezione negativa".
Si tratta di lavoratori, precisano, "che hanno retribuzioni molto diverse e che sono tutt'altro che privilegiati, dai sanitari agli educativi, dalle forze dell'ordine ai lavoratori che in tutte le pubbliche amministrazioni svolgono una funzione essenziale. È proprio questa mancanza di rispetto che ha prodotto la rottura e di certo non è dipeso dal sindacato. Noi non ci fermeremo: non bloccheremo i servizi, assisteremo i cittadini, ma il 9 dicembre protesteremo anche con forme innovative che non compromettano il lavoro e i servizi ma faranno sapere al Governo che su assunzioni, sicurezza e contratti continueremo con le azioni programmate fino a che non ci saranno risposte", concludono.
Siamo fortemente preoccupati per la situazione di grande difficoltà che sta attraversando il Paese, in assenza di un piano di rilancio e alle prese con un ritorno dell'emergenza Coronavirus.
Va superata l'attuale profonda crisi di valori, avendo a riferimento la nostra Costituzione e i principi di solidarietà e unità del Paese, per superare le difficoltà economiche aggravate dalla pandemia che ha colpito milioni di famiglie.
Il rischio di uno scontro sociale è fortissimo, e non sarà la politica dei bonus a scongiurarlo.
La classe politica ha di fronte a sé il compito di ricostruire il tessuto sociale ed economico, a partire dalla Scuola, dalla Sanità, dall'Università, dalla Ricerca e dalla PA che sono il volano dell'economia e su cui si fonda il sistema della sicurezza e del welfare che solo lo Stato può assicurare.
Serve una visione di Paese evoluto e votato al cambiamento, servono investimenti in infrastrutture materiali e in reti, con una capillare digitalizzazione che sia strumento e non fine.
A tal proposito, un recente studio UIL ha messo in evidenza un Paese arretrato in cui solo una parte è in grado di usufruire delle nuove tecnologie. La fibra e l'accesso a internet non garantiti a tutti determinano una condizione di allargamento delle disuguaglianze e accentuano una divisione del Paese, con squilibri inaccettabili dal punto di vista della giustizia sociale. Dunque, così come nel secolo breve si portò la luce elettrica anche nelle campagne e fu possibile il miracolo italiano, oggi analogamente è necessario intervenire perché la fibra arrivi in ogni luogo anche il più estremo. E' un'azione, questa, che non può essere affidata ai privati che la farebbero solo sulla base del profitto.
La solidarietà necessaria può farla solo lo Stato. L'epoca delle privatizzazioni dovrebbe essere messa da parte per un nuovo umanesimo e per consentire ad un popolo fecondo come il nostro di cogliere le sfide della modernità.
Bisogna reagire positivamente per cambiare le politiche neo liberiste degli ultimi venti anni. Serve un'inversione totale che limiti le disuguaglianze e perché ciò avvenga è necessario che i settori del pubblico impiego acquisiscano la loro autonomia dalla politica e siano al servizio del Paese.
La rigenerazione della politica passa anche attraverso un Patto per il Paese per il quale è indispensabile mettere da parte gli egoismi e marciare verso un unico obiettivo, puntando su una politica concertativa che è l'alternativa allo scontro sociale.
Scuola, Sanità, Università, Ricerca, Fisco, Giustizia, Soccorso e tutti i vari ambiti della PA sono settori in cui investire e non possono essere catalogati come costi da tagliare.
Una migliore gestione della cosa pubblica nell'interesse dei cittadini va costruita anche su una politica di investimenti e su un ricambio generazionale che significherebbe dire basta al precariato che nel lavoro pubblico è diventato una piaga da sanare.
Alla ripresa dalla pausa estiva, affronteremo una fase delicata, quella del rinnovo dei contratti che dovranno trovare un nuovo quadro di definizione lontano dalle regole "brunettiane", ma vicino ad una pubblica amministrazione protagonista del rilancio e dello sviluppo.
Sono traguardi che non si possono raggiungere con atti legislativi, ma attraverso la condivisone. Il blocco dei contratti ha lasciato una ferita ancora aperta che dovrebbe fare riflettere chi vuole intraprendere la strada della buona politica.
La Uil ci sarà sempre nelle sedi di concertazione e nelle piazze a rivendicare un cambio di passo e di politica. Noi siamo convinti che soltanto insieme si possa costruire un Paese migliore.
Il Report annuale del Forum PA ha tracciato stamani le stime di quello che si prospetta un consistente ricambio generazionale per una popolazione lavorativa pubblica che è arrivata a un'età media di 50,6 anni e che sempre più soffre dei suoi ranghi ridotti dagli anni del blocco del turn over. Una situazione che solo il massivo e persistente ricorso alla precarietà ha in parte arginato.
Sono dati che non ci suonano come nuovi ma testimoniano, se ce ne fosse bisogno ancora una volta, come è urgente chiudere quella brutta parentesi che ha imperversato nel pubblico impiego con l'abuso delle forme di lavoro flessibile. Questo ricambio che, stando al Forum PA, aprirà le porte a 450 mila/500 mila nuovi lavoratori non può prescindere dalla stabilizzazione di chi per tutti questi anni ha consentito la tenuta di una macchina amministrativa con sempre più scarse risorse economiche e, per l'appunto, umane. Un ricambio che come in più occasioni abbiamo chiesto, necessità di un vero e proprio piano straordinario di assunzioni mirato a colmare i tanti vuoti organici e che sia così teso a garantire la continuità, equità e puntualità dei servizi resi alla comunità.
Il Forum segnala, peraltro, anche una grave carenza di competenze, ovvia conseguenza sia del mancato ingresso di nuovi laureati più vicini e preparati al necessario aggiornamento digitale delle nostre amministrazioni, sia di carenze nella formazione e nell'aggiornamento del personale in forza. E anche per quest'ultimo profilo è fondamentale segnare un cambio di passo che si sostanzi finalmente in investimenti e risorse esigibili per la crescita delle competenze professionali dei lavoratori.
La nostra Pubblica Amministrazione, il suo aggiornamento, la sua tanto agognata efficienza non può che muovere da quello che chiediamo come UIL da anni: nuove assunzioni, stabilizzazioni dei precari storici e aggiornamento delle competenze. La fotografia del forum fa ben sperare sul fronte del turnover e richiede, però, che le sue stime vengano tradotte al più presto in investimenti e bandi di concorso.
Roma, 28.01.2020
"Vogliamo certezze sulle risorse per il rinnovo dei contratti pubblici e sulle assunzioni, dal ministro Bongiorno ci aspettiamo conferme". È quanto affermano i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco, dagli esecutivi unitari delle categorie del pubblico impiego, in merito al dibattito di queste ore sulla legge di bilancio.
"Si apprende dalla stampa e da bozze che circolano del testo della legge di bilancio, datata 23 ottobre, - osservano i segretari generali - che si prevedono risorse per assunzioni e contratti e che camminerebbe, insieme alla manovra, il cosiddetto ddl concretezza. Come abbiamo ribadito in questi mesi, vogliamo certezze e quindi aspettiamo conferme dal ministro Bongiorno".
Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa rivendicano conferme "anche perché - precisano - se le cifre e i capitoli su cui si prevedono investimenti sono quelli che si leggono in questi testi informali, siamo in grado di dire due cose. La prima è che mancano una serie di provvedimenti in grado di dare impulso alla contrattazione decentrata. Fatti due conti rapidi per i contratti nazionali servono risorse in più anche perché vorremmo garanzie per sanità ed enti locali, oltre che per le amministrazioni centrali. La secondare, relativa alle assunzioni, è che siamo all'emergenza: vogliamo un piano chiaro e avere il quadro dei fabbisogni delle amministrazioni. Se ci saranno risposte adeguate il sindacato risponderà prontamente perché nostro obiettivo è garantire diritti, salario e qualità dei servizi, se invece verificheremo che non ci saranno risposte adeguate proseguiremo mobilitazione", concludono Sorrentino, Petriccioli, Librandi e Turco.
Anche la Corte dei Conti, nella sua relazione annuale sulla gestione finanziaria dell'INPS, ha posto l'accento sulla necessità di una riforma della governance dell'Istituto, ad iniziare dalla revisione delle funzioni e dei compiti dei tre principali organi - di indirizzo e vigilanza, di rappresentanza legale dell'ente, di indirizzo politico-amministrativo – i quali, unitamente al direttore generale, compongono l'assetto duale delineato dal legislatore per gli enti previdenziali pubblici. La Corte ha rilevato, infatti, come l'intervento riformistico del 2010 sul sistema di governo dell'Istituto, che di fatto ha determinato l'accentramento nella figura del Presidente dei compiti prima spettanti al Consiglio di Amministrazione, non abbia contribuito ad un migliore equilibrio dell'Istituto.
Tutto ciò conferma le perplessità che più volte abbiamo avuto modo di esprimere sulla Governance dell'INPS, nella consapevolezza che la logica dell'uomo solo al comando non possa in alcun modo corrispondere alle esigenze di funzionalità di un Istituto che, lo ricordiamo, costituisce un patrimonio di tutto il Paese.
Auspicando, dunque, che il percorso di riforma ordinamentale e strutturale dell'Inps, iniziato proprio sul finire dell'anno appena trascorso, possa tornare al centro del dibattito parlamentare nella prossima Legislatura ed, anzi, essere arricchito dei contributi di tutte le parti sociali per la condivisione della migliore soluzione possibile per il futuro dell'Istituto, pubblichiamo di seguito il comunicato stampa sul'argomento del Segretario confederale della UIL Domenico Proietti.
Proietti: l'uomo solo al comando non ha prodotto risultati positivi
La Corte dei Conti conferma quanto ripetutamente sostenuto dalla Uil in questi anni che la concentrazione di tutti i poteri al Presidente dell´INPS «non si è mostrata sufficiente a conferire all'Istituto migliore equilibrio».
È la conferma che un uomo solo al comando del più grande ente previdenziale europeo non ha prodotto risultati positivi.
C'è una chiara responsabilità delle forze politiche che non hanno affrontato con tempestività questo problema a fronte dei ripetuti e reiterati inviti delle Parti sociali.
La UIL chiede a tutte le forze politiche di impegnarsi a varare nei primi mesi della nuova legislatura una riforma della governance dell´INPS, rafforzando un sistema duale con una chiara e precisa definizione dei compiti dell'organo di gestione nominato dal Governo e di quelli del comitato di indirizzo e vigilanza, dove siedono i rappresentanti delle forze sociali, che devono essere concreti ed esigibili.
L´obiettivo è quello di fare dell´INPS un ente efficiente, efficace e partecipato.
Roma, 01/02/2018
Nei giorni 21 e 22 settembre si sono svolti a Tivoli i lavori dell'Esecutivo Nazionale della Uil Pubblica Amministrazione, nel corso del quale sono state affrontate le tematiche più rilevanti che riguardano da vicino il mondo del lavoro pubblico, in primis il rinnovo dei contratti, cui in questo momento spetta un ruolo di centralità assoluta.
Il Segretario Generale della UILPA Nicola Turco ha sottolineato le varie criticità che rimangono da definire nel corso della trattativa per il comparto delle Funzioni Centrali e che comunque assumono una valenza generale per tutto il Pubblico Impiego, evidenziando il particolare come il rinnovo del contratto non possa prescindere dal rilancio della contrattazione alla quale va restituito quel ruolo attivo, di primo piano, che il legislatore degli anni '90 aveva definito con successo. Non può esserci contratto senza contrattazione.
Insomma, ha ribadito Turco, è necessario un cambiamento di rotta che consenta di valorizzare la contrattazione e di ricondurre nel suo alveo tutte le materie sottratte, che da troppi anni sono state oggetto di scelte unilaterali che hanno prodotto danni enormi non solo ai lavoratori ma soprattutto all'utenza ovvero ai cittadini.
Il Segretario Generale della UIL, Carmelo Barbagallo, intervenuto ai lavori dell'Esecutivo UILPA, ha dimostrato ancora una volta la sua vicinanza alla categoria, assicurando come sempre il supporto della Confederazione nella vertenza su rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego. I contratti del pubblico impiego vanno chiusi presto e bene, ha evidenziato Barbagallo nel corso del suo intervento, sottolineando in particolare la necessità di riappropriarsi della funzione della contrattazione. "Io sono convinto - ha dichiarato il leader della Uil - che ci sono le condizioni per fare l'accordo: non stiamo chiedendo la luna".
Grande entusiasmo e passione nella platea UILPA, un unico comune denominatore: restituire dignità e valore al lavoro di coloro che sono al servizio della collettività attraverso il rispetto e l'esigibilità dell'Accordo dello scorso 30 novembre che, oltre agli incrementi contrattuali, prevede la salvaguardia del bonus degli 80 euro, il riequilibrio tra le fonti – legge e contratto – e nuove forme di welfare aziendale, come nel mondo del lavoro privato.
"Da parte dell'Aran, in occasione del confronto odierno, ancora nessuna risposta alle nostre richieste relative al rinnovo dei contratti del comparto Funzioni Centrali". Lo afferma in una nota il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco.
"Ancor prima di affrontare ogni discussione su tutti i temi contrattuali - prosegue Turco - ribadiamo la necessità di rispettare l'accordo dello scorso 30 novembre. Pertanto, rinnoviamo con forza la nostra richiesta di restituire vigore e slancio alla contrattazione anche nel settore pubblico, quale strada maestra per dar voce ai lavoratori e per garantire servizi efficienti ai cittadini".
Conclude il Segretario Generale della UILPA: "Non ci stancheremo mai di ripetere che la valorizzazione della contrattazione rappresenta l'ineludibile caposaldo dell'accordo del 30 novembre, ovvero l'elemento prioritario per un rinnovo dei contratti che assicuri non solo i legittimi incrementi retributivi ai lavoratori ma anche il buon funzionamento della macchina pubblica ai cittadini. Tale rinnovo non potrà in alcun modo prescindere da un effettivo riequilibrio tra le fonti – legge e contratto."
Da domani, 1° settembre 2017, viene attribuita all'INPS la competenza esclusiva ad effettuare visite mediche di controllo (VMC) sia su richiesta delle Pubbliche amministrazioni, in qualità di datori di lavoro, sia d'ufficio.
Lo rende noto l'Istituto, con il messaggio 3265 del 9 agosto 2017, precisando che dal prossimo settembre entrerà in vigore il "Polo unico per le visite fiscali", ai sensi degli articoli 18 e 22 del Decreto legislativo n. 75/2017.
Il decreto prevede l'emanazione di ulteriori decreti ministeriali anche al fine di armonizzare la disciplina dei settori pubblico e privato in materia di fasce orarie di reperibilità, nonché alla definizione delle modalità degli accertamenti.
In attesa dei decreti ministeriali e della conseguente circolare INPS, l'Istituto fornisce le prime indicazioni per poter garantire l'attuazione della nuova disposizione, che rappresentano una prima applicazione sperimentale, che sarà progressivamente messa a punto.
Nel messaggio sono indicate le categorie di amministrazioni e i dipendenti pubblici interessati agli accertamenti medico fiscali assenti dal servizio per malattia.
Le visite mediche di controllo potranno essere effettuate dietro richiesta delle PP.AA. o disposte d'ufficio dall'INPS, secondo le modalità indicate nel messaggio.
Il dipendente pubblico, come previsto nel D. Lgs. 75/2017, è tenuto, qualora debba assentarsi dal proprio domicilio (es. per visita specialistica o altro), ad avvisare la propria amministrazione, la quale successivamente avviserà l'INPS.
Inoltre, indicazioni specifiche riguardano le visite mediche di controllo per i casi di infortunio sul lavoro e malattia professionale.
Pochissime risposte da uffici pubblici ministeri a monitoraggio su condizioni uffici
Si è conclusa l'ultima fase del monitoraggio avviato dalla Uilpa nel novembre 2015, quando fu chiesto ai datori di lavoro pubblici (Ministeri, Agenzie Fiscali ed Enti Pubblici non economici), un confronto sugli adempimenti previsti dalla legge del 9 aprile 2008, 81, finalizzato a misurare lo 'stato di salute' della Pubblica Amministrazione, inteso a verificare le reali condizioni degli ambienti, delle relazioni di lavoro e della qualità della vita dei lavoratori delle amministrazioni pubbliche, i cui risultati sono stati oggetto di un'elaborazione statistica.
"Un'indagine a tappeto sulle varie articolazioni centrali e periferiche della P.A., il cui risultato più significativo è sicuramente il 'silenzio' diffuso su tutto il territorio nazionale". A segnalarlo è il segretario generale della Uilpa, Nicola Turco. Un silenzio che osserva "si riferisce indistintamente a tutte le macro Aree del Paese (Nord, Centro, Sud ed Isole), con punte eclatanti che riguardano il ministero della Giustizia (75,9%), il Mef (73,9), il Miur (73,8%), l'Interno (73,2%), il Mibact (69,6%), il Mit (66,7%), il Lavoro (69,4%), la Difesa (51,9%)".
"Un silenzio - sottolinea Turco - che fa riflettere non solo sulla reale conformità a norma dei luoghi e dei processi di lavoro ma soprattutto sulla stessa percezione e sensibilità del management pubblico rispetto a tali problematiche". Il Segretario Generale della Uilpa evidenzia che "i risultati dell'indagine rappresentano plasticamente la scarsa cultura e l'insufficiente programmazione in materia di prevenzione e benessere organizzativo, fattori che si ripercuotono sulla qualità della vita dei lavoratori ma anche sui servizi erogati ai cittadini".
Fonte (AdnKronos)
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