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La necessità di colmare il divario di genere nel nostro Paese non è più rinviabile e richiede una figura istituzionale di riferimento con un'ampia delega, in grado di esercitare una concreta azione di Governo per superare le disuguaglianze e le discriminazioni che sempre di più colpiscono le donne.

L'Italia rimane agli ultimi posti in Europa, e non solo, per tasso di occupazione femminile, ma anche per la crescente disparità salariale, e di conseguenza pensionistica. In Italia  una lavoratrice su quattro lascia il lavoro quando aspetta un figlio, dopo la maternità continuano a lavorare solo 43 donne su 100.

Aumentano la precarietà, la discontinuità lavorativa, a causa della difficile conciliazione tra lavoro e famiglia, e per la mancanza di servizi anche a causa dell'erosione del welfare.

Tutto questo produce una crescente disuguaglianza tra uomini e donne, in barba agli articoli della Costituzione e alle tante norme varate e disapplicate, come denuncia anche l'Onu che ha espresso una forte preoccupazione sulla violenza sulle donne in tutte le sue forme nel nostro Paese. Anche se ci siamo dotati di leggi in linea con gli standard europei siamo carenti nella loro applicazione e nelle azioni di prevenzione di questo odioso fenomeno.

Non servono nuove leggi, vanno applicate quelle che ci sono, a partire dalla Convenzione di Istanbul, che vieta ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne,  garantendo l'effettiva applicazione del principio della parità tra i sessi e che chiarisce come il cambiamento culturale e l'affermazione di una reale parità tra uomini e donne sia la chiave per contrastare efficacemente la violenza.

Dallo scorso maggio è pronto il Piano d'azione straordinario contro la violenza, ma poco si sa sull'operatività e sulle risorse stanziate.

Per garantire il rispetto delle pari opportunità tra uomini e donne, e per contrastare effettivamente la violenza sulle donne, occorre un indirizzo politico ed istituzionale dedicato, in grado di  prevenire e contrastare la violenza, e  le discriminazioni di genere nel corso dell'intera vita lavorativa delle donne: dall'ingresso nel mercato del lavoro fino alla pensione. Non servono modesti provvedimenti a spot ma un impegno concreto a partire dalla designazione della delega politica non più rinviabile.

Loredana Taddei Responsabile Politiche di Genere Cgil Nazionale

Liliana Ocmin Responsabile Dipartimento Politiche Migratorie Donne Giovani  e Coordinamento Nazionale Donne Cisl Nazionale

Maria Pia Mannino   Responsabile Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di Genere  UIL Nazionale

Roma, 22 dicembre 2015

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