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Visualizza articoli per tag: ristorazione collettiva

La sentenza con cui il Tribunale di Torino dà ragione alla UILTuCS in un caso di cambio di appalto nella Ristorazione Collettiva assume un valore determinante per l'insieme degli argomenti affrontati. Sempre più frequentemente, nella successione tra imprese per la gestione di un servizio in appalto, il mantenimento dei livelli occupazionali e del monte ore contrattuale dei singoli lavoratori viene messo in discussione dalle aziende, che adducono motivazioni spesso strumentali. Tutto ciò in spregio della clausola sociale contemplata dal CCNL, la cui funzione è stata ribadita anche nel recente Codice per gli Appalti pubblici.

Nel caso in oggetto, l'azienda subentrante avvia una procedura per licenziamento collettivo per "liberarsi" di alcuni lavoratori ritenuti in esubero nell'appalto della mensa della Città della Salute e della Scienza di Torino. Il licenziamento viene impugnato dalla UILTuCS Piemonte con pieno successo.

In primis, il giudice ribadisce il principio che, a fronte di equivalenza e fungibilità di mansioni con addetti operanti in altri appalti, occorre estendere l'ambito di riferimento entro cui individuare i lavoratori da licenziare a tutti gli appalti (o quantomeno a quelli territorialmente limitrofi), secondo i criteri previsti dalla legge n. 223/1991. Questo orientamento – non sempre condiviso dalla magistratura e con riflessi problematici anche per il Sindacato nel rapporto con i lavoratori – ha il merito di costituire un "freno" per quelle imprese che pensano, con questi metodi, di "liberarsi" di personale "scomodo".

Il secondo principio affermato dal giudice si inserisce nell'annosa questione riferita alla configurazione del cambio di appalto come forma di trasferimento di ramo di azienda. Il dibattito su questo argomento è tuttora intenso, contraddistinto in Italia da posizioni retrive che hanno portato la Commissione Europea ad imporre la recente modifica del Decreto Legislativo n. 276/2003.

Al contrario, in Europa, molti pronunciamenti si sono indirizzati verso la tesi secondo cui ""se in un determinato appalto di servizi un imprenditore subentra ad un altro e nel contempo ne acquisisce il personale e i beni strumentali organizzati (cioè l'azienda), la fattispecie non può che essere disciplinata dall'art. 2112 c.c.". In tal senso, proprio con riferimento alla Ristorazione Collettiva, ha fatto storia la causa C-340/01 (Abler e altri) del 20 novembre 2013.

Il giudice torinese ha accertato che l'azienda "è subentrata nella piena disponibilità di numerosi locali adibiti ad usi diversi (produzione dei pasti, mensa, lavanderia) e situati presso i vari presidi ospedalieri interessati dall'appalto, (...) compresi impianti, macchine, attrezzature e arredi indicati nel capitolato" e, quindi, si sono realizzate le condizioni di cui al trasferimento di ramo d'azienda con la conseguente applicazione alla vicenda dell'art. 2112 c.c.

La terza disposizione del giudice afferisce la tutela da riconoscere a questi lavoratori, ingiustamente licenziati. La vicenda avviene alla fine del 2015, quando il Job's Act è ormai pienamente efficace: i rapporti di lavoro instaurati dopo il 7 marzo 2015 non godono più della tutela dell'art. 18 Statuto dei Lavoratori ai fini della reintegrazione in presenza di licenziamento illegittimo.

La UIL aveva fortemente insistito, all'epoca del provvedimento del Governo, affinché fossero salvaguardati i lavoratori degli appalti, il cui rapporto è "naturalmente" soggetto a frequenti cambiamenti del datore di lavoro. Purtroppo, siamo rimasti inascoltati.

Il giudice riconosce oggi il pieno fondamento della tesi da noi sostenuta e lo afferma sia in rapporto alla legge che al CCNL.

"posto che il subentro della società nell'appalto del servizio di ristorazione costituisce a tutti gli effetti trasferimento d'azienda ai sensi dell'articolo 2112 c.c., ciò impone di retrodatare l'instaurazione del rapporto interrotto dal licenziamento impugnato alla data di decorrenza che esso aveva con il precedente appaltatore. Per tutti i ricorrenti essa è certamente anteriore alla data del 7 marzo 2015 in cui è entrato in vigore il d.lvo n. 23/2015, con conseguente applicazione della tutela prevista dal c.d. degli artt. 18 comma 4 legge 300/1970."Nel CCNL si evince "chiaramente che la scelta della novazione del rapporto di lavoro dal punto di vista formale coesiste con una chiara volontà delle parti collettive di dare, però, sostanziale piena rilevanza all'anzianità effettiva dei lavoratori acquisiti sul posto lavoro." E', quindi, la prima data di assunzione nell'appalto ad assumere rilievo ai fini del calcolo dell'anzianità nei casi in cui la legge si riferisce a questo criterio.

In conclusione, questa sentenza rappresenta un ottimo punto di riferimento per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici impiegati in appalti di servizi, in collegamento con la modifica del DLgs. 276/2003 e la riforma del Codice degli Appalti. La discussione in atto con le imprese della Ristorazione e della Vigilanza Privata dovranno sicuramente tenerne conto.

La battaglia per il diritto alle clausole sociali continua, oggi festeggiamo una prima vittoria!

Scarica la sentenza del Tribunale di Torino del 12 agosto 2017.

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#FUORISERVIZIO: PROSEGUONO LE INIZIATIVE DI LOTTA

Dopo la giornata di mobilitazione plurisettoriale nazionale dello scorso 31 marzo 2017, che ha visto un'altissima adesione allo sciopero e partecipazione alla manifestazione svoltasi a Roma, come annunciato da quella piazza, continueremo le iniziative di lotta per dare sostegno alle nostre rivendicazioni per il rinnovo del Contratto Nazionale.

Le prime iniziative da attuare sono il blocco delle flessibilità, degli straordinari e dei supplementari e la proclamazione di un ulteriore pacchetto di 8 ore di sciopero da gestire a livello territoriale entro la fine di maggio. Gli scioperi dovranno essere predisposti nel modo più articolato possibile per avere un'alta incisività in termini di disagio per le imprese.

Per il proseguo della nostra battaglia, contro le aziende e le associazioni datoriali che persistono nel non rinnovare i contratti nazionali di lavoro, avvieremo nuove modalità di contrasto che consisteranno nel:

• dare vita ad una campagna straordinaria di carattere vertenziale per esigere in modo definitivo la correttezza delle buste paga e la chiarezza nella loro compilazione, procedere alle verifiche sul corretto inquadramento del personale, consolidamento delle ore supplementari dei part time, piena e corretta applicazione del CONTRATTO NAZIONALE in ogni sua parte;

• vigilare e pretendere il pieno rispetto e la corretta applicazione delle normative in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, troppo spesso vissuta dalle imprese come un mero adempimento burocratico e non come un preciso dovere. Qualora si rilevino infrazioni si dovrà procedere alle dovute segnalazioni agli Enti Preposti.

• riservare maggiore attenzione e promuovere interventi sistematici da parte dei delegati dei lavoratori in materia di responsabilità sociale di impresa, cosidd etta SA 8000; siamo infatti stanchi di leggere sui siti delle aziende quanto siano corrette e attente al valore sociale del lavoro, a come siano rispettose dei propri dipendenti, che ora più che mai suonano come enunciazioni senza fondamento, spesso prodotte al solo fine di ottenere la certificazione necessaria per partecipare alle gare di concessione/appalto. Rispetto infine a quanto dichiarano nei bilanci sociali, qualora non corrispondente alla realtà , procederemo con le denunce del caso;

• promuovere e diffondere una campagna mediatica tesa a sostenere le nostre rivendicazioni per il rinnovo del CCNL e per denunciare le imprese che pur chiudendo bilanci in attivo, quando si ritrovano al tavolo di trattativa continuano ad affermare che l'aumento contrattuale, stante il permanere della crisi, non è nelle loro disponibilità;

• sensibilizzare i Comitati Aziendali Europei (CAE ) delle imprese multinazionali del settore per chiedere la solidarietà di strutture sindacali delegati lavoratori degli altri Paesi.

Confidiamo nella massima partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore turismo Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva e Agenzie di Viaggio, a tutte le iniziative proclamate, per ottenere subito

il rinnovo del contratto nazionale da troppo tempo scaduto, e per difendere i nostri diritti sempre più minacciati

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Esito trattativa 23.03.2017

Nell'incontro odierno, convocato su richiesta di Angem e Alleanza Cooperative Italiane, per il CCNL Ristorazione Collettiva, le Associazioni datoriali si sono presentate con un testo di

accordo diverso da quello ipotizzato nell'ultima sessione di trattative del 18-02-2017, con l'introduzione di pesanti cambiamenti su diversi istituti del mercato del lavoro, della contrattazione aziendale, dell'assistenza sanitaria integrativa ed altri.

Relativamente al salario, le Associazioni datoriali hanno dichiarato di essere indisponibili a qualunque modifica della proposta presentata, largamente inferiore a quanto realizzato negli altri CCNL sottoscritti in questa fase dalle OO.SS..

Un simile inaudito atteggiamento, inaccettabile nel contenuto ed arrogante e provocatorio nel metodo, comporta la conferma della conclusione del negoziato da noi affermata in data 18.02.2017 e le iniziative di mobilitazione e di lotta già proclamate a partire dal 31 p.v.

La riuscita dello sciopero e della manifestazione nazionale assumono una valenza decisiva di fronte a questa situazione.

A breve verranno proclamate ulteriori iniziative utili a dare la massima visibilità alla vertenza.

Inoltre, sussistendo lo stato di agitazione, è previsto il blocco delle prestazioni di lavoro supplementare e straordinario e quant'altro riconducibile alle flessibilità in essere.

Invitiamo altresì le strutture territoriali a convocare assemblee sindacali in orario di lavoro.

FILCAMS CGIL FISASCAT CISL UILTuCS Nazionali

Roma, 24 marzo 2017

 

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COMUNICATO STAMPA

CONTRATTI TERZIARIO: UN MILIONE E MEZZO I LAVORATORI IN ATTESA DI RINNOVO IN  MEDIA DA OLTRE TRE ANNI. IL 6 MAGGIO SCIOPERO INTERSETTORIALE TURISMO, PULIZIE STRUTTURATE, FARMACIE PRIVATE E COMPARTO TERMALE CONTRO LO STALLO NEGOZIALE.

Roma, 6 aprile 2016 – Sono un milione e mezzo i lavoratori del turismo dei comparti industria turistica, pubblici esercizi, agenzie di viaggio, ristorazione collettiva, delle imprese di pulizia strutturate, delle farmacie private e del comparto termale in attesa dei rinnovi contrattuali in media da più di tre anni.

Contro lo stallo negoziale e l'atteggiamento dilatorio delle associazioni datoriali di settore - Federturismo/AICA/Confindustria Alberghi, Fipe, Fiavet, Confesercenti, Federterme, Federfarma, Angem, Aci (Alleanza Cooperative Italiane), Anip-Confindustria Legacoop, Servizi, Federlavoro e Servizi Confcooperative, Agci, Unionservizi Confapi, Fnip Confcommercio.

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti Uil hanno indetto per il 6 maggio prossimo lo sciopero intersettoriale per l'intero turno di lavoro con presidi e mobilitazioni a livello locale. La protesta per rivendicare a gran voce il rinnovo dei rispettivi contratti nazionali di lavoro attraverso i quali garantire un dignitoso aumento salariale, nuove norme per la valorizzazione della professionalità e per il mantenimento dei livelli occupazionali.

«Nella migliore delle ipotesi i lavoratori aspettano il rinnovo del contratto nazionale di lavoro da  tre anni, nella peggiore da sei – hanno stigmatizzato le quattro sigle in comunicato sindacale unitario – In tutto questo tempo le controparti datoriali, hanno con diversi accenti e modalità, cercato di negare il valore del contratto collettivo nazionale  di lavoro subordinandone il rinnovo a forme più o meno esplicite di restituzione attraverso il peggioramento di parti economiche e normative».

«Sono baristi, camerieri, cuochi, operatori del comparto pulizia e sanificazione, attività ausiliarie e facility management, addetti mense, receptionist, impiegati di agenzie di viaggio, lavoratori dei fast food, operatori  del comparto termale, farmacisti, professionisti cui spesso ci rivolgiamo per soddisfare bisogni imprescindibili, per necessità connesse alla salute, per servizi fondamentali nella nostra vita quotidiana – conclude il comunicato -  Operano in settori strategici per l'economia del nostro paese, che rappresentano una componente rilevante del Pil Italiano come il turismo e il sistema degli appalti; svolgono lavori importanti come ad esempio la refezione e le pulizie nelle scuole, negli asili e negli ospedali nonché prestazioni attinenti la salute delle persone».

 

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Questa mattina, in Piazza Marconi ad Alessandria, si è tenuto il presidio dei lavoratori e delle lavotrici delle mense della città. Per oggi infatti sono state proclamate 8 ore di sciopero del settore della ristorazione collettiva, con manifestazioni un pò in tutti i comuni d'Italia.

Le mense servono gran parte della cittadinanza nelle scuole, negli asili e negli ospedali, per esempio.

In allegato alcune immagini del presidio unitario organizzato da Uil, Cgil e Cisl di Alessandria.

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