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L'Istat stima al rialzo l'andamento dei prezzi nei prossimi mesi, confermando così le nostre preoccupazioni secondo cui la crescita esponenziale dell'inflazione è una questione destinata a durare nel tempo. Ecco perché chiediamo al Governo di mettere nel conto anche uno scostamento di bilancio per dare una risposta alle difficoltà che lavoratori e pensionati sono costretti ad affrontare a causa di questa situazione. Sta diminuendo il potere reale di acquisto di salari e pensioni e, dunque, bisogna intervenire subito.

Peraltro, sulle cause dell'inflazione esistono diverse correnti di pensiero: Krugman, ad esempio, ritiene che non sia dovuta all'aumento della spesa pubblica. Voglio lanciare una proposta, dunque. Il Presidente Draghi è un allievo di Federico Caffè, e ne ha elogiato i suoi insegnamenti, tra i quali c'è l'idea che l'azione pubblica debba ricercare l'equilibrio tra occupazione e inflazione, allo scopo di tutelare soprattutto le classi sociali più deboli. Uno degli strumenti, per Caffè, erano le politiche salariali e dei redditi sviluppate con le parti sociali.

Noi siamo pronti al confronto. Già da oggi.

Roma, 9 febbraio 2022

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Sono già due anni che registriamo una riduzione del potere reale d’acquisto dei salari. Ora, l’impennata dell’inflazione e l’aumento dei costi dell’energia stanno determinando un netto peggioramento della situazione. Costi dell’energia, peraltro, che paghiamo due volte, quando arrivano le bollette rincarate e quando vengono dati aiuti alle aziende, scaricati poi sul debito pubblico. È evidente che di questi incrementi inflativi si dovrà tenere conto a livello contrattuale: è un cambiamento che non potrà essere ignorato in occasione dei rinnovi dei contratti di categoria.

 

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Non sono certo un fulmine a ciel sereno i dati dall'ISTAT sull'inflazione nei primi 5 mesi del 2016, che certificano come il nostro Paese sia in deflazione.Questo dato, unitamente al calo di fiducia dei consumatori, rappresenta un pessimo segnale per la nostra economia.

Infatti, se la deflazione potrebbe dare qualche sollievo al portafoglio delle famiglie più disagiate, va, invece, male per gli indicatori economici: con la deflazione, infatti, rallenta la produzione di beni e servizi con effetti negativi anche sul versante occupazionale.

I freddi numeri ci dicono che qualcosa non sta funzionando e che la ripresa è debole e molto lenta e per questo auspichiamo che il Governo prenda più coraggio per invertire la rotta delle dinamiche economiche e sociali, con una terapia d'urto in grado di incentivare la domanda interna, con un piano straordinario per la crescita di durata triennale.

Da www.uil.it

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Come ogni anno, l'Istat rivede l'elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi al consumo, finalizzata alla misura dell'inflazione. L'aggiornamento tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie e arricchisce, in alcuni casi, la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati.

Per il 2016, la revisione del paniere riflette anche l'introduzione della nuova classificazione dei beni e servizi destinati al consumo ECOICOP (European Classification of Individual Consumption by Purpose).

Nel 2016 il paniere utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale (NIC) e per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si compone di 1.476 prodotti elementari (1.441 nel 2015), raggruppati in 901 prodotti, a loro volta raccolti in 400 aggregati.

Per il calcolo dell'indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA), il paniere comprende 1.484 prodotti elementari (1.457 nel 2015), raggruppati in 906 prodotti e in 404 aggregati.

Nel 2016 entrano nel paniere le Bevande vegetali, il Pantalone corto uomo, i Leggings bambina, la Lampadina LED, i Panni cattura polvere, i Servizi integrati di telecomunicazione (TV, Internet e voce), l'Alloggio universitario, il Tatuaggio. La rilevazione dei prezzi delle Automobili usate va a integrare quella dei prezzi delle Automobili nuove mentre il Trapano elettrico arricchisce la gamma di prodotti nel segmento di consumo Utensili e attrezzature a motore per la casa e il giardino. Esce dal paniere il prodotto Cuccette e vagoni letto.

Anche nell'anno in corso sono 80 (come nel 2015) i comuni capoluogo di provincia che contribuiscono alla stima dell'inflazione con riferimento al paniere completo; in termini di popolazione provinciale la copertura dell'indagine è pari all'83,5%.

Altri 16 comuni - quattro in più rispetto al 2015 - contribuiscono alla stima dell'inflazione per un sottoinsieme di prodotti (tariffe locali, alcuni servizi e carburanti), il cui peso sul paniere NIC è dell'8,9%. Per questi prodotti la copertura dell'indagine, in termini di popolazione provinciale, è del 92,4%.

Nei comuni sono più di 42.300 le unità di rilevazione (tra punti vendita, imprese e istituzioni) e quasi 8mila le abitazioni presso le quali sono rilevati i prezzi e i canoni d'affitto. Sono 1.187 i distributori di carburanti per i quali i prezzi sono rilevati attraverso la base dati del Ministero dello Sviluppo Economico.

Nel complesso, le quotazioni di prezzo rilevate ogni mese sono circa 607mila, di cui più di 495.500 raccolte sul territorio, quasi 111.500 rilevate centralmente dall'Istat tramite web (anche con l'utilizzo di tecniche di web scraping) o acquisendo informazioni da diversi soggetti (Agenzia delle dogane e dei monopoli, Aiscat, Farmadati, Associazione Italiana degli Editori, Quattroruote, ecc.) o, ancora, dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico (circa 3.600 quotazioni).

Nel 2016 l'aggiornamento della struttura di ponderazione ha comportato, diversamente dagli ultimi anni, un aumento, anche se lieve, del peso dei beni nel paniere NIC, (da 53,55% a 53,72%), con una contestuale riduzione di quello dei servizi (da 46,45% a 46,28%). Ciò è principalmente imputabile all'aumento del peso dei Beni durevoli e degli Alimentari non lavorati e alla diminuzione del peso dei Servizi relativi ai trasporti.

Considerando le divisioni di spesa, gli aumenti di peso più consistenti riguardano i Servizi ricettivi e di ristorazione e gli Altri beni e servizi. I cali più rilevanti interessano invece la divisione Trasporti seguita da Mobili, articoli e servizi per la casa.

A partire dai dati definitivi di gennaio 2016, IPCA, NIC e FOI saranno espressi con la stessa base di riferimento 2015=100.

Per tutti gli aggregati di prodotto presenti sia nella precedente classificazione (COICOP Rev. Istat) sia nella nuova (ECOICOP) saranno fornite le serie storiche dell'indice IPCA nella nuova base di riferimento, mentre per gli indici NIC e FOI saranno resi disponibili i corrispondenti coefficienti di raccordo.

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Dichiarazione di Antonio Foccillo, Segretrio confederale: l'inflazione è calata ancora toccando il livello più basso da agosto 2009

"Se mai avessimo avuto bisogno di un altro dato per dimostrare la crisi dei consumi nel nostro Paese, è arrivato. Infatti, oggi l'Istat ha diffuso i dati sull'inflazione che, a luglio, è calata ancora toccando il livello più basso da agosto del 2009. Il dato più evidente è, però,  la deflazione dei prodotti alimentari, bevande analcoliche, l'acqua, l'abitazione, elettricità e combustibili.

Si conferma drammaticamente quello che da tempo sosteniamo: nel nostro Paese è cresciuta la povertà sia in termini relativi sia in termini assoluti e aumentano sempre più le diseguaglianze. Sono in calo, dunque, rispetto allo scorso anno, sia i redditi delle famiglie, sia il potere di acquisto e tutto ciò incide sulle spese, che si sono ulteriormente ridotte.  È la dimostrazione che bisogna intervenire su fisco, sui redditi, sui consumi e sugli sprechi.

Per questo la Uil continuerà a chiedere un piano di interventi per ridare fiato alla domanda interna - che è un'emergenza reale - con aumenti salariali, rinnovando i contratti ancora bloccati a partire da quelli del pubblico impiego e riducendo ulteriormente il carico fiscale per lavoratori e pensionati. In particolare, è necessario intervenire sulla tassazione a livello locale che si è aggiunta a quella nazionale, senza sostituirla, con un'incidenza che non è più sostenibile.

Il nostro Paese continua a pagare, purtroppo, nonostante le tante chiacchiere, l'assenza di una politica economica orientata a promuovere e sostenere la crescita, congiuntamente a un vero smarrimento di una propria politica industriale. Fino ad oggi i governi che si sono succeduti hanno concentrato la loro attenzione esclusivamente al miglioramento dei conti pubblici con la conseguenza di aggravare la recessione in atto nel nostro sistema economico e produttivo.

Non si può solo assistere agli eventi, ma di fronte ai dati sempre negativi sulla situazione economica è arrivato il momento di agire".

Roma 31.7.2014

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