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Giovedì, 15 Luglio 2021 16:48

Ex Ilva in sciopero il prossimo martedì in tutta Italia, Novi Ligure compresa

Martedì prossimo, il 20 luglio, i lavoratori di tutti gli stabilimenti italiani dell’ex Ilva compreso quello di Novi Ligure incroceranno le braccia per otto ore.

Sarà anche allestito un presidio davanti allo stabilimento e davanti all’area di carico e scarico merci. I sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, insieme alle Rsu di Acciaierie Italia hanno proclamato lo sciopero dopo che durante l’incontro col Ministero dello Sviluppo Economico dello scorso 8 luglio “non sono state date risposte né in merito al piano industriale e alle relative prospettive industriali e occupazionali del gruppo, né sulla gestione e manutenzione ordinaria dei siti produttivi” hanno sottolineato le parti sociali.

“L’unica cosa chiara emersa in quell’incontro” hanno detto i sindacati “è che Arcelor Mittal non intende corrispondere ai lavoratori l’una tantum del 3% prevista dall’accordo del 2018 in sostituzione del PDR, né discutere dell’integrazione alla Cassa Integrazione o dell’organico di Novi Ligure, da tempo sotto la soglia dei 700 previsti dallo stesso accordo. Pertanto anche i lavoratori di Novi Ligure martedì 20 luglio manifesteranno la propria rabbia e chiederanno rispetto e segnali concreti attraverso investimenti e manutenzioni negli impianti e la presentazione di un piano industriale che preveda per Novi Ligure il rientro di tutti i lavoratori. È paradossale che in un momento in cui c’è richiesta di acciaio sul mercato, con prezzi alle stelle, dopo aver dichiarato che l’azienda ha aperto l’anno in utile, si ricorre ancora agli ammortizzatori sociali, scaricando ancora una volta totalmente sui lavoratori i problemi. Da tempo nello stabilimento di Novi chiediamo interventi in materia di sicurezza, manutenzione impianti e ripristino dell’organico che ha visto la fuoriuscita di decine di persone dimesse. Adesso basta!”. 

I sindacati hanno anche invitato i cittadini e le cittadine a manifestare con loro: “Questo territorio non può accettare che una produzione primaria come quella siderurgica rischi di venir meno”. 

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