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Mercoledì, 31 Ottobre 2018 09:43

9° rapporto 2018 sulla cassa integrazione in Piemonte

9° rapporto 2018 sulla cassa integrazione in Piemonte (confronto tra i primi 9 mesi del 2018 e del 2017)

PRIMI NOVE MESI DEL 2018: IN PIEMONTE LA CIG SCENDE DEL 23,6%, IN ITALIA DEL 38,7%

In Italia, nei primi nove mesi del 2018, come evidenziano i dati del Servizio politiche attive e passive del lavoro della UIL Nazionale, sono state richieste 162.038.563 ore di cassa integrazione, in discesa del 38,7% rispetto allo stesso periodo del 2017.

In Piemonte la richiesta è stata di 20.380.875 ore, in diminuzione del 23,6% (+0,9% ordinaria, -35,5% straordinaria, -95,5% deroga).

La media mensile dei lavoratori piemontesi tutelati è stata di 13.321, con un calo di 4.116 unità rispetto all'anno precedente.

Il Piemonte si conferma al 2° posto per richieste di ore di cassa integrazione, preceduto dalla Lombardia.

DATI PROVINCIALI

L'andamento delle ore nelle province piemontesi, nel confronto tra primi nove mesi del 2018 e del 2017, è stato il seguente: Verbania +80,2%, Cuneo +60,9%, Torino -28,8%, Alessandria -29,8%, Vercelli -33%, Novara -42,1%, Asti -52,1%, Biella -65,8%.

Torino, con 10.990.195 ore richieste nei primi nove mesi di quest'anno è la seconda provincia più cassaintegrata d'Italia, dopo Roma.

SETTORI PRODUTTIVI

Nella nostra regione, la variazione percentuale della cassa integrazione per settori produttivi ha registrato: -20,9% Industria, -16% Edilizia, -99,4% Artigianato, -52,9% Commercio, per un totale di -23,6%.

DICHIARA IL SEGRETARIO GENERALE UIL PIEMONTE GIANNI CORTESE:

"La riduzione tendenziale degli strumenti di integrazione salariale, -36,7% di ore richieste a settembre rispetto allo stesso mese del 2017 e -23,6% nei primi 9 mesi del 2018, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, fotografa la condizione in cui versa attualmente il sistema produttivo piemontese. La timida crescita in atto coinvolge le imprese più competitive, mentre continua la sofferenza di quella parte del sistema produttivo non ancora uscito dalla crisi, che, terminati i periodi di cassa integrazione previsti dalla riforma introdotta dal Jobs Act, percorre la strada delle procedure di licenziamento, che trovano corrispondenza nell'aumento delle domande di Naspi. Valutiamo positivamente i primi orientamenti del Ministero del Lavoro che, come da noi più volte richiesto, prevedono l'ampliamento dei periodi di cassa integrazione in favore delle aziende alle prese con complesse fasi di riorganizzazione e la reintroduzione della cassa integrazione per cessazione di attività, anche in presenza di procedure concorsuali".

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