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Lunedì, 09 Luglio 2018 11:43

Sindacati degli inquilini e confederali dicono no alle forzature sull'IVA

Il censimento 2018 degli assegnatari delle case popolari ha mandato in fibrillazione i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat e le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Per legge regionale, le Atc piemontesi ogni due anni devono aggiornare i dati degli assegnatari per calcolare i canoni annuali e per agevolare gli utenti, le Agenzie territoriali per la casa si appoggiano ad associazioni di categoria, patronati, caf e sindacati.

In prossimità della scadenza del bando dell'Atc Piemonte Sud per la raccolta delle adesioni, la collaborazione di Sunia, Sicet e Uniat è fortemente in bilico visto che è previsto che i sindacati degli inquilini facciano firmare agli assegnatari di case popolari una "presa d'atto dell'esercizio di opzione d'Iva.

Già da tempo, infatti, è aperto il dibattito sull'applicazione dell'imposta al 10% sui canoni di locazione per raccogliere risorse da destinare alla manutenzione degli alloggi e i sindacati degli inquilini "non sono contrari a priori". Dall'accorpamento delle Agenzie territoriali per la casa di Alessandria, Asti e Cuneo, anche all'interno della stessa Atc Piemonte Sud l'orientamento non è uniforme. Cuneo continua ad applicare l'iva così come faceva prima. Nel territorio astigiano, invece, l'imposta viene applicata solo ai nuovi contratti.  Alessandria, per scelta, fino ad oggi non aveva mai applicato l'Iva.

I sindacati, hanno spiegato Bruno Pasero di Sunia Cgil, Gian Paolo Demartini di Sicet Cisl e Arturo Toson di Uniat, sono disponibili alla discussione per uniformare la situazione. Il confronto sull'applicazione dell'Iva ai canoni di locazione delle case popolari deve però essere "serio" e basato su dati certi "che oggi non abbiamo". In base alle simulazioni fatte dalla stessa Atc Piemonte Sud, con l'applicazione dell'Iva circa il 50% dei 5300 assegnatari di case popolari nell'Alessandrino dovrebbe "guadagnare qualcosina". Tutti gli inquilini con il riscaldamento autonomo, circa il 30%, dovranno invece sborsare del denaro in più.

Non si parla di grandi cifre, hanno precisato i sindacati, che leggono però l'inserimento della "presa d'atto" nel censimento come "una forzatura". "Il sindacato non impone tasse" ha chiarito fermo il segretario provinciale Cgil Franco Armosino, affiancato da Paola Toriggia della Cisl Alessandria Asti e Tiziana del Bello della segreteria Uil Alessandria.  Sunia, Sicet, Uniat e le segreterie di Cgil, Cisl e Uil, contestano quindi "il metodo" scelto per il censimento 2018 "che non deve carpire l'adesione degli assegnatari a un aumento del canone sull'edilizia sociale".

I sindacati hanno già chiesto l'intervento della Regione Piemonte per stralciare dal censimento la parte relativa all'Iva e rimarcato la disponibilità a sedersi poi a tavolo specifico, anche per vincolare effettivamente le risorse recuperate alla manutenzione degli alloggi popolari. "Oggi passano mesi prima di riuscire anche a cambiare una piccola caldaia o riparare un ascensore. Di certo l'Iva non risolverebbe il problema ma vogliamo avere la certezza che quei fondi vengano utilizzati per le manutenzioni e non si perdano all'interno del bilancio generale dell'Atc".

Messa in chiaro la propria posizione, i sindacati hanno fatto partire il conto alla rovescia per avere qualche risposta positiva. Il bando per partecipare al servizio di "anagrafe utenza" scadrà lunedì 9 luglio e se per allora la "presa d'atto" sarà ancora prevista,  Sunia, Sicet, Uniat, hanno avvertito, faranno mancare la loro "collaborazione" al censimento 2018.

da Radiogold.it

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