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Mercoledì, 11 Maggio 2016 10:01

Proietti: per la flessibilità in uscita serve una soluzione utile e positiva per i lavoratori

Un'ipotesi che starebbe valutando il Governo per reintrodurre la flessibilità in uscita prevedrebbe un taglio lineare dell'assegno pensionistico.In uno studio UIL abbiamo simulato l'effetto che questo taglio avrebbe sulla pensione e il risultato sarebbe una perdita significativa e disincentivante, totalmente a scapito dei lavoratori. Infatti, il richiedente nel caso di un anno di anticipo con un trattamento di 13.000 € lordi annui vedrebbe la propria pensione tagliata di 520 € l'anno; se anticipasse di due anni, il taglio sarebbe di 1.040 €; con tre anni di anticipo perderebbe 1.560 €. Nell'ipotesi di un trattamento di 19.500 € lordi annui dovrebbe rinunciare a 780 € per un anno di anticipo, a 1.560 € per due anni di anticipo, ed infine con 3 anni di anticipo a 2.340 €. Ricordiamo inoltre che tali perdite opererebbero dal momento del pensionamento per tutto il resto della vita del richiedente.

Per la UIL bisogna reintrodurre la flessibilità di accesso alla pensione a partire dai 62 anni. Il sindacato è pronto ad un confronto.

Chiediamo, dunque, al Governo l'apertura in breve tempo di un dialogo per poter individuare la via migliore da perseguire, evitando gli errori commessi nel recente passato.

Definire una soluzione utile e positiva metterebbe fine alla confusione esistente.

Studio completo in allegato.

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