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Martedì, 23 Febbraio 2016 10:56

1° rapporto 2016 sulla cassa integrazione in Piemonte: il commento di Gianni Cortese

COMUNICATO STAMPA 1° rapporto 2016 sulla cassa integrazione in Piemonte (confronto tra gennaio 2016 e 2015)

PRIMO MESE DELL'ANNO: IN PIEMONTE LA CIG AUMENTA DEL 309,1% RISPETTO AL 2015.

A LIVELLO NAZIONALE LA CRESCITA E' DEL 12,8%.

TORINO E' LA PROVINCIA PIU' CASSAINTEGRATA (20.681.284 ORE), IL PIEMONTE AL 1° POSTO FRA LE REGIONI

 

In Italia, a gennaio 2016, sono state autorizzate 56.933.097 ore di cassa integrazione, con un incremento del 12,8% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Nella nostra regione, nello stesso arco di tempo, la richiesta è stata di 21.346.834 ore, in aumento del 309,1% rispetto all'anno precedente (-89% ordinaria, +635,9% straordinaria, -53,9% deroga).

Le ore richieste per i settori produttivi evidenziano queste variazioni: +365,8% industria, -89,2% edilizia,

-20,3% artigianato, +11,1% commercio, -97,1% settori vari, per un totale di +309,1%.

Nel raffronto tra gennaio 2016 e dicembre 2015 emerge un incremento del 560,5% rispetto al mese precedente (-81,3% ordinaria, +1008,1% straordinaria, +21,7% deroga).

I lavoratori interessati sono stati 125.570, in aumento di 106.559 unità rispetto a dicembre 2015.

DATI PROVINCIALI

L'andamento delle ore nelle province piemontesi, a gennaio del 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, è stato il seguente: Torino +841,1%, Verbania -26,8%, Vercelli -49,6%, Biella -55,6%, Asti -85,8%, Cuneo -89,8%, Alessandria -90,2%, Novara -95,1%.

DICHIARA IL SEGRETARIO GENERALE UIL PIEMONTE GIANNI CORTESE:

"Il nuovo anno si apre con dati che risentono della schizofrenia dei processi di autorizzazione amministrativa della cassa ordinaria e di quella straordinaria, che durano ormai da mesi. A ciò bisogna aggiungere la penuria di risorse per la cassa in deroga.

Incrociando, comunque, i dati relativi alla congiuntura economica nel nostro Paese, si evidenzia una situazione di stallo o, peggio, di arretramento rispetto ai mesi precedenti.

I toni trionfalistici usati da alcuni esponenti politici sono un'offesa a tutti quegli italiani che versano in condizioni di estrema difficoltà e povertà"

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