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Lunedì, 11 Gennaio 2016 11:02

Pensione: coefficienti di trasformazione ed innalzamento requisito anagrafico

Elaborazione Servizio Politiche Previdenziali UIL

 

Dal primo gennaio 2016 la mancata modifica della Legge Fornero genererà gravi conseguenze per molti italiani, ma dal Governo continuano a venire solo

annunci.

 

Insieme alla mancata introduzione della flessibilità in uscita per l'accesso alla pensione dal primo gennaio, in particolare, i nuovi criteri di trasformazione dei

coefficienti e l'equiparazione dell'età pensionabile tra uomini e donne – così commenta il Segretario Confederale UIL Domenico Proietti - provocheranno

ulteriori iniquità ed ingiustizie.

 

Gli attuali criteri di individuazione dei coefficienti di trasformazione aggiornati, fino a quest'anno, ogni tre anni mentre i successi aggiornamenti saranno

biennali, comportano, da un lato, una penalizzazione generalizzata e, dall'altro, costituiscono – continua Proietti - un disincentivo alla permanenza al lavoro.

Rimandando, infatti, l'accesso alla pensione si incorre nel pericolo di vedere il proprio montante contributivo calcolato con coefficienti più sfavorevoli.

La UIL propone di legare i coefficienti per coorti di età. Sulla falsariga del modello svedese, si può operare assegnando a ciascuna coorte in età pensionabile

il proprio coefficiente, eventualmente anche di tipo forward looking e quindi previsionale.

 

Su questo punto abbiamo elaborato un esempio (vedi allegato 1).

Per effetto dell'equiparazione dell'età pensionabile tra uomini e donne nel 2016, per le lavoratrici dipendenti del settore privato scatterà un gradino di ben 22

mesi (dai 63 anni e 7 mesi si passerà ai 65 anni e 7 mesi), ingenerando disparità tra le lavoratrici. Donne che sono ulteriormente penalizzate da questa

equiparazione che non tiene conto del fondamentale lavoro di cura svolto dalle lavoratrici. Bisognerebbe, invece, valorizzarlo prevedendo meccanismi di tutela

e copertura, quali la contribuzione figurativa, per le lavoratrici che si fanno carico del welfare familiare.

È necessario, inoltre, introdurre per tutti una vera flessibilità di accesso alla pensione per sanare i macro errori commessi dalla Legge Fornero che

continuano a generare ingiustizie e diseguaglianze.

La UIL chiede che venga data la possibilità ai lavoratori di scegliere quando andare in pensione a partire dai 62 anni.

Documento completo in allegato.

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