Il 26 giugno 2015 è ripreso il confronto con Esselunga in sede plenaria per la eventuale definizione di un accordo quadro sulla regolamentazione del lavoro domenicale.
In apertura l'azienda ha fornito alcuni dati di andamento economico che confermano come questa azienda continui a rappresentare una eccezione nel panorama delle imprese della DMO: il primo semestre registra un andamento positivo, che si traduce in crescita di occupazione in larghissima parte a tempo indeterminato, e nuove aperture (Milano Viale Adriano, Casale Monferrato, Sesto Calende).
Aree di potenziale interesse per un piano di espansione commerciale in continua evoluzione, sono anche la provincia di Roma e la Toscana.
I dipendenti al 31 dicembre 2014 erano 21.500. Sul tema oggetto del confronto odierno è stata ribadita da parte aziendale la volontà di pervenire ad un accordo complessivo che abbini norme generali a norme delegate al confronto di negozio.
È stata avanzata di nuovo la richiesta di definire un numero di domeniche massime lavorabili di 24 per casse e DroGem e 31 per i reparti a libero servizio.Programmazione, criterio prioritario della volontarietà, autoregolamentazione degli orari paiono essere percorsi praticabili.
La direzione aziendale si è dichiarata invece contraria a concedere domeniche libere ai part-time verticali in forza, mentre per i full-time con obbligo di prestazione abbiamo registrato una timida apertura (3 domeniche libere su base annua).
Sempre per quanto riguarda le compensazioni di natura normativa possibili, Esselunga non vede impraticabile la possibilità di prevedere saltuariamente una domenica ed un lunedì liberi, più difficile che il riposo possa coincidere con il sabato.
Sul tema delle maggiorazioni l'azienda ha riaffermato di voler ripensare l'attuale scaletta ideata nel 2002 e quindi ormai inadeguata, in considerazione del quadro economico e commerciale che stiamo vivendo.
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la propria disponibilità a cercare una intesa su questo delicato tema, non rinunciando però a sottolineare le forti distanze che ancora dividono le parti.Un accordo quadro dovrà infatti non solo rappresentare un efficace strumento organizzativo e gestionale per l'impresa, ma anche un sistema di tutele e regole a favore delle lavoratrici e dei lavoratori interessati.
Dovrà pertanto essere esigibile a tutti i livelli, prevedere adeguate risposte alle mutate esigenze di conciliazione delle persone, riguardare tutti gli addetti, e definire compensazioni normative ed economiche.Non è infatti pensabile che norme sul lavoro domenicale non prevedano una contestuale verifica dell'intera organizzazione del lavoro, essendone aspetto centrale.
Parimenti risulterebbe difficilmente accettabile che una azienda in salute come questa non fosse disponibile a "spendere" per ottenere migliorie organizzative.La partita è complessa ma nel contempo sfidante e assume un peso politico di rilievo nel tormentato panorama delle relazioni sindacali con Federdistribuzione e le sue associate. Il negoziato pertanto proseguirà nei prossimi mesi.