È importante che anche il Pontefice della Chiesa cattolica si esprima contro la palese discriminazione della differenza retributiva tra donne e uomini.
La dichiarazione di Papa Francesco giunge alle donne del sindacato come potente sostegno alla costruzione di una nuova stagione dell'uguaglianza nella pur evidente differenza tra i sessi.
L'uguaglianza si misura sulla più ampia flessibilità della declinazione del termine e le disparità salariali e retributive creano di fatto una discrasia comportamentale nel lavoro che porta nel tempo ad una maggiore e più evidente povertà femminile che si riverbererà anche sulle pensioni con uno iato profondo tra le disponibilità di cui godranno le donne rispetto agli uomini.
Nella costruzione di una nuova stagione dell'uguaglianza, il lavoro e la parità di accesso allo stesso e l'abbattimento delle disparità retributive sono i due punti fondamentali per dire basta a disuguaglianze, come bene abbiamo evidenziato nel Manifesto UIL per l'8 marzo e come, peraltro certifica l'ISTAT nella sua audizione al Senato sullo stesso tema.
Sapere che anche il Papa, una tra le più autorevoli voci del mondo, riferendosi al gap salariale e retributivo, usando la parola "scandalo" metta sotto la lente di ingrandimento le difficoltà economiche vissute dalle lavoratrici, non può che confortarci e spingerci a chiedere che si metta fine a questa discriminazione.
Roma 29 aprile 2015