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PRIMO QUADRIMESTRE DEL 2019: LA CASSA INTEGRAZIONE IN PIEMONTE CRESCE DELL'1,3% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2018

In Piemonte, nel primo quadrimestre dell'anno, come evidenziano i dati del Servizio politiche attive e passive del lavoro della UIL Nazionale, sono state richieste 10.877.389 ore di cassa integrazione, in crescita dell'1,3% rispetto all'analogo periodo del 2018 (-3,2% ordinaria, +5,5% straordinaria, -99% deroga).

A livello nazionale sono state autorizzate 91.295.843 ore, con un incremento dell'11,9%.

Nei primi quattro mesi dell'anno, la media mensile dei lavoratori piemontesi tutelati è stata di 15.996, in aumento di 206 unità rispetto al periodo gennaio-aprile 2018.

DATI PROVINCIALI

Le province piemontesi hanno fatto registrare il seguente andamento: Biella +43,3%, Torino +42,8%, Novara +0,1%, Alessandria -8,5%, Cuneo -60,4%, Asti -81,3%, Verbania -82,6%, Vercelli -86,6%.

Torino, con 8.249.772 ore, è la terza provincia più cassaintegrata d'Italia, dopo Roma e Napoli che la precedono per poche ore di differenza.

SETTORI PRODUTTIVI

Nella nostra regione, la variazione percentuale delle ore di cassa integrazione per settori produttivi, nel confronto tra il primo quadrimestre del 2019 e del 2018, è stata la seguente: Industria +12,3%, Edilizia -40,6%, Commercio -67%, per un totale di +1,3%.

DICHIARA IL SEGRETARIO GENERALE UIL PIEMONTE GIANNI CORTESE:

"Il rapporto sul 1° quadrimestre di cassa integrazione in Piemonte evidenzia un andamento sostanzialmente sovrapponibile al periodo gennaio-aprile 2018. Grazie all'utilizzo dello strumento di integrazione salariale è stato possibile conservare, nella nostra Regione, mediamente 16.000 posti di lavoro al mese. È evidente che in diversi settori del sistema produttivo continuano le difficoltà e, consumati i periodi di cassa integrazione, si percorre la strada dei licenziamenti, come si può desumere anche dall'aumento delle domande di Naspi a livello nazionale, passate da 388.242 dei primi tre mesi dello scorso anno a 413.634 di gennaio-marzo 2019 (+6,5%).

Per favorire la ripresa occupazionale e l'incontro domanda-offerta sarebbe necessario, tra l'altro, investire in efficaci politiche attive, mirate alla formazione delle figure carenti nel mercato del lavoro, per favorire i giovani inoccupati alla ricerca del primo impiego e gli espulsi dal ciclo produttivo alle prese con una ricollocazione. In questo senso, sarà importante il confronto con la nuova Giunta Regionale, che andrà sollecitata anche per un utilizzo intensivo dei fondi europei a disposizione".

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A FEBBRAIO 2019, IN PIEMONTE, LA CASSA INTEGRAZIONE AUMENTA DEL 347,8% RISPETTO A GENNAIO

In Italia, a febbraio, come evidenziano i dati del Servizio politiche attive e passive del lavoro della UIL Nazionale, sono state richieste 28.959.233 ore di cassa integrazione, con un aumento del 91,1% rispetto al mese precedente.

In Piemonte la richiesta è stata di 5.052.249 ore, in aumento del 347,8% (+131,1% ordinaria, +658,8% straordinaria, +3.200% in deroga, da tempo residuale).

Il Piemonte è la terza regione per ore richieste, preceduta da Lazio e Puglia.

DATI PROVINCIALI

L'andamento nelle province piemontesi, nel confronto tra febbraio e gennaio 2019, è stato il seguente: Torino +531,5%, Asti +488,9%, Biella +107%, Novara +90,8%, Vercelli +88,3%, Cuneo +20,3%, Alessandria -40,5%, Verbania -47,2%.

Torino, con 4.619.660 ore richieste si colloca al secondo posto dopo Roma.

RAFFRONTO PRIMO BIMESTRE 2019 E 2018

Nel raffronto regionale tra il primo bimestre del 2019 e quello del 2018, le ore di cassa integrazione sono cresciute del 41,9% (-3,7% ordinaria, +92,1% straordinaria, -20% deroga). Tale aumento è dovuto al forte incremento di Torino, in controtendenza rispetto alle altre province piemontesi.

A livello nazionale l'aumento è stato del 9,4%.

Le province piemontesi hanno fatto registrare il seguente andamento: Torino +144,7%, Cuneo -26,6%, Biella -32,4%, Novara -47,6%, Alessandria -53,4%, Vercelli -74,3%, Verbania -75,4%, Asti -95,8%.

Nei primi due mesi dell'anno, i lavoratori piemontesi tutelati sono stati 18.178, in aumento di 5.367 unità rispetto all'analogo periodo del 2018.

SETTORI PRODUTTIVI

Nella nostra regione, la variazione percentuale della cassa integrazione per settori produttivi, nel confronto tra primo bimestre 2019 e 2018, è stata la seguente: Industria +77%, Edilizia -24,5%, Commercio -81,7%, per un totale di +41,9%.

DICHIARA IL SEGRETARIO GENERALE UIL PIEMONTE, GIANNI CORTESE:

"Dalla rilevazione dei dati relativi alle richieste di cassa integrazione in Piemonte si evince che le difficoltà provocate dalla grande crisi sono lungi dall'essere superate. In particolare, nel mese di febbraio, si è registrato un forte aumento che andrà verificato nello svolgimento dei prossimi mesi, soprattutto dal punto di vista occupazionale. A preoccupare principalmente è l'andamento del settore industriale su cui si concentrano le maggiori richieste. Confermiamo la necessità di apportare correttivi al sistema di ammortizzatori sociali, falcidiato dagli interventi degli scorsi anni, che hanno ridotto i periodi di fruizione e gli importi per i beneficiari. Come richiesto unitariamente nella piattaforma nazionale presentata al Governo, servirebbero maggiori investimenti pubblici per la realizzazione di opere utili al Paese, per la modernizzazione e la messa in sicurezza dei territori. Diventa, inoltre, sempre più necessaria una vera riforma fiscale, volta ad alleggerire la pressione su lavoratori dipendenti e pensionati".

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PRIMO SEMESTRE 2018: IN PIEMONTE LA CIG SCENDE DEL 22,4%, IN ITALIA DEL 34,4%

In Italia, nel primo semestre del 2018, come evidenziano i dati del Servizio politiche attive e passive del lavoro della UIL Nazionale, sono state richieste 125.015.361 ore di cassa integrazione, in discesa del 34,4% rispetto al primo semestre 2017.

In Piemonte la richiesta è stata di 16.573.230 ore, in diminuzione del 22,4% (+7,7% ordinaria, -36,2% straordinaria, -97,5% deroga).

La media mensile dei lavoratori piemontesi tutelati è stata di 16.248, con un calo di 4.684 unità rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Il Piemonte è al 2° posto per richieste di ore di cassa integrazione, preceduto dalla Lombardia.

DATI PROVINCIALI

L'andamento delle ore nelle province piemontesi, nel confronto tra primo semestre 2018 e 2017, è stato il seguente: Verbania +68,3%, Cuneo +31,9%, Torino -21%, Vercelli -29,3%, Alessandria -31,7%, Novara -41,3%, Asti -57,8%, Biella -68,1%.

Torino, con 9.718.850 ore, resta la provincia più cassaintegrata d'Italia.

SETTORI PRODUTTIVI

Nella nostra regione, la variazione percentuale della cassa integrazione per settori produttivi ha registrato: -20,1% Industria, -12,3% Edilizia, -99,8% Artigianato, -46,4% Commercio, 0% Settori vari, per un totale di -22,4%.

DICHIARA IL SEGRETARIO GENERALE UIL PIEMONTE GIANNI CORTESE:

"I dati relativi al primo semestre dell'anno confermano la riduzione delle richieste di cassa integrazione in Piemonte. Per un'analisi completa sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali, sarebbe importante conoscere i dati relativi al FIS (Fondo di Integrazione Salariale), sostitutivo della cassa in deroga. In ogni caso, per un'auspicabile svolta sul piano occupazionale, sarebbe necessario investire in politiche attive, a favore dei tanti giovani in cerca di lavoro e dei meno giovani espulsi dal ciclo produttivo".

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FEBBRAIO 2018: IN PIEMONTE LA CASSA INTEGRAZIONE AUMENTA DEL 53,8% RISPETTO AL MESE PRECEDENTE, MA NEL RAFFRONTO DEI PRIMI DUE MESI DEL 2018 CON IL 2017 SCENDE DEL 49,2%

In Italia, a febbraio, come evidenziano i dati del Servizio politiche attive e passive del lavoro della UIL Nazionale, sono state richieste 23.161.600 ore di cassa integrazione, con un aumento del 34% rispetto al mese di gennaio.

In Piemonte la richiesta è stata di 2.639.337 ore, in aumento del 53,8% (+25,3% ordinaria, +94,8% straordinaria, -100% deroga). A febbraio, i lavoratori piemontesi tutelati sono stati 15.526, con un aumento di 5.429 unità rispetto al mese precedente.

DATI PROVINCIALI

L'andamento delle ore nelle province piemontesi, nel confronto tra febbraio e gennaio, è stato il seguente: Verbania +3.377,2%, Novara +2.010,4%, Cuneo +451,9%, Biella +74,6%, Alessandria +52,3%, Torino +28,2%, Vercelli -11,4%, Asti       -74,9%.

PRIMO BIMESTRE DEL 2018

In Piemonte, nei primi due mesi dell'anno, la richiesta è stata di 4.355.882 ore, in discesa del 49,2% rispetto all'analogo periodo del 2017 (-2,9% ordinaria, -65,2% straordinaria, -100% deroga). A livello nazionale sono state autorizzate 40.448.116 ore, con una riduzione del 37,4%.

Le province piemontesi hanno fatto registrare il seguente andamento: Verbania +667,2%, Biella +77,2%, Alessandria +11,4, Novara +9,1%, Vercelli -35%, Asti -46,7%, Cuneo -59,3%, Torino -63,3%.

Torino, con 2.186.651 ore, è ora la terza provincia più cassaintegrata d'Italia, dopo Milano e Napoli. Il Piemonte è al 2° posto, preceduto dalla Lombardia.

Nei primi due mesi dell'anno, la media mensile dei lavoratori piemontesi tutelati è stata di 12.811, in diminuzione di 12.406 unità rispetto al periodo gennaio-febbraio 2017.

SETTORI PRODUTTIVI

Nella nostra regione, la variazione percentuale della cassa integrazione per settori produttivi, nel confronto tra il primo bimestre del 2018 e del 2017, è stata la seguente: Industria -54,4%, Edilizia -12,9%, Artigianato -100%, Commercio -16,3%, Settori vari 0%, per un totale di -49,2%.

DICHIARA IL SEGRETARIO GENERALE UIL PIEMONTE GIANNI CORTESE:

"L'andamento della cassa integrazione in Piemonte, nel primo bimestre del 2018, conferma il trend dell'ultimo periodo, con un dimezzamento delle ore richieste rispetto ai primi due mesi del 2017. Desta, invece, attenzione l'incremento del 58,8% tra gennaio e febbraio di quest'anno. In attesa di conoscere l'evoluzione delle richieste nello svolgimento dell'anno, confermiamo che la crescita nel nostro Paese è un elemento di positività, consapevoli del livello ancora insufficiente, che ci colloca nella retroguardia europea. Preoccupa, inoltre, la qualità della nuova occupazione, fatta spesso di tipologie contrattuali deboli e precarie. Stiamo ancora facendo i conti con gli effetti di una crisi decennale che ha determinato l'aumento delle diseguaglianze, del disagio e delle povertà, perciò chiederemo al prossimo Governo, quando ci sarà, di favorire il rinnovo dei contratti di lavoro, di farsi promotore di una riforma fiscale in grado di ridurre la pressione su chi paga onestamente le tasse, seguendo il criterio della progressività nella contribuzione (come previsto dalla Costituzione italiana), di programmare investimenti pubblici utili a creare le infrastrutture materiali e immateriali necessarie per la crescita del Paese, con un nuovo approccio, rispettoso della tutela e della sicurezza dei nostri territori, massacrati da anni di incuria".

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