"Ci hanno impedito di riappropriarci del passato, non tollereremo compromessi per riappropriarci del nostro futuro." Con queste parole il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco, commenta la decisione della Corte Costituzionale sul blocco dei contratti nel pubblico impiego.
"Il giudizio di ieri della Consulta conferma le preoccupazioni che avevamo espresso nei giorni scorsi, le ragioni della politica hanno prevalso su quelle del diritto." Lo afferma in una nota il Segretario Generale della UILPA, Nicola Turco, il quale aggiunge: "La Corte Costituzionale ha ceduto ai pesanti condizionamenti esercitati dal Governo attraverso il ricorso alle quantificazioni allarmistiche del costo di una eventuale sentenza favorevole, operate dalla Ragioneria generale dello Stato e dall'Avvocatura generale. In particolare, la memoria predisposta da quest'ultima ha evidentemente giocato un ruolo fondamentale nella partita sui contratti, fornendo una sponda di non poco conto nella formulazione del giudizio della Corte Costituzionale".
Prosegue Turco: "Un giudizio pesante, che induce a riflettere sulle "nuove" metodologie utilizzate nelle verifiche di costituzionalità, che hanno assunto i tratti di meri adempimenti formali, nei quali le lesioni dei diritti fondamentali vanno contemperate con le esigenze della politica. Il giudizio formulato dalla Corte Costituzionale mette una pietra tombale sul passato ma garantisce l'esigibilità del diritto al rinnovo economico del contratto. La politica ha condizionato l'esito della partita ma la molteplicità dei ricorsi pendenti e promossi da tutte le organizzazioni sindacali unitamente alle nostre numerose azioni di mobilitazione hanno comunque prodotto un risultato positivo per il futuro."
"Il silenzio del Governo su un verdetto di tale importanza ci lascia perplessi e nel contempo preoccupati", incalza il Segretario Generale della UILPA "ma, se qualcuno pensa di poter declinare gli effetti della sentenza in modo da ridurne la portata, sappia già da ora che noi non glielo consentiremo! Siamo stufi di questi atteggiamenti rancorosi e irrispettosi nei confronti di coloro che sono al servizio esclusivo del Paese e, come servitori dello Stato, riteniamo oltremodo offensive e lesive della nostra dignità personale e professionale talune manifestazioni mediatiche che denotano una palese ignoranza rispetto alle norme che regolano il nostro ordinamento. Il sondaggio di opinioni sul giudizio della Consulta, comparso oggi su una testata giornalistica nazionale, nella sua presunzione di metterne in discussione la fondatezza, impone una profonda riflessione sulla levatura della cultura "costituzionale" di questo Paese! Analogamente sconcertano commenti che accusano la sentenza di contenere un messaggio che non è buono per il nostro vivere civile....."
"Ora", conclude Turco, "ci aspettiamo il rispetto, tempestivo, dell'impegno per il futuro, inteso non come adempimento formale ma come giusto adeguamento della retribuzione. Il Governo segua le indicazioni della Consulta e riapra la contrattazione!".
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