Prosegue il processo Eternit-Bis che nell'udienza dell' 11 Giugno ha visto i procuratori Guariniello e Colace contestare le argomentazioni addotte dai difensori di Stephan Smidheiny nella precedente udienza.
I due P.M., alternandosi, hanno dapprima sostenuto le ragioni che suffragano l'accusa di dolosità, in quanto l'imputato è stato gestore effettivo di Eternit Italiana spa, con piene responsabilità dal 1973 fino alla chiusura per fallimento.
Ciò è avvalorato dalle testimonianze, rese nel precedente dibattimento da Gianni Trapani e Leo Mettelholzer, ultimi dirigenti della fabbrica.
Nel 1984 poi, l'imputato tentò di vendere l'azienda a Carlo Debenedetti con una trattativa durata sei mesi, senza risultati concreti.
Guariniello ha poi meticolosamente descritto ogni passaggio ed ogni depistaggio messi in atto, non tanto per attenuare misure tese a rimuovere i fattori di rischio presenti nella fabbrica, quanto per negare la letalità insita nella lavorazione dell'amianto.
Processarlo per questi motivi non significa incappare nel principio giuridico " NE BIS IN IDEM ", bensì valutare il comportamento criminoso in tutta la sua responsabilità e dolosità.
Nella prossima udienza toccherà ancora ai difensori il tentativo di scagionare il loro assistito, dopo di chè non resta che attendere le decisioni del GUP Federica Bompressi entro il 14 Luglio p.v..
LUIGI FERRANDO
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