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Nella giornata del 7 luglio si è tenuto, nella sede della Giunta Regionale del Piemonte, un incontro promosso dal Presidente Alberto Cirio a seguito del comunicato stampa di CGIL CISL UIL del 1° luglio 2020. Erano presenti l'Assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, l'assessora Chiara Caucino, Cgil Cisl Uil Piemonte unitamente alle rappresentanze dei Sindacati dei Pensionati e delle Categorie che operano nei settori sanitario e socio sanitario.

La discussione si è articolata attraverso la proposta di CGIL CISL UIL di costruire un protocollo di relazioni sindacali volto a definire un metodo di lavoro basato sul riconoscimento reciproco delle parti attraverso una costante informazione delle decisioni del Governo Regionale sui temi della Sanità e socio sanitario assistenziale ed un costante confronto sui relativi temi di programmazione sanitaria socio sanitaria assistenziale con particolare attenzione alla medicina territoriale, alla rete ospedaliera, al modello di RSA, al tema disabilità e psichiatria.

Il presidente Cirio nel suo intervento ha dichiarato fondamentale il ruolo negoziale delle organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL nel processo di costruzione delle scelte strategiche, in particolare sulla sanità che di fatto risulta ad oggi l'unica con risorse dedicate dal Governo attraverso il riparto indicato dal Decreto Rilancio, con l'augurio di ulteriore risorse che provengono dall'utilizzo, al fine di poter prevedere a Bilancio ulteriori 2 miliardi e 600 milioni di euro. A conclusione si è stabilito un ulteriore incontro da tenersi giovedì 23 luglio con gli Assessori Icardi e Caucino per giungere alla sottoscrizione di un Protocollo di intesa su cui prefigurare il percorso costruito da metodo, obiettivi e tempi. Contestualmente l'Assessore Icardi si è impegnato di illustrare gli atti adottati nel recente passato al fine di aprire un confronto su programma revisione rete ospedaliera e territoriale

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REGIONE PIEMONTE E CGIL, CISL, UIL DANNO IL VIA A TAVOLI PERMANENTI SUI TEMI STRATEGICI

A quelli già esistenti sul lavoro e l'istruzione si aggiungeranno incontri periodici su fondi europei e competitività, politiche sanitarie e sociali

Tavoli permanenti per lavorare insieme su alcuni dei temi strategici per il futuro del territorio: è la decisione condivisa oggi tra la Regione Piemonte e i rappresentanti regionali di Cgil, Cisl, Uil Piemonte, nel corso di un incontro svoltosi in Piazza Castello a Torino.

Presenti il presidente della Regione Alberto Cirio, insieme agli assessori alle Politiche sociali Chiara Caucino, al Lavoro, Istruzione e Formazione Elena Chiorino, e al Bilancio e Attività produttive Andrea Tronzano, accanto a una delegazione sindacale guidata dai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Piemonte, Massimo Pozzi, Alessio Ferraris, Gianni Cortese e dai Segretari Regionali dei sindacati dei pensionati e dei lavoratori pubblici.

"Io credo che lavorare con le organizzazioni sindacali, così come con i rappresentanti del mondo produttivo e datoriale, sia fondamentale perché al di là del ruolo che ognuno di noi riveste abbiamo tutti un obiettivo comune, che è il bene del nostro Piemonte - dichiara il presidente Cirio -. L'incontro di oggi è stato molto utile per condividere il lavoro che la Giunta sta portando avanti su alcuni dei settori strategici per il futuro del nostro territorio e impostare anche un metodo di lavoro comune. Esiste già un confronto costante sui temi dell'istruzione e del lavoro, ma avvieremo dei tavoli permanenti anche sulla competitività e i fondi europei e sulle politiche sanitarie e sociali, da cui dipende molto il benessere presente e futuro di tutti i cittadini piemontesi".

"Si è trattato - dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Piemonte, Massimo Pozzi, Alessio Ferraris, Gianni Cortese - di una riunione utile volta a definire il metodo di confronto con la giunta regionale e i temi da affrontare negli specifici incontri: competitività e fondi europei, sanità e assistenza, sviluppo e lavoro sono le priorità per i cittadini piemontesi che saranno trattati con continuità".

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Verbale di riunione

15 settembre 2016

Giovedì 15 settembre, si è tenuta una riunione promossa dalle tre Segreterie Regionali di CGIL, CISL, UIL, Piemonte, cui sono stati chiamati a partecipare i componenti dei Co.Co.Pro INAIL  provinciali, i rappresentanti regionali dei Patronati e i Segretari Territoriali con delega a salute e sicurezza sul lavoro, di cui alleghiamo foglio presenze.

All'ordine del giorno  erano stati posti i rapporti con l'Assessorato alla Sanità e l'INAIL in tema di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, e il ruolo di controllo esercitato dai Co.Co.Pro sulla azione di prevenzione degli infortuni e servizio agli utenti dell'INAIL nel nostro territorio ai diversi livelli.

Ampia la partecipazione, che ha segnato la presenza di tutte le strutture provinciali ed il dibattito da cui è emersa la necessità di un rapporto strutturato e continuativo con le Segreterie Regionali Confederali.

E' stata, fin da subito, posta l'esigenza di contrastare l'emergente orientamento nazionale di far venir meno la presenza dei Co.Co.Pro nell'INAIL e quindi cancellare la presenza sindacale negli organi  deputati al controllo delle scelte strategiche dell'ente; presenza che le OOSS rivendicano, essendo l'Ente di natura pubblica, ma finanziato dai contributi di lavoratori ed imprese

IN MERITO ALL'INAIL:

E' venuta alla luce l'esigenza di formazione dei componenti i Co.Co.Pro. sulle prerogative e ruolo dell'organo stesso.

E' tra l'altro stato sottolineato il ritardo con cui la Regione Piemonte sta gestendo la convenzione con l'INAIL , relativamente ai LIA. Ritardo per noi incoprensibile.

A tal proposito è stato assunto l'impegno di una iniziativa forte da parte di CGIL-CISL-UIL per sbloccare la situazione e favorire la definizione del regolamento regionale che renda applicabile la convenzione già costituita e consenta di dare servizio ai lavoratori che necessitano di assistenza, senza contributo economico alcuno da parte del bilancio regionale, anzi con l'acquisizione di risorse erogate dall'istituto assicurativo a corrispettivo delle prestazioni erogate dalle aziende sanitarie.

E' stata anche ribadita la difficoltà di corretto dialogo con talune strutture provinciali e con la struttura regionale dell'INAIL, sia da parte dei componenti i diversi CO.Co.Pro, sia  da parte dei rappresentanti dei Patronati impegnati nelle azioni di tutela dei lavoratori nel caso di malattia professionale, di infortunio sul lavoro, di inabilità temporanea o permanente.

E' stata sottolineata la carenza di investimenti sulla formazione di RLS e RLST nel campo della sicurezza nei luoghi di lavoro, investimenti e dialogo che, a livello regionale, invece privilegiano il rapporto con le parti datoriali.

E' emerso il tema del disagio provocato agli utenti, dalla chiusura delle sedi più periferiche.

E' apparso chiaro come il tema della razionalizzazione dei costi non possa risolversi in una graduale riduzione del personale e delle sedi, cosa che sta già provocando difficoltà di accesso ai servizi da parte dei lavoratori che ne hanno necessità.; così come è emersa evidente la necessità di raccordo con le categoria del pubblico  titolari della tutela del personale operante nell'Ente.

IN MERITO ALLA REGIONE PIEMONTE

A partire dalla relazione introduttiva si è messo in evidenza quanto siano difficili i rapporti e le relazioni con l'Assessorato alla Sanità. Il Comitato di Coordinamento Regionale, che si dovrebbe riunire "almeno ogni tre mesi", si riunisce in realtà circa una volta all'anno e sempre su richiesta delle OO.SS.

Il suo ruolo è fondamentale, in quanto raggruppa tutti gli Enti che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro, deputati alla programmazione, alla creazione di sinergie, alla definizione delle priorità, alla promozione di progetti condivisi.

Il tema dell'adeguamento del  personale, specie per quanto riguarda l'ambito Spresal, già parte della nostra piattaforma presentata alla Giunta Cota e per noi ancora valida, è completamente abbandonato. Per contro registriamo una progressiva ulteriore riduzione, a fronte dell' impegno, rivendicato da parte delle OO.SS.,a rafforzare il servizio.

Lo stesso dicasi per gli interventi da noi richiesti sul tema  dell'invecchiamento della popolazione attiva, l'effetto derivante dalle riforme del mercato del lavoro ha quale conseguenze l'insorgere, in particolare nel caso di lavori usuranti, di problemi sulla salute dei lavoratori e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Temi questi su cui ancora attendiamo risposta da parte della Regione Piemonte, che a riguardo, forse in attesa dell'ipotesi di riforma costituzionale, non ha ancora avviato un confronto sereno e costruttivo con le OOSS, destinato ad individuare azioni concrete.

Sul fronte sindacale, si è ritenuto opportuno costituire un coordinamento unitario delle strutture territoriali e delle categorie al fine di accentuare la sensibilità sul tema della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro e per il rilancio degli organismi paritetici.

Lo stesso dicasi per il coinvolgimento dei Co.co.pro. Pur nelle difficoltà sono emerse esperienze positive da valorizzare e rendere punto di riferimento da estendere alle diverse realtà, quali ad esempio: la formazione dei componenti Co.Co.Pro, il confronto e lavoro di raccordo con i Patronati Sindacali,un regolamento finalizzato al risarcimento dei lavoratori infortunati; formazione/informazione per i lavoratori operanti nel campo dei manufatti in gesso; un progetto per la formazione dei lavoratori operanti in appalto; buone relazioni con la direzione dell'Ente e con le rimanenti parti sociali, fondate anche sulla capacità propositiva della componente sindacale.

Percepita favorevolmente l'intesa stipulata a Torino con il sindacato dei medici di famiglia, circa il rapporto tra questi ultimi ed i nostri patronati, per la tutela degli infortunati e dei lavoratori che hanno contratto malattia professionale, le Segreterie Regionali si attiveranno per estendere all'intero territorio regionale la collaborazione con i professionisti.

L'impegno di CGIL-CISL-UIL regionali è quello di discutere in una prossima riunione unitaria  i temi emersi al fine di una progettazione comune a partire dai luoghi di lavoro, sino alla formazione e alla prevenzione degli infortuni sul lavoro,  purtroppo  ancora all'ordine del giorno.

Le Segreterie Regionali CGIL CISL UIL Piemonte

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Lunedì, 13 Giugno 2016 10:24

Protocollo d'intesa sugli appalti pubblici

In allegato il protocollo di intesa sulle Linee guida in materia di appalti pubblici e concessioni di lavori, forniture e servizi, firmato in data odierna da UIL CGIL CISL Piemonte e il Presidente della Giunta Regionale.

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Il quadro economico del Piemonte

Il Piemonte è una delle regioni a più alta concentrazione industriale d'Europa, tanto che ancora oggi, nella grave crisi che ha colpito il sistema manifatturiero, più del 50% del PIL regionale dipende direttamente dalla domanda di beni finali prodotti dall'industria.

La nostra regione dispone di un sistema di imprese ad alta tecnologia e di terziario avanzato che svolgono un ruolo importante per l'economia locale.

Altrettanto si può dire del settore agro-alimentare, che può beneficiare del riconoscimento, attribuito dall'UNESCO, al territorio Langhe-Roero-Monferrato, quale patrimonio mondiale dell'umanità.

Non bisogna dimenticare, inoltre, il valore del lavoro pubblico che rappresenta una componente di primo piano del sistema piemontese, per il numero di occupati, per le risorse mobilitate e per le delicate funzioni svolte, che richiedono costanti processi di semplificazione, ammodernamento ed efficientizzazione al servizio dei cittadini e del sistema produttivo.

Il PIL in Piemonte, secondo l'ultimo rapporto Svimez, dal 2008 al 2014, è sceso del 12%, a fronte di una riduzione media nazionale dell'8,7%. L'aumento dello 0,3% fatto registrare lo scorso anno e la previsione di una limitata crescita per il 2015, dovuta principalmente, come nel resto del Paese, alla debolezza dell'Euro, al calo del prezzo del petrolio e alla manovra di quantitative easing della Banca Centrale Europea, non sono sufficienti per far dire che la crisi è alle spalle. Tra i pochi elementi positivi in essere c'è la ripresa delle esportazioni (+9,6% nel 1° semestre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014), che testimonia l'esistenza di un tessuto d'imprese in grado di competere, innovare e guadagnare spazi nel mercato globale.

Molto diversa è la condizione delle imprese che producono beni e servizi destinati al mercato nazionale, che continua a manifestare forti connotati di stagnazione.

La situazione occupazionale

Le conseguenze della grave crisi che ha colpito il nostro Paese, dalla fine del 2008, hanno prodotto in Piemonte una consistente perdita di posti di lavoro, un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, il peggioramento delle condizioni per migliaia di famiglie e la nascita di nuove povertà.

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Tra il 2008 e il 2014 gli occupati in Piemonte sono scesi di 88 mila unità e le persone in cerca di occupazione sono cresciute di 126 mila unità. Il tasso di disoccupazione, nel 2014, era all'11,3% a fronte di una media del Nord-Italia dell'8,6%. Nel secondo trimestre del 2015 si è registrato un miglioramento, poiché la disoccupazione è scesa al 10,2%, ma è necessario ricordare che rispetto al 2007 è superiore del 220%.

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) rappresenta una delle note più dolenti. Nel 2014 si è attestato al 42,2% ed ha raggiunto il 49,9% in provincia di

Torino, il 50,3% in provincia di Novara ed il 46% in provincia di Biella, a fronte di una media delle regioni del Nord Italia del 32,7%.

Le persone in cerca di lavoro nel 2014 erano 226 mila, di queste ben 104 mila avevano una scolarità molto bassa (senza titolo, scuola elementare, licenza media),

112 mila avevano meno di 35 anni e 97 mila erano nella fascia d'età tra i 35 e i 54, quindi ancora lontani dal raggiungimento dei requisiti pensionistici.

Nei prossimi mesi il quadro rischia un ulteriore peggioramento per l'effetto combinato di alcuni fattori, alcuni già operanti, come la progressiva scomparsa di

ammortizzatori sociali e la prevista riduzione dei periodi di fruizione.

La Pubblica Amministrazione è alle prese con un prolungato blocco del turn-over e una massiccia esternalizzazione dei servizi, realizzata con appalti caratterizzati spesso da lavoro povero e precario. Gli affidamenti, le concessioni e forniture di beni e servizi, l'esecuzione di opere, devono essere regolati da gare ad evidenza pubblica, in grado di garantire trasparenza, legalità, qualità e tutela occupazionale.

L'emergenza sociale

La povertà relativa e quella assoluta, collegate alla perdita del lavoro e all'esaurimento degli ammortizzatori sociali, sono cresciute notevolmente in

Piemonte durante i sette anni di crisi. Secondo uno studio della Caritas, diffuso a novembre, il 14,1% dei residenti nell'area metropolitana torinese (circa 200.000

abitanti) si trova in condizioni di povertà, il 6% versa in povertà estrema. In Piemonte, l'indice di povertà raggiunge il 16,8% della popolazione complessiva.

Si tratta di cifre che, purtroppo, potrebbero peggiorare a causa del numero rilevante di lavoratori (circa 30.000) che, nei prossimi mesi, rischieranno di trovarsi senza alcun reddito, per la perdita del posto di lavoro, l'esaurimento degli ammortizzatori sociali e per l'impossibilità di agganciare il traguardo della pensione.

Dispiace dover constatare che, nel momento in cui aumenta il numero di cittadini che richiedono protezione sociale, diminuiscano i trasferimenti alle regioni e al sistema delle autonomie locali per il welfare.

Politiche attive e sostegno al reddito

Le buone politiche attive rivestono un'importanza crescente per mantenere i posti di lavoro, stabilizzare i giovani precari, favorire l'occupazione femminile, ricollocare chi ha perso o è a rischio di perdere il posto di lavoro.

Nella valutazione di possibili ricollocazioni, bisognerebbe distinguere tra soggetti anziani con possibilità di reinserimenti pressoché nulli e soggetti più giovani per i

quali è obbligatorio ricercare nuove opportunità occupazionali.

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Sarebbe opportuno, in attesa del raggiungimento dei requisiti previdenziali, assicurare ai primi un reddito minimo collegato allo svolgimento di attività socialmente utili o cantieri di lavoro, che necessitano di formazione limitata.

Per i lavoratori più giovani o, comunque, distanti dal traguardo pensionistico, è di grande importanza la predisposizione di efficaci piani di ricollocazione

personalizzati. Per le attività di formazione necessarie, si potrebbe erogare, in assenza di reddito dei partecipanti, un contributo regionale quale incentivo alla frequenza.

Per assorbire temporaneamente almeno una parte delle migliaia di persone disoccupate e senza ammortizzatori, sarebbe necessario utilizzare i Fondi Europei

(FSE, FESR, FSR) per favorire progetti di lavoro, predisposti dagli Enti Locali negli ambiti di maggiore urgenza (dissesto idro-geologico, recupero dell'edilizia pubblica e risparmio energetico, cura dell'ambiente).

Le leve su cui agire per far funzionare le politiche attive sono rappresentate dalla "buona formazione" e da un efficace sistema di "servizi per l'impiego", basato

sull'integrazione e sulla sussidiarietà.

E' urgente progettare e attuare percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, che perseguano l'obiettivo di assicurare a tutti una solida formazione

culturale di base, per contrastare il basso livello di scolarizzazione, ma allo stesso tempo sviluppare qualificate competenze professionali, coerenti con le esigenze del mondo del lavoro. Come più volte richiesto dal Sindacato, sarebbe necessario che la Regione si facesse carico di promuovere, coinvolgendo le parti sociali, un serio censimento volto ad individuare le figure professionali realmente carenti nel mercato del lavoro piemontese. I percorsi di formazione, aggiornamento e riqualificazione professionale dei lavoratori potrebbero così essere finalizzati alla preparazione di tali profili.

E', inoltre, importante qualificare e supportare il personale del sistema regionale della formazione, e quello dei Centri per l'Impiego, che si trovano ad operare sempre più a stretto contatto, con pochi strumenti operativi e insufficienti risorse economiche e di organico.

Serve, insomma, un intervento che rilanci e qualifichi l'intero settore, dando agli operatori dei servizi per l'impiego strumenti effettivi di reale profilazione dei

soggetti, limitando al massimo le dannose standardizzazioni, se non richieste per esigenze di uniformità del sistema. Ogni attività di intermediazione deve essere

"indagata" approfonditamente per valutare, oltre agli esiti occupazionali immediati, i livelli di qualità e stabilità dell'occupazione eventualmente creata.

Ricordiamo che oggi, in Italia, i Servizi per l'Impiego, pubblici e privati, intermediano solo il 5% delle offerte di lavoro e che per tali Servizi si spendono 500

milioni di Euro, contro i 6 miliardi della Francia e i 12 della Germania. Gli addetti sono 8.000 in Italia, 70.000 in Francia e 90.000 in Germania.

Aiutare la ripresa in Piemonte

Le difficoltà economiche ed occupazionali si inseriscono in un contesto regionale contrassegnato dalla carenza di moderne reti infrastrutturali e della logistica, dalla

scarsa diffusione delle tecnologie digitali (a partire dalla banda ultra-larga), da 4 processi autorizzativi spesso lenti e macchinosi, che non invogliano a intraprendere

insediamenti produttivi nel territorio piemontese. Bisogna considerare che, oltre ai problemi e ai ritardi regionali, pesano negativamente, come macigni, il livello di

tassazione sul lavoro e i costi dell'energia.

Per lo sviluppo, sono necessari investimenti pubblici e privati da indirizzare a: ricerca e innovazione nella sanità e biotecnologie, risparmio energetico, assetto idro-geologico, bonifiche ambientali, trasporti e logistica, reti digitali. In tal modo, si potrebbe realizzare un volano importante per la ripresa dell'economia e dell'occupazione.

In funzione di ciò, la programmazione 2014/2020 dei Fondi Europei deve introdurre discontinuità rispetto al settennio precedente, perseguendo criteri di selettività dei progetti.

Per sostenere un processo di crescita credibile e duraturo è necessario, in primo luogo, utilizzare di più, con maggiore efficacia e velocità i fondi nazionali ed europei.

Il Piemonte presenta una pesante condizione debitoria delle finanze regionali, per cui l'utilizzo dei Fondi comunitari rappresenta la risorsa economica migliore di cui

disporre.

Fare una vera politica industriale con i fondi strutturali vuol dire darsi strumenti efficaci per promuovere i nostri prodotti nei mercati internazionali, favorire la

crescita dimensionale delle imprese e la lotta alle nuove povertà. Si tratta, quindi, di perseguire gli obiettivi di uno sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo.

E' importante, inoltre, valorizzare le numerose e qualificate risorse del sapere presenti nella nostra regione. Il Polo universitario, ad esempio, costituisce un terreno

favorevole all'innovazione e alla diffusione della conoscenza. L'incubatore di Start Up del Politecnico di Torino, che favorisce la nascita di imprese ad elevata

innovazione tecnologica, rappresenta la punta d'eccellenza, in questo campo, non solo a livello nazionale ma europeo.

Un'altra ipotesi concreta è lavorare su una "green economy" pensata come opportunità trasversale per tutti i settori produttivi.

Investire nel volto "verde" della nostra economia vuol dire adoperarsi per creare un contesto produttivo più competitivo ed innovativo, con conseguenze positive

sull'occupazione e sulla qualità ambientale.

Sono, inoltre, necessarie azioni volte a favorire l'erogazione di prestiti bancari, in grado di supportare le imprese anche nei percorsi d'internazionalizzazione e, in

aggiunta, azioni concrete per la velocizzazione e la semplificazione dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.

Dato l'elevato numero di Piccole e Medie Imprese presenti nella nostra regione, i risultati positivi delle esportazioni evidenziano la necessità di favorire e diffondere

reti associative che facilitino l'internazionalizzazione, migliorando le capacità di innovazione e competizione nel mercato globale.

La lotta all'evasione fiscale, utile a perseguire legalità e trasparenza, potrebbe recuperare risorse consistenti da mettere a disposizione della crescita.

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Fare sistema

Nella difficile fase in corso da oltre sette anni, è necessario un progetto che unisca tutte le azioni, finalizzandole alla competitività del "Sistema Piemonte", attraverso la realizzazione di un confronto permanente tra Istituzioni e forze sociali, determinanti per un effetto moltiplicatore delle risorse investite.

Il Piemonte potrebbe, così essere, un importante e innovativo laboratorio, in grado di innescare il motore dello sviluppo economico e di mantenere la coesione sociale.

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Martedi 5 maggio, dalle ore 9.30 alle ore 13.00, a Torino si terrà il convegno dal titolo "Terrorismo vs Democrazia", organizzato da UIL, CGIL, CISL Piemonte nel Salone Pia Lai della Cgil, in Via Pedrotti n. 5 (Torino).

Oltre ai Segretari Generali Regionali, parteciperanno:

·        Giorgio Benvenuto Presidente Fondazione B. Buozzi;

·        Armando Spataro Procuratore della Repubblica di Torino;

·        Michele Ruggiero Giornalista della Rai ed autore del libro "Pronto, qui Prima Linea";

·        Tom Dealessandri Presidente Iren Servizi;

·        Carlo Ghezzi Presidente Fondazione Di Vittorio.

In funzione dell'importanza dell'argomento e dei relatori, vi raccomandiamo di partecipare numerosi.

In allegato la locandina dell'evento.

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