Ecco l'intervento di Maura Settimo, SEgretario generale UILTUCS Alessandria in occasione della manifestazione #Ripartiredellavoro dello scorso venerdì che ha fatto tappa anche ad Alessandria:
Il 2020 sarà ricordato come l'anno più difficile della storia moderna, ma credo che sarà ricordato anche come l'anno in cui i protagonisti per la ripresa economica sono stati le lavoratrici e i lavoratori e questa piazza, come le altre oggi in Italia, ne è la dimostrazione.
Questa pandemia ha lasciato in ognuno di noi qualcosa, dandoci importanti spunti di riflessione, soprattutto ci sarà per sempre un prima e un dopo e credo davvero che nulla sarà più come lo avevamo conosciuto. La cosa certa è che si è completamente ribaltata la visione di ciò che è davvero prioritario ed essenziale. L'Italia, nel pieno dell'emergenza non si è mai del tutto fermata, grazie a chi è rimasto in prima linea e io voglio personalmente ringraziare queste persone.
Sono le cassiere e gli addetti alla vendita dei supermercati, settore indispensabile ma al tempo steso con la più alta percentuale di contratti part-time involontari con orari a sola disposizione dei datori di lavoro,
le addette alle pulizie negli ospedali, lavoratrici speso definite invisibili e oggetto dei tagli lineari della Sanità
gli addetti alle pulizie nelle varie aziende: quanti tagli in questo settore negli ultimi anni, quanti sacrifici con la riduzione delle ore al minimo indispensabile
gli addetti alla vigilanza privata, finalmente si è capito quanto siano necessari per salvaguardare non solo i patrimoni, ma anche le persone
le addette mensa nelle aziende che hanno continuato l'attività in presenza
le farmaciste e i farmacisti e tutti coloro che si sono occupati dei servizi alla persona.
Tutti loro hanno lavorato con il giustificato motivo e la paura del contagio, con regole che cambiavano ogni giorno.
Il nostro compito, in quei giorni ma ancora oggi, è stato raccogliere le segnalazioni di anomalie da parte dei lavoratori, incalzare le aziende perché applicassero tutte le misure di sicurezza e segnalare gli adempienti agli organi competenti.
Un'altra parte di lavoratori e lavoratrici hanno subito altre conseguenze del lockdown, parliamo di chi era impiegato in comparti che hanno dovuto chiudere completamente e sospendere l'attività come i pubblici esercizi, i centri benessere, le parrucchiere e il comparto termale: a proposito di questo in provincia abbiamo l'esempio di un'intera città in ginocchio: Acqui Terme
Inoltre i negozi al dettaglio che hanno dovuto fare i conti con la chiusura dei centri storici e la prima chiusura prolungata dell'outlet di Serravalle Scrivia, uno dei più grandi e importanti poli commerciali d'Italia. Qui sta chiudendo il ristorante Gazebo nel silenzio assordante di McArthurGlen
Tutto il comparto del turismo, che abbiamo capito essere un settore trainante per l'economia nonché uno dei comparti che sta facendo più fatica a risollevarsi con ancora una grande percentuale di hotel chiusi. Il richio è di perdere la grande professionalità degli operatori di questo settore.
Infine, ma non certo per ordine di importanza, citiamo il settore mense scolastiche: le addette a questo importantissimo servizio sono state le prime a subire gli effetti della chiusura e le ultime ad avere uno spiraglio di ripresa. Ancora non sappiamo quando finirà questa pesante attesa, in attese di nuovi incontri con i comuni
Vorrei citare alcuni dati di cui siamo venuti a conoscenza in questi giorni: alle segreterie nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs nei primi giorni di chiusura per lockdown sono arrivate più di 5000 domande di cassintegrazione e FIS Covid al giorno.
Gli scorsi mesi sono stati durissimi ed interminabili sia per chi era in attività sia per chi è dovuto restare a casa in attesa della cassintegrazione. A proposito di questo voglio ribadire che sono inaccettabili i ritardi di erogazione degli ammortizzatori sociali e come sindacato abbiamo battagliato con le aziende per ottenere gli anticipi, ma purtroppo non ci siamo sempre riusciti. Insomma questi mesi sono stati una prova durissima da affrontare e milioni di cittadini sono rimasti sospesi nel tempo e nello spazio, ma oggi ripartiamo da qui, da questa piazza, distanziati ma uniti e rivolti nella stessa direzione. Chiediamo di ripartire dal lavoro in primis, ripartendo dalla firma dei contratti nazionali di lavoro. Nel settore commercio, servizi e turismo sono 5 milioni i lavoratori in attesa del rinnovo contrattuale. Alle nostre controparti, Confcommercio, Federdistribuzione e Confindustria diciamo che è il momento di sedersi ai tavoli di trattativa, di rinnovare i contratti, partendo dai salari, inserendo una progettualità che sarà diversa per ogni settore: sarà necessario essere competenti, concreti e pragmatici. Il sindacato è pronto alla sfida, non abbiamo ricette pre confezionate, non abbiamo riferimenti a cui ispirarci, ma abbiamo la forza di coloro che rappresentiamo, ossia lavoratori e lavoratrici. Come sindacato dobbiamo riprendere in mano l'organizzazione del lavoro: basta liberismo estremo, salari bassi e diritti cancellati!
E' inaccettabile che ci siano lavoratori privi di rinnovo contrattuale con un potere di acquisto fermo da anni. Abbiamo il compito di prendere in mano la nazione e, attraverso politiche di governo, condividere misure per garantire la continuità lavorativa e pianificare la ripresa economica e del lavoro con una visione a lungo termine.
In questa visione devono tornare protagonisti i giovani e le donne. Giovani e donne che più di tutti hanno subito questa crisi. Sono stati proprio loro i maggiormente colpiti. Le donne in questi mesi sono state caricate di doppio se non triplo lavoro. La famiglia, lo smart working, l'assistenza ai figli e agli anziani
E anche nella fase 2 e poi nella successiva fase 3 che stiamo vivendo il rientro delle donne al lavoro è stato inferiore rispetto al lavoro degli uomini.
Un Paese che non si occupa di queste realtà è un Paese destinato alla regressione! E i giovani, con contratto precario che si sono trovati ancora una volta senza un lavoro. Quindi sì a politiche per le donne, sì a politiche per i giovani, sì al rinnovo dei contratti e sì a progetti per il mantenimento dell'occupazione.