"Se, come dichiara lo stesso Ministro Poletti, il Terzo settore riguarda circa 1 milione di lavoratori, la riforma per essere concretamente attuata deve vedere il coinvolgimento anche di chi rappresenta il lavoro dipendente. Invece il confronto che il Governo ha avuto con le Confederazioni sindacali, su una materia così vasta e complessa, si è limitato a un incontro e a un solo provvedimento, quello sull'impresa sociale, mentre anche il decreto sul nuovo Codice interviene in più parti sulle condizioni e la disciplina del lavoro, sullo status di volontario, sul sistema degli affidamenti dei servizi". Così Cgil, Cisl e Uil, in una nota unitaria, in seguito all'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri degli ultimi tre decreti attuativi della riforma del Terzo settore.
"Ribadiamo - scrivono le confederazioni - che la riforma deve rafforzare i principi del Terzo settore espressi nella legge delega: libertà associativa, partecipazione, democrazia, assenza di fine di lucro e finalità sociali".
Cgil, Cisl e Uil aggiungono che "il decreto sull'impresa sociale, l'unico che abbiamo potuto vedere in anteprima, non accoglie pienamente i principi di democrazia economica e partecipazione, e apre preoccupanti spazi a logiche commerciali in ambiti che invece devono restare saldamente ancorati alla solidarietà e alla giustizia sociale".
"Rinnoviamo pertanto - concludono - la richiesta di confronto con il Ministro, mentre trasmetteremo al Parlamento le nostre proposte".
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