Nuova tappa domani sera alle 21, in un nuovo spazio di aggregazione, per portare avanti il percorso di sensibilizzazione sulla violenza di genere voluto dall’Associazione A.D.A. di Alessandria, Associazione per i diritti degli anziani della UIL con l'aito e la professionalità delle operatrici del centro antiviolenza me.dea di Alessandria.
Il progetto prevede una serie di incontri, due si sono già svolti tra la fine di giugfno e inizio luglio, che vengono ospitati da alcuni circoli ricreativi, ambienti dove le persone possono incontrarsi e condividere il tempo libero. In questo modo sarà più facile avvicinare giovani, lavoratori attivi e pensionati, incontrandoli proprio nei circoli dove svolgono attività sportive e ricreative per portare alla loro attenzione questa problematica che ci sta particolarmente a cuore e che, come abbiamo avuto modo di riscontrare, non ha età.
Questa volta l'appuntamento sarà nel cortile della Chiesta di San Baudolino al quartiere Cristo di Alessandria. L'incontro è aperto a tutti, ma in particolare a far parte del pubblico saranno i ragazzi scout, tra i 16 e i 21 anni circa, che proprio quest'anno si stanno confrontando sulle modalità di comunicazione, domani anche sul tema della violenza di genere, emergenza sanitaria e sociale causata dalla pandemia, nell’ultimo anno e mezzo, non ha fatto che ampliare questa piaga sociale, facendo aumentare le richieste di aiuto anche nella provincia alessandrina.
Chi non potrà essere presente può seguire l'inccontro online collegandosi al seguente link: https://meet.google.com/zdu-
Il titolo del progetto Quando le donne stanno bene, tutto il mondo sta meglio ha come obiettivo sensibilizzare sulla violenza, attualmente la prima causa di morte nel mondo per le donne tra i 15 e i 44 anni di età, e vero ostacolo alla parità di genere e all’emancipazione femminile.
Temi degli incontri saranno l’individuazione del contesto culturale in cui si muove la violenza di genere, conoscere e riconoscere la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, individuare segnali di allarme, il contributo dei vicini di casa, cosa fare. Ricordiamo che occuparsi di violenza di genere significa contribuire a migliorare la qualità di vita non solo delle donne, ma dell’intera società.
In questi giorni i Centri Antiviolenza d'Italia, sotto l'impulso della rete nazionale D.i.Re, stanno accendendo i riflettori sul Disegno di Legge 735, venuto alla ribalta come DDL Pillon, dal nome del senatore che lo ha proposto. Pillon propone l'introduzione di misure che rischiano di tramutarsi in trappole che imprigionano le donne, soprattutto quelle più fragili, in relazioni violente, con grave rischio per la loro incolumità e per quella dei loro figli.
La matrice dell'iniziativa legislativa mira a ristabilire il controllo pubblico sui rapporti familiari e nelle relazioni attraverso interventi disciplinari, con una compressione dell'autonomia personale dei singoli.
La proposta sta allarmando anche fuori dai confini italiani.
È di questi giorni la notizia della lettera inviata dall'Onu al Governo, per esprimere "profonda preoccupazione" e chiedere modifiche al testo. Secondo le relatrici speciali delle Nazioni Unite in materia di questioni e violenza di genere, il disegno di legge "non tutela le donne e i bambini che subiscono violenza in famiglia" e "potrebbe comportare una grave regressione che alimenterebbe la diseguaglianza di genere".
Anche l'Aps me.dea giudica il provvedimento pericoloso e misogino e ha deciso di aderire alla mobilitazione nazionale lanciata dalla rete D.i.Re, per il 10 novembre. In quella data, insieme a Alterego, il progetto di intervento per gli uomini autori di violenza contro le donne, verrà proposto ad Alessandria un momento di incontro e scambio con la cittadinanza, per informare e sensibilizzare l'opinione pubblica. L'incontro si terrà alle ore 10.30 presso l'Istituto di Scienze Giuridiche ed Economiche dell'Università del Piemonte Orientale in via Mondovì 8, ad Alessandria.
L'evento è patrocinato dall'Università del Piemonte Orientale – DiGSPES e dalla Commissione Regionale Pari Opportunità.
Significativa la presenza di una serie di attori del territorio che hanno aderito alla mobilitazione e sostengono le ragioni del "NO" e che l'Aps me.dea ringrazia: CGIL – UIL – ACLI – ADOZIONE KM0 – AIAF - ASSOCIAZIONE CAMPORA - COLIBRÍ – CONFARTIGIANATO ALESSANDRIA – ENERGICA - GAPP - L'ALBERO DI VALENTINA – MAMME IN CERCHIO - NON UNA DI MENO/CASA DELLE DONNE ALESSANDRIA - PENELOPE – TESSERE LE IDENTITÁ
Gli interventi saranno a cura di:
Sarah Sclauzero, psicologa, presidente Aps me.dea, coordinatrice Centri Antiviolenza me.dea della provincia di Alessandria
Tea Baraldi, giudice onorario presso Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle d'Aosta
Anna Chiama, avvocata, si occupa di diritto della famiglia e dei minori, membro AIAF (Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e i Minorenni)
Stefania Guasasco, assistente sociale, direttrice Area Tecnico-Sociale CISSACA, docente di Legislazione Sociale, DiGSPES – UPO
Chiara Bertone, professoressa associata in Sociologia, docente di Sociologia della Famiglia, DiGSPES – UPO
Luca Pes, giurista e antropologo, docente e ricercatore di Diritto Civile, DiGSPES – UPO
Modera: Elena Rossi, giornalista, responsabile Ufficio Stampa Aps me.dea
Per l'intera mattinata sarà garantito il servizio di babysitting.
Le ragioni del NO al DDL 735
NO alla MEDIAZIONE OBBLIGATORIA in caso di separazione, perché la mediazione ha come presupposto la scelta volontaria delle parti e relazioni simmetriche non segnate dalla violenza. Nella proposta Pillon, l'obbligo di mediazione viola apertamente il divieto previsto dall'art. 48 della Convenzione di Istanbul, mette in pericolo le donne che fuggono da un compagno violento, oltre a generare uno squilibrio tra chi può permettersi questa spesa, per cui non è previsto il patrocinio per i meno abbienti, e chi non può.
NO all'imposizione di tempi paritari nell'affidamento dei figli, perché principio della bigenitorialità, così applicato, lede il diritto dei minori alla stabilità, alla continuità, ed alla espressione delle loro esigenze e volontà, riportando la genitorialità al concetto della potestà sui figli anziché a quello della responsabilità, già acquisito in sede europea e italiana come principio del rapporto genitori/figli.
NO al MANTENIMENTO DIRETTO perché presuppone l'assenza di differenze economiche di genere e di disparità per le donne nell'acceso alle risorse, nella presenza e permanenza sul mercato del lavoro, nei livelli salariali e nello sviluppo della carriera.
NO al PIANO GENITORIALE perché incrementa le ragioni di scontro tra i genitori e pretende di fissare norme di vita con conseguenti potenziali complicazioni nella gestione ordinaria della vita dei minori. Non si possono stabilire in via preventiva quali saranno le esigenze dei figli, che devono anche essere differenziate in base alla loro età e crescita. Il minore con il DDL Pillon diventa oggetto e non soggetto di diritto.
NO alla codificazione dell'ALIENAZIONE PARENTALE proposta dal DDL che presuppone esservi manipolazione di un genitore in caso di manifesto rifiuto dei figli di vedere l'altro genitore, con la previsione di invertire il domicilio collocando il figlio proprio presso il genitore che rifiuta. Si contrasta, così, la possibilità per il minore di esprimere il suo rifiuto, avversione o sentimento di disagio verso il genitore che si verifichi essere inadeguato o che lo abbia esposto a situazioni di violenza assistita.
La Uil nazionale ha stilato il piano nazionale contro la violenza di genere.
Documento completo in allegato.
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