Dichiarazione di Carmelo Barbagallo, Segretario generale UIL Alessandria.
Nonostante le indicazioni del Fondo monetario internazionale, noi continuiamo a sostenere che la spesa pensionistica nel nostro Paese è decisamente più bassa della media europea. Questa verità sarà palese, per tutti, quando finalmente si separerà la previdenza dall'assistenza. Il confronto avviato con il Governo si pone anche questo obiettivo. Allo stesso tempo, noi puntiamo a rendere più flessibile l'accesso al pensionamento, perché è socialmente ed economicamente sbagliato che tutti vadano in pensione alla stessa età. I lavori non sono tutti uguali, infatti, e l'altra Commissione, quella sui lavori usuranti o gravosi, sancirà questo principio dal punto di vista tecnico e scientifico. La Fornero ha fatto solo cassa su pensionati e pensionandi. Noi vogliamo introdurre elementi di equità e sanare le sue negative conseguenze sociali.
Roma, 29 gennaio 2020
SENZA TASSE E TFR SPESA PENSIONISTICA ALL'11% SUL PIL IN LINEA CON IL RESTO D'EUROPASTUDIO UIL DICHIARAZIONE DI DOMENICO PROIETTI, SEGRETARIO CONFEDERALE UIL
La separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale è uno dei punti previsti nella fase due del confronto sulla previdenza tra Governo e sindacati.
Lo studio prodotto dalla UIL evidenzia che nel 2014, semplicemente togliendo la tassazione (66 miliardi di euro, secondo la commissione Europea) ed i TFR/TFS (22,8 miliardi di euro), la spesa per pensioni in Italia è dell'11% rispetto al Pil invece del 16,5% così come rilevato dai dati Eurostat. Una spesa netta per pensioni dell'11% è perfettamente in media con quella degli altri Paesi della UE e, addirittura, 1,4 punti meno della Francia, 1 punto in meno dell'Austria, 0,4 punti in meno della Germania.
Va sottolineato, inoltre, che in Italia la spesa netta per pensioni per abitante (2.942 €) è meno della metà di quella del Lussemburgo (7.486 €), oltre 1.000 € inferiore a quella di Francia (4.031 €) e Germania (4.117 €).
Esiste, più in generale, il tema di come si conta la finanza pubblica in Italia ed in Europa. Per la Uil, occorre rivedere i criteri che spesso penalizzano i lavoratori e, più in generale, il nostro Paese.
La Uil chiede da anni di procedere alla separazione contabile della spesa previdenziale da quella assistenziale e, al contempo, di rinegoziare con l'Europa i parametri per la rilevazione dei dati che ancora considerano il Tfr e alcune prestazioni assistenziali come spesa pensionistica. Questo è il modo per valutare correttamente la sostenibilità del nostro sistema pensionistico ed evitare di portare in Europa un'immagine distorta e distante dalla realtà.
DCUMENTO COMPLETO IN ALLEGATO
DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO CONFEDERALE DELLA UIL DOMENICO PROIETTI
Si continua a fare molta confusione sull'incidenza complessiva della spesa previdenziale rispetto al PIL. Si continua a incorrere nell'errore di non separare la spesa previdenziale da quella assistenziale.
La spesa pensionistica totale, infatti, è calcolata in oltre 247 miliardi di euro con un'incidenza sul PIL del 15,31%. Se tale spesa viene considerata al netto della GIAS, oltre 33 miliardi, l'incidenza sul PIL scende al 13,25%, percentuale che si riduce ulteriormente se si prende in esame la spesa previdenziale detraendo le aliquote Irpef e le addizionali regionali e comunali che gravano sulle pensioni per circa 43 miliardi di euro.
Si ottiene così che il rapporto tra spesa pensionistica pura e PIL è del 10,7%. Una percentuale sotto la media degli altri paesi europei. Questa analisi è confermata da importanti centri studi e da ultimo dal Rapporto "Il Bilancio del Sistema Previdenziale Italiano".
La reintroduzione della flessibilità in uscita, quindi, può essere fatta restando in linea con la media della spesa pensionistica europea.
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