Le Segreterie nazionali unitarie di Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil, esprimono forte preoccupazione per la risalita dei contagi da Covid 19 e per il crescente numero di focolai all'interno delle strutture sociosanitari residenziali per anziani.
"La tragedia che si è consumata la scorsa primavera all'interno delle strutture per anziani – dichiarano Spi, Fnp, Uilp – non può e non deve ripetersi. Bisogna intervenire immediatamente, mettendo in sicurezza tutte le strutture e garantendo la presenza di personale adeguatamente formato. Bisogna attuare piani di ricollocamento degli ospiti positivi al virus, che devono essere trasferiti in strutture idonee, per non trasformare le case di riposo in lazzaretti. Occorre inoltre garantire agli ospiti delle strutture la possibilità di restare in contatto con i propri parenti, anche attraverso gli strumenti digitali, perché i danni provocati dell'isolamento e dalla solitudine sono enormi, soprattutto per chi soffre di malattie cronico degenerative come le demenze.
Alla luce di questa seconda ondata, appare ancora più chiaro che l'intero sistema delle strutture residenziali sociosanitarie per anziani va profondamente riformato. Servono sistemi più efficaci di accreditamento, monitoraggio e controllo delle strutture, con un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei pensionati. Bisogna ridurre al massimo l'istituzionalizzazione; potenziare e sperimentare forme di residenzialità alternativa, come cohousing e appartamenti solidali; favorire la permanenza delle persone anziane nelle proprie case, assistendole in modo adeguato. Questa riorganizzazione deve essere inserita in un più grande progetto di rilancio del Ssn: bisogna trovare soluzioni alla carenza e alla precarizzazione del personale medico e infermieristico; è fondamentale potenziare prevenzione, riabilitazione, cure intermedie, medicina del territorio e favorire le cure domiciliari, inserendo in modo molto più organico i medici di medicina generale all'interno del Servizio sanitario nazionale; è necessario collegare maggiormente la rete ospedaliera con l'assistenza primaria e la medicina territoriale all'interno di un rafforzamento della rete socio sanitaria integrata, dare piena attuazione al Piano nazionale cronicità, così da garantire la presa in carico e la continuità assistenziale; risulta importante implementare l'innovazione tecnologica in campo medico, sia nell'assistenza ospedaliera, sia in quella domiciliare, dalla telemedicina, alla robotica, alla protesica; è infine giunto il momento di emanare una legge quadro nazionale sulla non autosufficienza che assicuri servizi e sostegni adeguati e omogenei in tutto il territorio nazionale. Questo va fatto utilizzando al meglio tutte le risorse disponibili, italiane ed europee, Mes compreso".
Le Segreterie nazionali di Spi, Fnp, Uilp annunciano una mobilitazione tra fine novembre e i primi di dicembre. Le pacifiche pantere grigie vogliono, nel rispetto dei protocolli e delle regole, far sentire la propria voce ed evitare che nelle piazze, luogo del giusto dissenso democratico, si infiltrino frange di violenti e criminali. I Sindacati dei pensionati vogliono fare la propria parte per far ripartire l'Italia.
Vi informiamo che per giovedì 3 gennaio alle ore 10 è stato fissato un presidio unitario davanti alla Prefettura di Alessandria organizzato da UIL Pensionati, SPI Cgil, FNP Cisl.
I pensionati dicono basta! Tagli alle pensioni per 2,5 miliardi in 3 anni.
Spi Cgil, FNP Cisl e UILP UIL del Piemonte contro la manovra di bilancio 2019.
Con le misure approvate si disconosce, senza discutere con le organizzazioni sindacali, quanto pattuito con il governo precedente per ripristinare dal 1 gennaio 2019 un meccanismo di rivalutazione in grado di tutelare il potere d'acquisto dei pensionati.
Per le Segreterie Regionali delle organizzazioni sindacali dei pensionati di SPI, FNP e UILP Piemonte le misure previste dalla manovra di bilancio 2019 sono profondamente ingiuste perché colpiscono una categoria particolarmente debole della società.
Una manovra presentata per abolire la povertà invece di intervenire per creare lavoro, stimolare la crescita e lo sviluppo produce una riduzione del reddito, redistribuendo povertà, negando ancora una volta la rivalutazione delle pensioni.
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