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Lettera scritta da UILP, SPI e FNP Alessandria scrivono al Presidente Renzi.

Documento in allegato.

 

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Venerdì 22 maggio anche in provincia ci sarà la mobilitazione dei pensionati che prevedere un presidio davanti alla Prefettura di Alessandria dalle 11 alle 12,30.

UILP UIL, FNP CISL e SPI CGIL scendono in campo per dare una prima risposta alla situazione che si è creata a seguito della sentenza della Corte Costituzionale sulle norme per l'indicizzazionedelle pensioni negli anni 2012 – 2013.

I sindacati chiedono il rispetto della sentenza e l'avvio di un confronto sulle modalità di applicazione.

 

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Il Governo restituisce ai pensionati, con trattamenti sopra 3 volte il minimo, solo tra il 4% e il 24% circa di quanto dovuto a seguito della sentenza della Corte Costituzionale. Una restituzione inadeguata – ha commentato il Segretario confederale della Uil, Domenico Proietti -  rispetto alle somme sottratte in questi anni a milioni di pensionati.   Un pensionato, con un trattamento tra 3 e 4 volte il minimo, a fronte di 3.074,88euro lordi spettanti, avrà 726 euro lordi, il 23,61% di quanto dovuto, percentuale che scende al 4,55 % per le pensioni da 2.700 euro lorde mensili.

La proposta di indicizzazione, che partirebbe dal 2016, di 180 euro lordi annui per i trattamenti tra le 3 e le 4 volte il minimo, fino a scendere a 60 euro lordi annui per i trattamenti tra le 5 e le 6 volte il minimo, è irrisoria e insufficiente a salvaguardare il reale potere d'acquisto delle pensioni.

Per questi motivi la UIL ritiene che il Governo stia dando una risposta non all'altezza delle attese dei pensionati dopo la sentenza dell'Alta Corte e si mobiliterà affinché il Parlamento ripristini il diritto all'indicizzazione delle pensioni.

Lo studio prende in esame l'importo dell'assegno pensionistico mensile lordo, per diverse fasce di reddito, mostrando l'effetto che il blocco della perequazione, prima con l'intervento Fornero, poi con l'intervento del Governo Letta,  ha avuto sull'indicizzazione dei trattamenti.

Vengono analizzati, anche,  gli effetti che la Sentenza n. 70 del 2015 della Corte Costituzionale avrà sulle pensioni.

Analisi della UIL in allegato.

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Nei prossimi giorni i Pensionati Piemontesi manifesteranno per vedere applicata la sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l'incostituzionalità del blocco delle pensioni nel 2012 e 2013. La decisione della mobilitazione è stata presa dalle Segreterie Regionali di SPI-CGIL, FNP-CISL, UILP-UIL, che hanno dato mandato a tutti i territori  (Province) della Regione di promuovere presidi unitari di fronte alle Prefetture. I presidi sono un primo momento di pressione nei confronti del Governo al fine di ripristinare il diritto alla perequazione per il mantenimento del potere d'acquisto delle pensioni, che negli ultimi 15 anni hanno perso il 30% del loro valore e riavere le risorse economiche che sono state sottratte ingiustamente come sancito dalla sentenza.

Le Segreterie Regionali

SPI-CGIL  FNP-CISL   UILP-UIL

Torino, 13 maggio 2015

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Da quanto emerge dalle dichiarazioni del Governo dopo il Consiglio dei Ministri le decisioni assunte non rispondono a nessuna delle indicazioni contenute nella sentenza della Corte Costituzionale.Il Governo non ripristina, infatti, il diritto alla perequazione delle pensioni in essere che è il punto cardine della sentenza, rimandandolo a non meglio precisati futuri interventi, e non restituisce le somme sottratte in questi anni.

L'una tantum per le pensioni lorde fino a 3.200 euro rende una minima parte di  quanto sottratto ai pensionati in questi anni.

Il Governo sta perdendo l'occasione per ripristinare un diritto e di contribuire, attraverso la restituzione dei soldi ingiustamente tolti ai pensionati, alla ripresa dei consumi con sostegno alla domanda interna ed un diretto beneficio per l'attività produttive del Paese.

La Uil e la Uilp continueranno la mobilitazione e la lotta affinché siano attuate le indicazioni della sentenza della Corte ripristinando il diritto ed eliminando le ingiustizie.

Roma, 18 maggio 2015

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Venerdì, 15 Maggio 2015 10:57

Rivalutazione della pensione: esempi di calcolo

Ecco quanto dovrebbero incassare i pensionati per effetto della rivalutazione pensione dopo la sentenza della Corte Costituzionale: ipotesi di calcolo, in attesa del decreto del Governo.

Premessa doverosa: per sapere effettivamente quanto ogni pensionato incasserà di rivalutazione pensione dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul no al blocco indicizzazioni bisogna attendere il decreto del Governo: le ipotesi sul tavolo sono diverse, e le più accreditate parlano di un rimborso pieno solo per i redditi dei primi scaglioni bloccati (fra tre e cinque volte il minimo, a grandi linee), e probabilmente progressivo (a rate, in due tappe, anche qui si valutano diverse possibilità). Nell'attesa di conoscere il provvedimento, proviamo comunque a fare alcuni calcoli, del tutto teorici, su quanto incasseranno i pensionati per effetto della rivalutazione.

Come è noto, bisogna restituire l'indicizzazione bloccata negli anni 2012 e 2013 dalla riforma Fornero per gli assegni superiori a tre volte il minimo. Vediamo le stime della Cgia di Mestre, che presuppongono una rivalutazione pensione piena, ovvero il recupero totale dell'indicizzazione 2012 e 2013 e il calcolo degli anni seguenti (2014 e 2015) che vede ulteriormente salire l'assegno perché si applica alle pensioni costantemente rivalutate.

Un pensionato che incassa fra tre e quattro volte il minimo (quindi fra 1.405 e 1.499,99 euro lordi, che significa un assegno netto mensile medio di di 1088 euro), dovrebbe prendere in tutto 1674 euro, al netto dell'IRPEF. Per la precisione, 344 euro per il 2012, 440 per il 2013, 444 per il 2014 e 446 per il 2015.

Chi ha una pensione fra 1500 e 1749,99 euro (netto mensile intorno a 1196 euro), incasserebbe invece un totale di 3mila 611 euro. Questa è la categoria di pensionati destinata a guadagnare di più dalla rivalutazione, chi ha assegni più alti prenderà meno perché scendono i coefficienti di rivalutazione.

Per gli assegni fra 1.750 e 1.999,99 euro (netto mensile 1352 euro), la reindicizzazione vale in tutto 2mila 633 euro. Fra i 2mila e i 2mila 249,99 euro (circa 1509 euro netti al mese), la restituzione totale sarebbe pari a 2mila 141 euro. I pensionati con assegni fra 2mila 250 e 2mila499 euro (netto mensile 1661 euro), dovrebbero prendere 1695 euro. Fra i 2mila500 e i 2mila 999,99 euro, la restituzione vale 2mila155 euro. Infine, sopra i 3mila euro, si dovrebbero prendere 3mila 515 euro.

Da sottolineare che si tratta di calcoli del tutto teorici, non corrispondono alle cifre che effettivamente i pensionati incasseranno. I calcoli sopra indicati prendono in considerazione una rivalutazione piena, il Governo invece con ogni probabilità metterà diversi paletti, ad esempio con una reindicizzazione solo fino a determinati tetti di reddito, con un meccanismo di restituzione a rate, o comunque in diverse soluzioni.

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Comunicato stampa Uil Pensionati: dichiarazione di Romano Bellissima, Segretario generale Uilp

Il ministro dell'economia Padoan annuncia che il Governo non restituirà a tutti i pensionati quanto loro indebitamente sottratto con il blocco dell'indicizzazione. Si limiterebbero cioè i rimborsi in base al reddito e non al diritto.

Chiediamo al Governo di rispettare la Costituzione. È quanto afferma il Segretario generale della Uilp Romano Bellissima.

Prima si ripristini il diritto e poi si ricerchino insieme alle parti sociali le soluzioni per stabilire priorità, compatibilità ed equità dei rimborsi.

Invitiamo tutti i pensionati alla mobilitazione per impedire questa grave rottura della legalità.

Come Uilp proponiamo a tutti una mobilitazione a Roma ad iniziare da venerdì prossimo 15 maggio.

Roma, 11 maggio 2015

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