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"Il Pensionato che vorrei". E' il titolo del Convegno organizzato dalla UilPensionati, svoltosi a Catania nella prestigiosa cornice del teatro "L'Istrione". All'iniziativa hanno partecipato il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, il Segretario generale della UilPensionati, Romano Bellissima, il Presidente dell'Ital nazionale, Gilberto De Santis, il Segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, il Segretario Regionale della Uil Pensionati, Nino Toscano e il Segretario generale della Uil Catania Fortunato Parisi.

Nell'intervento conclusivo, Barbagallo ha ribadito la posizione della sua Organizzazione sul tema della flessibilità verso il pensionamento: "Non tutti i lavori sono uguali e, dunque, non tutti possono andare in pensione alla stessa età. Ecco perché occorre intervenire per rendere più flessibile un sistema la cui rigidità ha generato storture, a volte clamorose, come quella degli esodati. Peraltro – ha proseguito il leader della Uil – riteniamo che questa flessibilità possa anche agevolare l'introduzione della staffetta generazionale per consentire a tanti giovani di entrare nel mondo del lavoro. Noi abbiamo proposto l'attuazione di una vera e propria trasformazione delle attuali dinamiche sociali: riteniamo che bisogna dare stabilità ai giovani e flessibilità agli anziani. E' stato un errore – ha precisato Barbagallo – impegnare i giovani nei lavori socialmente utili che, spesso, si sono trasformati, per loro, in una condizione di precarietà. I lavori socialmente utili, invece, devono essere attribuiti a quei pensionati che, uscendo prima dai processi produttivi, possono arrotondare la loro magra pensione svolgendo tali attività e possono continuare a essere persone attive e produttive".

Gli ha fatto eco il Segretario generale della Uil Pensionati, il quale ha sottolineato le condizioni di difficoltà in cui sono costretti a vivere milioni di pensionati. "Siamo preoccupati – ha detto Romano Bellissima - per le scelte di questo Governo che continua a trasferire risorse dal mondo del lavoro alle imprese e alle banche. Noi, invece, pensiamo che si possa salvare l'economia del Paese anche rivalutando le pensioni e mantenendo inalterato, nel tempo, il loro potere d'acquisto. Bisogna tutelare i più deboli e, in particolare, i non autosufficienti. Si tratta di 3 milioni di persone le cui famiglie vivono una condizione di grande problematicità e, talvolta, di disperazione che devono essere aiutate ad affrontare questa difficile realtà. Purtroppo – ha concluso Bellissima - quando non si rinnovano i contratti di lavoro, quando non si tutelano i pensionati, quando si fanno riforme come la Fornero che taglia 80 miliardi alle future pensioni, di fatto, si sta indebolendo una parte della popolazione e non si sta facendo un'operazione di equità e giustizia".

Catania, 22 gennaio 2016

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