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Martedì, 24 Luglio 2018 10:19

Documento su sanità e assistenza di Cgil, Cisl e UIL

CGIL-CISL-UIL sono da sempre impegnate nella difesa del servizio pubblico e delle strutture pubbliche che erogano prestazioni, consapevoli che il loro indebolimento concorre, anche in Piemonte, alla messa in discussione del concetto di universalità del diritto alla salute, proprio nella ricorrenza dei quarant'anni dal varo della riforma sanitaria.

Per vincoli di bilancio, mentre non si è potuto, per anni, utilizzare le risorse del fondo sanitario per assumere il personale necessario a garantire l'erogazione di prestazioni e servizi richiesti, è stato possibile spendere per convenzioni e appalti che hanno delegato ai privati il soddisfacimento della domanda di servizi pubblici.

Questo non è avvenuto per fare fronte ad una domanda straordinaria, che avrebbe giustificato il ricorso alla sussidiarietà, con il risultato che si è prodotta, di fatto, l'attribuzione al privato sanitario e a quello sociale di nuove quote di mercato, che gli indicatori mostrano in ulteriore crescita. Non è casuale che stiano aumentando gli investimenti privati di grandi gruppi, anche stranieri, nei comparti sanitario e socio-sanitario.

Per effetto della lunga crisi decennale, si è accentuata la distanza fra chi gode di un buon reddito e può ricorrere al privato per prestazioni a pagamento o tramite forme assicurative e chi, invece, rinuncia alle cure per gli alti livelli di partecipazione ai costi delle prestazioni pubbliche e per i tempi di attesa insopportabili.

Il sindacato denuncia da tempo le situazioni di forte criticità nella sanità e la stretta connessione tra i problemi, che richiede risposte contestuali.

CGIL CISL UIL Piemonte ritengono indispensabile intervenire prioritariamente:

per ridurre i tempi di attesa per la diagnostica strumentale, la specialistica e i ricoveri ordinari;

per potenziare i servizi territoriali nelle varie articolazioni;

per aumentare l'offerta di cura, assistenza e strutture per le persone non autosufficienti, soprattutto anziane.

Liste di attesa

Per le prestazioni strumentali e le visite specialistiche, i tempi di attesa rilevati dai pazienti e dai medici, spesso, si calcolano in diversi mesi. Il piano per la riduzione dei tempi, elaborato un anno fa, rallentato dai ricorsi al TAR sul CUP unico, evidentemente necessita di altro tempo per produrre risultati, ma richiede efficaci assetti organizzativi, oltre a una adeguata governance regionale.

In particolare, è necessario, destinando nuove risorse finalizzate a migliorare la situazione, aumentare gli organici di specialisti e tecnici sanitari, contrattando con le equipe mediche del SSR pacchetti di prestazioni specialistiche aggiuntive, sia ambulatoriali sia di diagnostica.

Potrebbe, inoltre, essere utile negoziare con il privato accreditato, a parità di budget, l'erogazione di prestazioni specifiche, indicate dalle ASL, in un'ottica di complementarietà.

La mobilità passiva, che continua a rappresentare un forte problema economico e reputazionale, è chiaramente correlata al fenomeno dei lunghi tempi d'attesa.

Servizi territoriali

La DGR di riordino della rete territoriale ha esteso le responsabilità del Direttore di Distretto, in funzione di controllore della spesa più che di organizzazione, gestione e raccordo con il resto del sistema. È necessario realizzare, per via legislativa, l'obiettivo di istituzione di aree omogenee sovra comunali per la programmazione territoriale delle politiche sanitarie, sociali e di coesione.

Il sindacato ritiene importante che si realizzi un rapporto organico e strutturato tra Assessorato alla Sanità e Assessorato Politiche Sociali per la programmazione territoriale dei servizi ed in tal senso si era costituita una cabina di regia tra i due Assessorati. Le sinergie dovrebbero favorire la reale presa in carico delle situazioni di fragilità, con il potenziamento dell'assistenza domiciliare e dei servizi di continuità, la revisione della DGR 45/2012, la regolamentazione regionale dell'utilizzo dell'ISEE per prestazioni sociosanitarie.

Case della salute

Alcune Case della Salute, oggetto dell'accordo del gennaio 2017 tra CGIL CISL UIL e Assessorato competente, sono state progettate e finanziate a partite da marzo dello stesso anno.

Si è ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi previsti a pieno regime, perché le strutture territoriali devono crescere e irrobustirsi, trovare un'efficace dinamica di rete, gestire le necessità derivanti dalle malattie croniche. Per fare ciò, occorrono tempo e maggiori investimenti. Avendo scelto di spostare il baricentro dell'assistenza dall'ospedale al territorio, che non ha ancora la capacità di soddisfare la domanda espressa, i Pronto Soccorso ospedalieri subiscono costantemente la pressione della domanda dei cittadini che non trovano adeguate risposte territoriali.

Assistenza dei soggetti non autosufficienti

Da tempo CGIL CISL UIL chiedono di rivedere l'intero sistema, afflitto da lunghe liste di attesa per i ricoveri in strutture convenzionate e da standard di attività irrealistici, regolati dalla DGR 45/2012.

È necessario: rivedere le attuali sette fasce assistenziali, basate esclusivamente su valutazioni medico-legali, peraltro difformi nei territori e, spesso, non rappresentative delle reali esigenze assistenziali; implementare i minuti di assistenza, per garantire cure più appropriate; prevedere posti convenzionati aggiuntivi, non aumentare la quota delle rette a carico dell'utenza.

Collegato al problema delle RSA, c'è il tema di una migliore programmazione e di un aumento delle prestazioni di assistenza domiciliare per i casi di minore gravità, che eviterebbe la istituzionalizzazione forzata di tanti anziani, garantirebbe maggior appropriatezza della risposta al bisogno sociale e sanitario, peraltro con costi più contenuti.

Purtroppo, dobbiamo, invece, rilevare che la classificazione extra LEA delle forme di assistenza domiciliare ha determinato l'incertezza delle erogazioni economiche alle famiglie, spesso unica forma di sostegno per mantenere l'anziano non autosufficiente in casa.

CGIL CISL UIL ritengono che la quota a carico del Servizio Sanitario Nazionale per i cittadini riconosciuti non autosufficienti vada comunque garantita.

La situazione attuale è insostenibile e richiede interventi veloci ed efficaci per garantire una migliore qualità delle prestazioni e un adeguato sostegno alle famiglie interessate.

Torino, 19 luglio 2018

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