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Mercoledì, 27 Settembre 2017 16:30

Nota relativa all'incontro tra Uil Cgil e Cisl con il Ministero del Lavoro in materia di politiche attive e passive del lavoro

Nota relativa all'incontro tra Uil Cgil e Cisl con il Ministero del Lavoro in materia di politiche attive e passive del lavoro

Come sapete nell'ambito del più generale tavolo di confronto con il Ministero del Lavoro si è convenuto di approfondire, con specifici appuntamenti, le materie inerenti gli ammortizzatori

sociali e le politiche attive. Sulle politiche attive, in questa fase, assume una notevole rilevanza la definizione dell'"offerta di lavoro congrua" in relazione alla messa regime dell'Assegno di Ricollocazione e nel merito affronteremo il prossimo 11 ottobre l'analisi di una bozza di Decreto Ministeriale, rispetto al quale abbiamo ribadito che la congruità economica dovrà riferirsi alla prima rata della Naspi e non a quelle successive che sono sottoposte dal quarto mese ad un forte "decalage".

Per quanto riguarda gli ammortizzatori, nel tavolo tecnico, riunitosi ieri possiamo dire di aver registrato delle timide aperture e disponibilità sia ad interventi di tipo amministrativo, attraverso circolari interpretative, che su modifiche strutturali che invece dovranno passare al vaglio della

Ragioneria dello Stato, per la necessaria copertura, ed inserite all'interno della prossima Legge di Bilancio.

Nel merito si è discusso, quindi, del Fondo di Integrazione Salariale (Fis) e di Cassa Integrazione Straordinaria.

Fondo di Integrazione Salariale Riguardo al Fis abbiamo fortemente criticato l'impianto generale, il c.d. tetto aziendale ai fini dell'erogazione delle prestazioni, le difficoltà di accesso alle prestazioni stesse, i forti ritardi autorizzativi, la poca aderenza delle causali (che rimandano genericamente alla Cigo ed alla Cigs) alle tipologie di aziende che caratterizzano la platea del Fis.

In particolare abbiamo sottolineato come non confacente alla platea di datori di lavoro più piccola (superiore cinque dipendenti ed inferiore a 16) la prestazione dell'assegno di solidarietà che ha come principale causale il non ricorso ai licenziamenti e offre interventi si sola riduzione dell'orario di lavoro.

Sulla base delle nostre osservazioni il Ministero del Lavoro si è impegnato a definire almeno dueinterventi correttivi della disciplina.

Il primo riguarda la cristallizzazione del tetto aziendale, attualmente in vigore, e cioè 10 volte la contribuzione versata. Come sapete la norma prevedeva un periodo di transizione dei tetti aziendali che porterebbe, per l'anno 2022, ad un massimo di erogabile per prestazioni pari a 4 volte la contribuzione versata dal singolo datore di lavoro.

Si tratta di una apertura significativa, giustificata però dai dati che abbiamo portato in discussione relativamente al bilancio del Fis che, su base annua, riceve contribuzione per circa 400 milioni di euro e ne spende, se tutto va bene, meno della metà e che ha un bilancio patrimoniale di quasi un miliardo.

Il secondo intervento prevede la riscrittura degli artt. 29, 30 e 31 del D.lgs. 148/2015 in materia di assegno ordinario ed assegno di solidarietà.

L'attuale impostazione delle prestazioni del Fis prevede che a tutti i datori di lavoro versanti, che abbiano più di cinque dipendenti, viene corrisposto l'assegno di solidarietà e solo a quelli che ne

hanno più di 15 viene garantita l'ulteriore prestazione dell'assegno ordinario, la cui natura è piùverosimilmente assimilabile alla Cigo.

La modifica da apportare al D.lgs. 148/2015 dovrà dare ai datori di lavoro più piccoli l'opportunità di utilizzare l'assegno ordinario, e quindi la sospensione anche a zero ore, in caso di mancanza di

commesse o di materie prime etc., rendendo più semplice l'utilizzo dell'ammortizzatore sociale. Cassa Integrazione Straordinaria

Come sapete sono numerose le ragioni che in questi mesi ci hanno portato a formulare serie critiche all'impianto della Cigs come riformato dal D.lgs.148/2015.

In particolare abbiamo sempre sottolineato la forte riduzione delle durate degli interventi e l'esagerato aumento dei costi per l'accesso alla Cigs stessa che rischia di generare un pericoloso

"effetto collaterale", favorendo il ricorso alle meno costose procedure di licenziamento collettivo. Abbiamo in più occasioni richiesto una "flessibilità" in termini di durate e lo stesso Ministero si

era fatto carico di intervenire con un prolungamento di 12 mesi nelle aree di crisi complessa. La misura è stata prorogata per l'anno 2017 ed ora c'è l'impegno alla sua prosecuzione anche per

tutto l'anno 2018. Inoltre sempre in termini di "flessibilità" rispetto alla durata massima di 24/36 mesi di integrazione salariale, il Ministero si è impegnato a verificare la possibilità di introdurre una

norma, sempre transitoria, che preveda un allungamento della durata della Cigs in caso di aziende a rilevanza nazionale e dal forte impatto occupazionale i cui programmi di

riorganizzazioni non siano ancora conclusi e ci siano piani di investimento e prospettive di ripresa.

Si tratterebbe di interventi da gestire con accordi presso il Ministero del Lavoro, con il supporto del Mise che dovrebbero accompagnare grandi imprese in fase di riorganizzazione aziendale in

questa fase di timida ripresa produttiva.

Inoltre il Ministero del Lavoro si è impegnato a fare un attento monitoraggio dei costi di accesso alla Cigs, in rapporto alla previgente normativa, e a valutarne un intervento di riduzione

intervenendo o direttamente sulle aliquote o sull'imponibile che, come ricorderete, non è più riferito alla integrazione salariale ma all'imponibile contributivo del salario che il lavoratore avrebbe dovuto percepire.

Infine c'è l'impegno ad operare attraverso circolare ad una interpretazione più favorevole del quinquennio mobile in relazione alle prestazioni erogate nel periodo.

Detto questo il confronto continua e sarà nostra cura informarvi su tutti gli sviluppi anche sulle altre materie di nostra competenza.

Un fraterno saluto.

Il Segretario Confederale UIL

Guglielmo Loy

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