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Martedì, 09 Giugno 2015 11:36

Barbagallo: di molte norme del jobs act non se ne sentiva proprio la necessità

Con il Jobs act si è generato uno squilibrio nei rapporti di forza tra imprese e lavoratori a tutto vantaggio dei primi: speriamo di rimediare in sede di rinnovo dei contratti. Se con la contrattazione riusciremo a risolvere questi problemi, avremo meno contenziosi, altrimenti le cause aumenteranno. Con il demansionamento, ad esempio, se è vero che, nella prima fase, non ci saranno riduzioni di salario è altrettanto vero che, successivamente, potrebbe essere preclusa la possibilità di fare carriera a chi ha subito quel provvedimento.Di molte norme del Jobs act, quindi, non se ne sentiva proprio la necessità neanche per le imprese che, invece, soffrono per un eccesso di leggi e per quelle condizioni che generano squilibri nella competizione interna. Oltre 2 milioni e mezzo di lavoratori in nero, 60 miliardi di corruzione, 130 miliardi di evasione fiscale: queste sono tutte premesse per una concorrenza sleale che non fa bene alle tantissime imprese oneste e che su tali aspetti attendono provvedimenti concreti dal Governo. Peraltro, lo Stato è il peggior datore di lavoro perché non rinnova i contratti dei suoi dipendenti da oltre sei anni

. E adesso sono preoccupati per la sentenza della Consulta perché sono in ballo 35 miliardi da restituire ai lavoratori del settore. Certo, non è tutta colpa di Renzi, che ha ereditato problemi da Monti, ma l'attuale Premier rischia di farne ereditare altri al prossimo Governo. Noi non vogliamo essere né gli oppositori né i paggetti dell'Esecutivo - che, tra l'altro, non è stato votato dagli italiani - noi vogliamo fare i sindacalisti e, dunque, vogliamo contrattare: se ce lo lasceranno fare, il Paese ne trarrà vantaggio.

Milano, 8 giugno 2015

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