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Il Reddito di Inclusione (REI) è una misura di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale introdotta dal decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, emanato in attuazione della legge-delega 15 marzo 2017 con decorrenza dal 1° gennaio 2018.
Tale misura prevede un beneficio economico erogato attraverso l'attribuzione di una carta prepagata emessa da Poste Italiane SpA ed è subordinata alla valutazione della situazione economica e all'adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
Il beneficio economico sarà erogato per un massimo di 18 mesi, dai quali saranno sottratte le eventuali mensilità di Sostegno per l'Inclusione Attiva (SIA) percepite.
Il nucleo richiedente dovrà soddisfare specifici requisiti di residenza e anagrafici, economici, di composizione del nucleo familiare e di compatibilità, specificamente dettagliati nella circolare.
L'ammontare dell'importo è correlato al numero dei componenti del nucleo familiare e tiene conto di eventuali trattamenti assistenziali e redditi in capo al nucleo stesso. In ogni caso, l'importo complessivo annuo non può superare quello dell'assegno sociale.
Coloro che, alla data del 1° dicembre 2017, stanno ancora percependo il SIA potranno presentare immediatamente domanda di REI o decidere di presentarla al termine della percezione del SIA, senza che dalla scelta derivi alcun pregiudizio di carattere economico.
La circolare INPS 22 novembre, n. 172 fornisce leistruzioni amministrative, illustra il riordino delle prestazioni assistenziali finalizzate al contrasto alla povertà, in particolare del Sostegno per l'Inclusione Attiva (SIA) e dell'ASDI (Assegno Sociale di Disoccupazione) e la conseguente rideterminazione del fondo povertà a decorrere dal 2018.
La domanda di accesso alla prestazione potrà essere presentata dal 1° dicembre 2017, presso i comuni o altri punti di accesso identificati dagli stessi, utilizzando il modello (pdf 718KB) allegato alla circolare. Al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, il richiedente deve essere in possesso di un'attestazione ISEE in corso di validità.
Il reddito di inclusione (ReI) è la nuova misura di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale rivolta a famiglie numerose e bisognose, che prenderà avvio dal 1° gennaio 2018, a seguito della pubblicazione del D.Lgs. n. 147/2017 (G.U. n. 240 del 13 ottobre 2017) recante disposizioni per la sua introduzione a livello nazionale.
Questa misura che interessa circa 400 mila famiglie, pari a 1,8 milioni di persone, consiste in un assegno mensile, il cui importo, in base alla situazione familiare e reddituale, varierà fino ai 485 euro in caso di famiglie numerose, per una durata massima di 18 mesi, rinnovabile se non trascorsi almeno sei mesi da quando ne è cessato il godimento.
In prima applicazione sono prioritariamente ammessi al ReI, secondo i criteri stabiliti dal decreto, i nuclei con minori o disabili, con donne in stato di gravidanza accertata, o con ultra55enni che hanno perso l'occupazione a seguito di licenziamento.
Al momento di presentazione della domanda è necessario avere determinati requisiti di soggiorno ed essere residenti in Italia, in via continuativa, da almeno due anni.
Inoltre il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell'Isee, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro, oltre ad altri indicatori e condizioni economiche, richiesti nel decreto.
Questo aiuto è compatibile con lo svolgimento di un'attività lavorativa (fermo restando il limite reddituale), ma non è in ogni caso compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria.
A seguire la circolare, firmata dalla Segretaria confederale Silvana Roseto, relativa al contrasto alla povertà a cura del Servizio Politiche del Sociale e Sostenibilità.
Tra gli allegati sono presenti anche le analisi dell'Ista sulla povertà in Italia, da noi pubblicate la scorsa settimana, e i dati sui consumi delle famiglie, elaborati sempre dall'Istat e le richieste al Governo.
Servizio : Politiche del sociale e sostenibilità
Oggetto: Contrasto alla povertà assoluta.-
L'Istat, con la recente diffusione del report sulla povertà in Italia, ha confermato una sostanziale cronicizzazione del disagio estremo nel nostro Paese. I dati, infatti, risultano complessivamente e tragicamente piuttosto stabili.
La UIL, proprio sul tema della povertà assoluta, ha posto notevole priorità, dando vita peraltro ad un largo cartello sociale cosiddetto "Alleanza contro la Povertà in Italia".
L'Alleanza, nel corso degli ultimi mesi, ha illustrato il proprio contributo - incentrato sull'elaborazione di un piano nazionale mediante lo strumento universalistico del REIS (Reddito di inclusione sociale) - a diversi livelli istituzionali e di governo. Abbiamo incontrato il Ministro Delrio (allora in veste di Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri), su sollecitazione del Sen.Vannino Chiti siamo stati convocati dalla 14ª Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea), abbiamo organizzato un convegno alla presenza del Ministro Poletti ed infine siamo stati auditi dalla Commissione lavoro del Senato della Repubblica.
Nella data di ieri, come UIL, siamo stati convocati insieme agli altri soggetti del tavolo di partenariato economico e sociale, dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Poletti, per la definizione di un Piano di lotta alla povertà ed all'esclusione sociale.
Il Ministro ha illustrato le linee guida del piano strategico che si concretizzerà in una proposta dettagliata in vista della prossima Legge di Stabilità. Va ricordato che, nell'ambito della strategia EU2020 con riferimento alla condizionalità ex-ante relativa alla strategia di lotta alla povertà per l'utilizzo dei fondi strutturali, i
programmi operativi sono stati approvati con l'impegno ad adottare un Piano nazionale di lotta alla povertà entro il 2016, essendo l'Italia uno dei pochi Paesi Europei in cui è assente uno strumento di protezione del reddito a garanzia del raggiungimento di uno standard di vita minimo per tutti i cittadini.
La proposta del Governo è incardinata sulla sperimentazione del RIA (Reddito per l'Inclusione Attiva) che assorbirà il SIA (Sostegno per l'Inclusione Attiva) in corso di sperimentazione. Accanto al RIA si fa riferimento al piano di contrasto alla grave emarginazione adulta (persone senza dimora) ed ai lavori
dell'Osservatorio Infanzia e dell'Osservatorio per la condizione delle persone con disabilità.
E' stato un primo incontro interlocutorio, cui ne seguiranno altri con la finalità di riempire di contenuti una proposta ancora prevalentemente generica nel merito.
La UIL è impegnata nelle prossime ore a sviluppare una memoria tecnica approfondita.
Intanto, corre l'obbligo evidenziare sinteticamente i punti che abbiamo accolto con favore e i punti che ci hanno lasciati notevolmente perplessi e su cui incalzeremo il Governo. Abbiamo apprezzato la cornice di insieme del perimetro del bisogno utilizzata dal Ministro, approccio che, per esempio, non è stato adottato nella discussione del Ddl delega sulla riforma del Terzo settore ancora in discussione in Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Condividiamo, inoltre, il taglio universalistico del RIA, il richiamo ai livelli essenziali delle prestazioni e la dotazione combinata di erogazione monetaria e servizi.
Non arretreremo, invece, sull'importanza di superare la logica della sperimentazione per avviare, invece, un percorso di riforma strutturale nell'ambito di un 'gradualismo in un orizzonte definito'.
Ci preoccupa l'assenza di risorse nazionali certe nel tempo (il piano è demandato soltanto all'utilizzo di Fondi Europei pari a 1,9 mld di euro fino al 2023) che rischia di vanificare una battaglia di civiltà come il contrasto al disagio estremo.
Riteniamo fondamentale che sia scandita la regìa del ruolo nazionale (in linea con la discussione in corso sulla riforma del Titolo V che sulla base di un emendamento promosso, riassegnerà allo Stato la titolarità delle Politiche Sociali) volta a garantire omogeneità di indirizzo; crediamo, infatti, che la proliferazione di
iniziative regionali di contrasto alla povertà, pur incoraggiante nell'intento, possa sortire il medesimo quadro che si ha nel Sistema Sanitario Nazionale, ossia venti diversi sistemi con le connesse problematiche conseguenti.
Pensiamo, inoltre, che debba essere potenziata l'infrastruttura del welfare locale con il deciso coinvolgimento dei Comuni e la rete dei servizi territoriali a partire dai Centri per l'impiego, in quanto dovranno svolgere un ruolo preminente le politiche attive per l'inserimento lavorativo.
Infine, registriamo profonda debolezza nelle politiche di contrasto alla dispersione scolastica ed al disagio
dei minori.
In definitiva, continuiamo a ritenere la nostra proposta del REIS un testo più esaustivo ed efficace.
Fraterni saluti.
La Segretaria Confederale
Silvana Roseto
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